Tognazzi: "Scudetto, è presto, ma gli errori arbitrali... Lo stile Milan sta tornando"

L’attore Gianmarco Tognazzi ha risposto ai microfoni di MilanNews.it per parlare dell’attualità rossonera dopo il match contro il Cagliari e in vista della prossima sfida posts sosta nazionali contro il Bologna.
Troppo presto per parlare di un Milan padrone del suo destino per lo Scudetto?
“Ancora è presto. Diciamo che, come in tutte le cose, ci sono i pro e ci sono i contro. I pronostici lasciano il tempo che trovano, le variabili sono tante e il Milan, anche per colpe non sue, si è trovato senza qualche punto in classifica”.
Fa riferimento agli episodi dubbi, a livello arbitrale, che ci sono stati fino adesso?
“Non facciamo l’errore di cadere in polemiche sterili. Certamente episodi come quelli avvenuto contro Lo Spezia, l’Udinese avrebbero potuto riscrivere la classifica. Oggi, potenzialmente, se l’Inter dovesse vincere il recupero con il Bologna il Milan si troverebbe a più tre. Magari, andando diversamente le cose nelle partite che dicevo, potevamo trovarci di fronte ad un’altra situazione. Sul recupero Bologna-Inter invece una cosa la voglia dire…”
Prego
“Sta diventando paradossale, ma non perché ci sia l’Inter di mezzo perché poteva capitare a chiunque. Leggevo che tra ricorsi e controricorsi si potrebbe slittare ancora in avanti addirittura a maggio. E’ inconcepibile pensare di giocarsi uno Scudetto nelle ultime giornate con un recupero ancora da disputare”.
Parliamo di Milan. Il caso Kessiè ha confermato ulteriormente la politica della società. I colori rossoneri prima di tutto…
“E mi piace perché è sempre stata la politica del Milan. Ricordiamoci che uno come Franco Baresi disse alla società di mettere la cifra e che avrebbe firmato in bianco. Non prendiamo come regola l’eccezione degli ultimi anni, il Milan è quello che in Italia ha avuto allenatori che sono rimasti più a lungo in panchina. Da quando si è insediato Paolo Maldini insieme a Gazidis e Massara si è trovata una quadra anche dal punto di vista societario, una linea comune da parte di tutta la proprietà”.
Che si è tradotta come?
“Con una stabilità nello spogliatoio, la prerogativa per raggiungere ogni risultato sportivo. Non sono un aziendalista a prescindere ma approvo e mi piace. Lo stile Milan sta tornando. Lo si vede in tutti questi episodi, si è visto con Kessiè, con Donnarumma e con Calhanoglu. Nessuno obbliga i giocatori a dichiarazioni di amore e terno perché poi, a ragion veduta, i loro addii vengono considerati un tradimento. In passato tanti campioni hanno lasciato il Milan in modo dignitoso”.
Ibrahimovic e Pioli hanno cambiato il Milan in campo?
“A livello caratteriale sono stati l’alchimia che ha cambiato tutto. Il carisma di Ibra che si è presentato dicendo con me si lotta per lo Scudetto e da lì a pochi mesi è effettivamente successo questo. Pioli, quando è arrivato, si è sorpreso che al Milan vincere o perdere era diventata la stessa cosa e che in mezzo al campo ha restituito ciò che serviva. Sono due facce di una medaglia che sta incidendo in modo incredibile”.
E poi c’è Leao…
“Un Leao che prima era indolente e che ora, come atteggiamento, sta sorprendendo tutti. Ma bravo anche a Kalulu e Brahim Diaz che ha solo bisogno di continuità di rendimento”.
Davide Calabria fuori dai convocati del CT Roberto Mancini per i playoff che portano in Qatar...
“E’ un bene per noi, magari per tutti i giocatori del Milan. Almeno non si fanno male. Sono ironico naturalmente

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