FOCUS MN - Verso il calciomercato, Milan unica big italiana a poter investire (90-100 mln) senza cedere. Ma niente passi più lunghi della gamba

FOCUS MN - Verso il calciomercato, Milan unica big italiana a poter investire (90-100 mln) senza cedere. Ma niente passi più lunghi della gambaMilanNews.it
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martedì 28 maggio 2024, 14:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Nei prossimi giorni verrà “risolta” la questione allenatore (ma non siamo qui a parlare di questo), così il Milan potrà dedicare energie e risorse al calciomercato, dove gli obiettivi, almeno quelli iniziali, sembrano già essere delineati. Un attaccante titolare, un mediano, un difensore centrale ed un terzino destro. L’interrogativo dei tifosi riguarda quante risorse verranno investite nella prossima sessione di mercato: possiamo dirvi che, in linea di massima, senza considerare eventuali cessioni di calciatori in rosa, Moncada, Furlani e Ibrahimovic potranno andare a prelevare calciatori per un totale di circa 90-100 milioni di euro di soli cartellini.

Alt. Già vediamo i tantissimi commercialisti rossoneri (si fa per ridere, sono effettivamente tematiche che appassionano) alzare il dito per far notare che parlare solo di cartellini è un’informazione incompleta e magari anche fuorviante quando si discute di calciomercato, investimenti e bilancio. Vero, verissimo. I numeri dati prima infatti devono servire solo come indicazione, come una sorta di linea guida per avere una piccola anteprima del mercato estivo rossonero.

Ci sono da fare, e li faremo, discorsi molto più tecnici, complessi e approfonditi che riguardano il costo della rosa, diviso tra quote ammortamenti e monte ingaggi, il fatturato, i ricavi caratteristici e quelli provenienti da fonti variabili di anno in anno, come le plusvalenze. Vi segnaliamo intanto una lettura esaustiva (che trovate qui) a firma dell'avvocato Felice Raimondo, sempre puntuale e preciso per quanto riguarda questo tipo di materia. Nell'articolo trovate dati oggettivi, da cui partiremo anche noi per proseguire nel discorso, e diverse considerazioni personali dell'autore, che rimangono appunto considerazioni.

Partendo dalla rosa di quest'anno (circa 70 milioni di ammortamenti totali, in attesa dei numeri ufficiali del bilancio) i rossoneri guadagnano "spazio" pari a circa 19 milioni di euro con i saluti a Giroud, Kjaer, Caldara e Mirante, le cessioni di Krunic e Messias ed i probabili riscatti di De Ketelaere e Saelemaekers: qui parliamo di quote di ammortamento a bilancio (giusto per fare un esempio, la quota d'ammortamento di CDK è di 7,2 mln, quella di Caldara era di 5,3 mln, quella di Tonali lo scorso anno di poco meno di 3 mln).

Quindi, in soldoni, il Milan ha una forte possibilità di investire data da due fattori: creazione di ulteriore spazio a bilancio dato da addii e cessioni più un notevole flusso di cassa dato dai vari ricavi, caratteristici e non. Torniamo a fare un po' di "conti della serva", banalizzando alcuni concetti e semplificandone altri per provare a chiarire che con i ricavi da competizioni, diritti tv, sponsor, botteghino, plusvalenze e tutto il resto le previsioni indicano che il fatturato di quest'anno, al 30 giugno 2024, sarà di circa 450 milioni per un costo della rosa (costo della rosa eh, non costi totali) che, come nelle ultime stagioni, impegnerà il 50% dei ricavi: circa 225 milioni di euro.

Da qui, ovviamente, per molti tifosi "decade la scusa" del FPF, visto che i club partecipanti alle competizioni UEFA possono avere un costo della rosa pari, al massimo, al 80% dei ricavi (l'anno prossimo si scende al 70, ndr). Il Milan si trova quindi ben al di sotto di questo limite imposto a tutti i club da Nyon: tradotto, si può spingere ancora e aumentare i costi, giusto? La risposta è ni. O meglio. Si potrebbe assolutamente e si rimarrebbe comunque nelle regole del Fair Play Finanziario, ma non nei paletti che si autoimpone (non c'è niente di scritto a riguardo, ma lo si deduce dalle dichiarazioni dei protagonisti e da come effettivamente ci si muove sul mercato) il club: per volere dell'azionista di maggioranza il Milan, ed è sempre stato così fin dal suo insediamento nell'agosto del 2022, deve essere una macchina capace di camminare da sola, in modo autosostenibile e senza che sia necessario ricorrere a costanti aumenti di capitale per ripianare le perdite, com'è invece prassi fare in Italia ormai da anni. Non sta a noi giudicare, in quanto non abbiamo gli strumenti e le competenze (o almeno chi scrive) adatte per giudicare la gestione di un'azienda di questa portata, ma questa è la realtà dei fatti. Il Milan non farà MAI il passo più lungo della gamba, in quanto il club, per volere del suo proprietario, deve essere autosostenibile. Tradotto: si partirà sempre dalla volontà di non andare nuovamente in rosso.

Già vediamo i forconi, ma è giusto contestualizzare il tutto. E contestualizzando ci accorgiamo che il Milan, in Italia, è l'unica big che negli ultimi anni ha aumentato i costi mentre le altre sono state costrette a tagliare dopo anni di gestione spericolata: all'aumento del fatturato sono aumentati anche i costi di gestione, rimanendo sempre in determinati parametri. Ora, non potremo mai sapere, a meno che i diretti interessati lo confermino con precisione, se questo parametro sia effettivamente un costo della rosa che non può andare oltre il 50% del fatturato come ci ha fatto notare l'avvocato Raimondo, o se è il 55 o il 57 o qualsiasi altro numero vi venga in mente. Questi sono argomenti che può conoscere con esattezza solo chi lavora nel Milan, mentre chi è fuori può farsi un'idea dilettandosi a leggere i bilanci e le mosse sul mercato negli anni. Quello che è certo, ripetiamo, è che come obiettivo d'azienda il Milan ha quello di essere autosostenibile e di re-investire solo quello che guadagna, senza però fare il passo più lungo: in questo caso la gamba è il confine tra pareggio (o segno più) e rosso di bilancio.

Preso atto di questa cosa, condividendola o meno, si può comunque fare una previsione sul mercato che sarà, su cui resta da fare un'altra piccola precisazione per avere un discorso completo. Nel caso in cui dovesse esserci una cessione particolarmente remunerativa, sulla falsariga di Tonali lo scorso anno (sappiamo che il Milan cede i suo "pezzi pregiati" solo per offerte davvero, davvero alte, da 70 mln in su), i tifosi non devono aspettarsi poi un eventuale (o eventuali) colpi da 60-70 milioni di euro. Questo perché? La nostra considerazione è che in quel caso l'ammortamento ed il costo annuo di questo colpo particolarmente oneroso sarebbe sì "ammortizzato" dalla plusvalenza forte creatasi con la cessione di un big, ma non sarebbe poi "supportata" negli anni a venire in quanto la plusvalenza sarebbe appunto confinata al bilancio attuale.

I ricavi caratteristici crescono, ma senza stadio non lo fanno velocemente, e ci si andrebbe ad infilare quindi in un loop che necessita ogni anno di plusvalenze per "giustificare" questa differenza nei ricavi. Oppure sperare ogni anno di raggiungere risultati sportivi eccellenti nelle coppe Europee. È sicuramente quello che si auspicano tutti, ma è anche importante capire che è un manager d'azienda deve ridurre al minimo il rischio: affidarsi ad un qualcosa di così volatile come la performance sportiva sarebbe un errore da principianti (anche se ovviamente l'obiettivo minimo del club è la qualificazione alla Champions ed il passaggio della fase a gironi).

Se siete arrivati fin qui è probabile che abbiate avuto un'impressione negativa di tutta questa analisi, ma è importante raccontare la verità. La realtà rimane comunque positiva, una volta "accettato" che ci sono "limiti" che il Milan stesso si impone per non tornare ad un bilancio in perdita. Il club di via Aldo Rossi investe e reinvestirà sempre tutto quello che arriva come flusso di cassa, partendo sempre, almeno nei prossimi anni, da una posizione dominante rispetto ai competitors in questo campo: c'è chi per poter fare mercato è costretto a cedere di anno in anno obbligatoriamente nonostante risultati sportivi tra l'ottimo e l'eccellente.

La differenza poi la faranno, come sempre, come verranno investite queste risorse e che rendimento avranno i giocatori che arriveranno. Il Milan in ogni caso si prepara ad una sessione di mercato che, anche senza cessioni, potrà vederlo protagonista grazie ad una gestione economico/finanziaria oculata e precisa avuta nel corso degli anni. Poi nel calcio è sempre il campo a parlare; ma intanto avere a disposizione un centinaio di milioni da investire in cartellini non è di certo una brutta base di partenza.