Gli alibi sono finiti, la pazienza anche: Suso è ora di essere un leader

Gli alibi sono finiti, la pazienza anche: Suso è ora di essere un leaderMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 25 dicembre 2019, 21:00Primo Piano
di Pietro Andrigo

Che cosa accomuna Suso e Peter Pan? Semplice l'omonima sindrome del ragazzino fatato: la Sindrome di Peter Pan. Per chi non conoscesse questa patologia si tratta di una condizione psichica in cui si trovano quelle persone che si rifiutano di crescere e assumersi le proprie responsabilità. Nei quasi cinque anni in rossonero lo spagnolo, calcisticamente parlando, ha dimostrato un'incostanza di prestazione e un'assenza di leadership tecnica che lo accomuna a Peter Pan, ragazzo nelle sembianze ma spensierato bambino nella mente. A quasi 27 anni, Suso non ha mai dimostrato di voler essere il leader tecnico di questo Milan che tuttavia, volente o nolente, ha sempre dipeso dal suo sinistro. La deludente stagione rossonera ha risvegliato nei tifosi rossoneri una rabbia viscerale scaturita dalla delusione di vedere un giocatore potenzialmente talentuoso ma spesso inefficace, un po' come quei professori che osservano delusi uno studente bravo ma che non si applica.

NUMERI IMPIETOSI Confrontando le reti e gli assist messi a segno a partire da Gennaio 2016, la prima vera stagione da titolare dello spagnolo, Suso tra alti e bassi ha sempre avuto un buono score dopo 17 giornate giocate tranne in questa stagione. Se nelle ultime 19 giornate in maglia rossoblù aveva messo a segno 6 reti e 1 assist, nelle prime 17 partite della stagione 2016/2017 in rossonero ha registrato 5 gol e 4 assist. Continuando nell'analisi dei numeri possiamo notare come nella stagione 2017/2018 il numero 8 avesse messo a segno 5 gol e tre assist in 17 giornate mentre nella scorsa stagione, nello stesso periodo, i numeri dello spagnolo recitavano 4 gol e otto assist. Dati incredibili se confrontati con le statistiche di quest'anno che parlano per il nativo di Cadice di un solo gol e un solo assist: numeri incommentabili che spiegano l'incredibile momento di difficoltà del fantasista spagnolo e del Milan. Sì perchè a dispetto di qualche hater dello spagnolo che dice il contrario, quando gioca Suso gioca anche il Milan e a tal proposito si possono citare due esempi chiari: la partita di Bologna di quest'anno in cui lo spagnolo ha offerto la sua prestazione migliore e l'altra faccia della medaglia ovvero la pesante sconfitta di Bergamo in cui lo spagnolo fuori forma e inesistente è stato il perfetto testimonial del Milan in campo domenica.

AD UN PASSO DALLA BOCCIATURA E' vero siamo solo a metà della stagione ma la costanza di non rendimento di Suso lo sta costringendo quasi ad una bocciatura anticipata. Tra voci di mercato e l'arena di sfogo di Instagram, i tifosi rossoneri hanno esaurito la pazienza con il numero 8 rossonero colpevole di dimostrare le sue potenzialità una partita sì e quattro no. Per uscire dal baratro della mediocrità il Milan necessità di leader tecnici e caratteriali e non talenti altalenanti. Per questa ragione ma anche per il suo futuro Suso deve, una volta per tutte, scegliere il suo destino: essere una guida per i rossoneri e rimanere nelle memorie dei tifosi oppure essere un gregario talentuoso ma malvisto dal popolo rossonero.