L'Europa League per tornare ad essere all'altezza dei grandi palcoscenici

Sono passati ormai quasi 7 anni dall'11 marzo 2014, giorno in cui il Milan disputò la sua ultima partita di UEFA Champions League. Erano gli ottavi di finale, e i rossoneri guidati da Clarence Seedorf, subentrato in corsa a Massimiliano Allegri, furono sbattuti fuori dalla competizione dall'Atletico Madrid di Diego Costa e del Cholo Simeone: al Vicente Calderòn terminò 4-1 per i Colchoneros dopo lo 0-1 dell'andata. Sembra davvero passata un'eternità, soprattutto ripensando alle vicissitudini societarie che hanno interessato da vicino il Diavolo negli ultimi tempi.
Un periodo buio, fatto di scelte sbagliate, azzardi non riusciti e all in sprecati, che però sembra essere arrivato ad una fine: il Milan di Pioli, Maldini, Ibrahimovic e Ivan Gazidis da un anno a questa parte ha iniziato un processo di crescita chiaro e definito, descritto in modo limpido fin dal primo giorno dai protagonisti e corroborato dai fatti di campo. Ivan Gazidis non perde l'occasione di ripeterlo, riportare in alto il Milan, "là dove gli compete", è una sfida affascinante e difficile, complicata e intrigante, elettrizzante e tortuosa. Eppure l'AD sudafricano, supportato in modo ineccepibile dalla proprietà americana di Elliott, ci sta riuscendo. Nonostante l'inizio difficile, nonostante scelte infelici e virate dell'ultimo secondo, questo Milan è sulla strada giusta. Per la prima volta da tanti anni la squadra ha un senso logico nel modo in cui è stata costruita, ha un senso logico nel modo in cui gioca e ha un senso logico nel suo allenatore. Un gruppo di lavoro che cerca di raggiungere una modernità, sul campo e fuori, che mancava da tempo. Per anni ci si è cullati nel pensiero "siamo il Milan", nell'importanza della maglia rossonera e della valenza storica di un club che la storia, soprattutto quella Europea, l'ha scritta più di ogni altra squadra italiana. Questo è un Milan umile, conscio del tempo che ci vuole per ritornare a certi livelli e determinato nel raggiungerli il prima possibile, soffrendo e lavorando, senza scorciatoie, né sportive né finanziare. L'idea di Gazidis, caldeggiata dai Singer, di una squadra piena di giovani talenti e dai costi ridotti sta trovando il suo senso grazie al lavoro dell'area scouting, dei dirigenti, dell'allenatore e di un campione come Zlatan Ibrahimovic. Giovani sì, ingenui no: nel calcio l'equilibrio è alla base di tutto e spesso viene sottovalutato.
La squadra più giovane del campionato fa il salto di qualità grazie alla mentalità e alla cultura del lavoro dello svedese, abituato ad essere un martello in allenamento come in partita. È confortante, lo si capisce dalle loro parole, che i giocatori abbiano capito che senza sacrifici e senza la giusta mentalità non si arriva da nessuna parte. Gli incidenti di percorso come quello di sabato contro lo Spezia fanno parte del processo di crescita e ribadiscono ancora una volta che quanto raggiunto finora non è frutto del caso, ma solo del lavoro duro. Senza il giusto approccio questo Milan diventa una squadra normale. È un concetto su cui continuare ad insistere, soprattutto in vista del prossimo anno: magari è presto per parlarne, ma è più che probabile che nella prossima stagione i rossoneri torneranno a giocare la Champions League. I tifosi torneranno a sentire la tanto agognata musichetta, molti giocatori esordiranno nella massima competizione europea con la maglia del Diavolo. Ma anche qui, essere il Milan non ti regala nulla. I concetti su cui si è lavorato in quest'ultimo anno dovranno essere approfonditi ed esasperati all'ennesima potenza per evitare brutte figure. Ovviamente non si chiede ai ragazzi di cercare di competere subito per la vittoria, lo stesso Maldini ha ammesso che il divario con le big è ancora evidente, ma la storia, il blasone e l'importanza di questa maglia vanno onorati, sempre. Questa squadra però ha la fortuna di poter fare "apprendistato" in Europa League, competizione snobbata dai più ma davvero molto importante. Nei prossimi giorni Ibra e compagni affronteranno Stella Rossa, Inter, Stella Rossa e Roma. Squadre forti e insidiose, da rispettare ma assolutamente da non temere. Per tornare ad alti livelli è necessario onorare al massimo tutti gli impegni, pensando sempre di poter vincere e mettendo in campo tutto quello che si ha. Poi nel calcio si può vincere o si può perdere, il concetto importante però è sempre quello di offrire una prestazione all'altezza e in linea con i propri valori e le proprie idee, soprattutto per una squadra in crescita e che deve riabituarsi a certi palcoscenici come il Milan. È inevitabile che in questa settimana il derby sia un pensiero fisso, soprattutto vista la classifica, ma per ritornare ad essere grandi bisogna riprendere la mano con il calcio europeo. La Champions League è ovviamente tutta un'altra cosa, ma il Milan deve puntare a migliorarsi offrendo la miglior versione di sé anche in Europa League.

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