Giampaolo, un appello al bel gioco e all'ambientamento dei nuovi arrivati

Giampaolo, un appello al bel gioco e all'ambientamento dei nuovi arrivatiMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 9 settembre 2019, 14:30Primo Piano
di Luca Vendrame

La pausa per le nazionali ha dato modo agli allenatori di Serie A di prendere una boccata d’aria e lavorare per una settimana senza la deadline del campionato e preparare al meglio gli ultimi aspetti tattici necessari a livello identitario ed ideologico, che poi andranno appresi ed assimilati anche dai 15 giocatori rossoneri che sono stati convocati dalle proprie nazionali: Donnarumma, Romagnoli, Calhanoglu, Krunic, Piatek, Ricardo Rodriguez, Ante Rebic, Suso, Bennacer, Paquetà e Kessiè (tra i nazionali maggiori), ma anche Rafael Leao e Matteo Gabbia (U-21) e Daniel Maldini e Antonio Mionic (U-19).

L'ABITO - Tutte queste assenze non hanno fermato Marco Giampaolo dal pensare all’Hellas Verona e non sarebbe potuto essere altrimenti, con un’identità di gioco che mediante il suo collaudo e qualche piccola accortezza tattica può far svoltare definitivamente la manovra del suo Milan, apparso da subito volitivo e propositivo ma ancora poco abituato a dettare il gioco e ad avere in mano l’inerzia della gara. Se solo gli stolti non cambiano mai idea, diceva Einstein, allora le prime due giornate del campionato di Marco Giampaolo hanno già evidenziato un’elasticità mentale che tendenzialmente è difficile trovare in chi viene definito un integralista: dal 4-3-1-2 al 4-3-2-1 ciò che devono restare fissi e continui sono i principi di gioco. A Marco Giampaolo non interessa il “cosa”, lui cura il “come”, consapevole che sia il modo di giocare a calcio a far delle sue squadre delle buone squadre.

DOGMA - Un dogma, quello del trequartista, al quale Giampaolo non rinuncia ma sul quale non è nemmeno troppo rigido. Appurata la sua infatuazione estiva per Suso, il numero 8 rossonero dovrà splendere tanto quanto nelle amichevoli estive per tenere salda la posizione da titolare nello scacchiere giampaoliano: se il campo, tuttavia, non dovesse presentare riscontri così importanti come sperato, la meritocrazia, che da sempre per l’allenatore abruzzese è alla base della gestione di un gruppo, potrebbe portare l’ex allenatore della Sampdoria a cambiare ulteriormente abito al Milan.

MISSIONE - I punti fermi di Giampaolo in questo nuovo corso rossonero finora sono stati Donnarumma, Romagnoli, Suso, Calhanoglu e Piatek. Aspettando l’inserimento a pieno regime di Bennacer, Paquetà e Kessiè e quelli di Rafael Leao, Ante Rebic e Rade Krunic e Theo Hernandez, Marco Giampaolo sa che vincere aiuta a vincere, ma anche che farlo mediante un’identità di gioco definita e collaudata possa regalare, nella corsa di 38 giornate di campionato, dei punti in più che il solo pragmatismo da solo non potrebbe portare. La missione del tecnico abruzzese non è cambiata, anzi. Identità di gioco, palla a terra e personalità. Finita la pausa delle nazionali, il focus è tutto sull’Hellas Verona, in una trasferta da evitare si riveli ancora fatal ancora una volta.