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Zapelloni: "Idea Rangnick mi piace, ha una visione diversa. Gigio predestinato come Leclerc"

ESCLUSIVA MN - Zapelloni: "Idea Rangnick mi piace, ha una visione diversa. Gigio predestinato come Leclerc"MilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 1 giugno 2020, 17:00ESCLUSIVE MN
di Pietro Andrigo

Umberto Zapelloni, noto giornalista sportivo, ha rilasciato una lunga intervista esclusiva ai microfoni di MilanNews.it. Con noi ha affrontato l'argomento della ripartenza del calcio così come la situazione in casa Milan. Queste le domande e le risposte:

Dopo un lunghissimo tira e molla si è arrivati alla tanto attesa decisione della ripresa del campionato. Dal punto di vista sociale, quanto è stata importante questa scelta anche alla luce della decisione contraria della Ligue 1 di sospendere il torneo?

“E’ importante per ridare un senso di ripartenza al paese. Sappiamo l’importanza del calcio in Italia, quindi è stato sicuramente un segnale positivo e credo che i francesi si stiano mangiando un po’ le mani. Il calcio è uno sport che ha un valore sociale importante e quindi ha fatto bene ad aspettare per ripartire. Nonostante ci aspetti un tour de force di molte partite in pochi giorni questo, in un certo senso, ci ridarà un senso di normalità alle nostre giornate anche se lo scenario delle porte chiuse e le partite ogni tre giorni non renderà la stessa atmosfera."

Tra le ultime polemiche sorte, sicuramente vi è quella degli orari delle partite. Quale pensa possa essere la soluzione migliore per evitare una già vista Serie A spezzatino?

“Credo che non ci siano soluzioni specifiche. Su 144 partite mancanti ce ne saranno una decina alle 17.30 e mi sembra una soluzione logica. Negli Stati Uniti al mondiale del 94’ si sono giocate alcune partite a mezzogiorno con temperature improponibili quindi credo che 10 partite nel tardo pomeriggio siano sopportabili"

Recentemente si è parlato anche di una parziale riapertura degli stadi. La ritiene possibile o è meglio aspettare certezze in una situazione incerta come quella del Coronavirus?

“A comandare deve sempre essere la sicurezza dei tifosi. Abbiamo, tuttavia, riaperto spiagge, cinema e teatri quindi con attenzione si possono riaprire anche gli stadi. E’ vero che a teatro non ci si abbraccia dopo una scena a differenza di uno stadio con un gol. Immaginare uno stadio con i tifosi a un metro di distanza è difficile immaginarlo e si può fare evitando però scene prive di buon senso. Bisognerebbe anche limitare le trasferte. Credo si possa pensare, magari non da subito, di fare un ipotesi con ingressi scaglionati e monitorati."

Passiamo al Milan. La telenovela che ha tenuto banco durante la quarantena è quella di Rangnick. Il tedesco ricoprirebbe la carica di allenatore manager. Crede che una figura del genere possa funzionare nel calcio italiano?

“A me l’idea di Rangnick non dispiace. E’ un allenatore con una visione diversa tuttavia quello che sta succedendo al Milan mi preoccupa. Anche Giampaolo, nel suo piccolo, aveva una visione ma non gli è stato dato il tempo per mettere in pratica le sue idee. Il Milan cambia troppo spesso progetto e butta via una stagione dietro l’altra senza fare ripartire la rinascita. Se si prende Rangnick e non si danno i giocatori adatti per la sua idea di calcio e dopo tre mesi si sostituisce con un allenatore in corsa se non arrivano i risultati, si è punto a capo. L’errore di cacciare Gattuso credo sia emblematico. Questa stagione è stata buttata via e mi sembra di capire che le poche lezioni capite da questa annata non si siano capite. Ad esempio penso a quella che una squadra troppo giovane non riesce ad ottenere risultati in un campionato come quello italiano. Si sta ipotizzando, dopo l’arrivo di Ibrahimovic e il suo impatto, di ricreare una squadra senza un leader come lo svedese o ci si rassegna a perdere un giocatore esperto come Bonaventura. Si rischia di ripartire dagli stessi errori delle ultime stagioni. Il progetto del Milan dovrebbe essere esposto chiaramente e dovrebbe essere seguito alla lettera se no si continuano a perdere stagioni. Fondamentale in Italia è che l’allenatore sappia parlare la nostra lingua, soprattutto in una squadra che ha già un AD proveniente da un campionato estero. La comunicazione è fondamentale e Mourinho, ai tempi dell’Inter, lo conferma. Quello che ha fatto vedere Rangnick è intrigante ma va sostenuto con forza perchè se si pensa ad una grande visione è portatore di un progetto interessante."

L’arrivo di Rangnick potrebbe e dovrebbe portare all’addio di Maldini. Come giudica il lavoro da dirigente, sin qui, di Maldini?

“Maldini ha avuto la presunzione di fare questo lavoro senza studiare, poi si è applicato. Lavorando di fianco a Leonardo e Boban ha capito certe dinamiche. Non va dimenticato che alcuni acquisti importanti sono stati fatti da lui. Perdere Maldini sarebbe un peccato perchè è un valore aggiunto e sarebbe l’ennesima bandiera bruciata. E’ chiaro che Maldini se non viene coinvolto nella scelta dell’allenatore, questo porta screzi. Mi sembra difficile che si possa continuare anche alla luce delle dichiarazioni che ha fatto su Rangnick anche se, tutt’ora, non ho capito il perchè di queste parole sul tedesco"

Passiamo al campo: Donnarumma. Romagnoli, Theo, Bennacer e Ibrahimovic. È questa la spina dorsale da cui il Milan deve ripartire? 

“Ibrahimovic purtroppo non fa parte dei piani, quindi, a questo punto potrebbe essere sostituito da Rebic che ha dato sprazzi di gioco importanti sia in coppia con lo svedese che da solo. Potrebbe essere questa la spina dorsale ma non basta per fare un campionato di vertice. Serve un attaccante che segni, un centrocampista a fianco di Bennacer capace di verticalizzare il gioco. Questi giocatori andrebbero confermati in blocco e attorno a loro costruire una squadra. Solo con i giovani non si arriva al risultato in Italia e se a questo si aggiunge la partenza di una bandiera come Maldini, la situazione diventa ancora più difficile"

Sappiamo della sua grande passione per la Formula 1: in un parallelismo tra sport, a che pilota paragonerebbe Donnarumma per talento e personalità? 

“Oggi come oggi lo paragonerei con Leclerc. Sono due giovani che sono arrivati e hanno subito sfondato senza guardare alla carte d’identità o altri compagni di squadra. Hanno ancora vinto poco perchè Leclerc ha vinto due gare e Donnarumma una sola Supercoppa Italiana tuttavia sono ragazzi giovani, predestinati e sono riusciti ad andare subito oltre alla loro gioventù mostrando il loro talento enorme"