La miglior giocata di Ibrahimovic in Milan-Hellas Verona è nel post partita

La miglior giocata di Ibrahimovic in Milan-Hellas Verona è nel post partitaMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO
lunedì 9 novembre 2020, 20:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Se si dovessero analizzare solo i numeri allora il giudizio unanime sulla partita di ieri sarebbe chiaro e cristallino: contro il Verona il Milan ha buttato via due punti. Ma, fortunatamente direbbe qualcuno, il gioco del calcio è anche numeri, non solo numeri. Dopo una prova scialba e da encefalogramma piatto in Europa League contro un Lille straripante, i rossoneri erano chiamati al riscatto contro un avversario tutt'altro che semplice: l'Hellas Verona di Juric è una squadra quadrata, con un'identità ben definita e che sa benissimo cosa fare in campo. Ed effettivamente così è stato: dopo soli venti minuti sul prato verde di San Siro lo score racontava che gli ospiti erano in vantaggio di due lunghezze, due gol arrivati in modo piuttosto fortunoso (ma anche a causa di una gestione dei piazzati dei rossoneri non perfetta). E proprio come contro i francesi il Milan è passato in svantaggio e si è ritrovato ad inseguire un avversario che fino a ieri aveva la miglior difesa della Serie A con sole tre reti al passivo. In molti si chiedevano se ci sarebbe stata una risposta decisa dai ragazzi guidati da mister Pioli, e c'è stata. Decisamente. Fra le mille difficoltà che si sono presentate nella gara (a dir la verità anche prima, con capitan Romagnoli costretto a dare forfait per un problema al flessore), gli episodi sfortunati come l'autogol di Calabria, due gol annullati, un penalty non dato per un fallo che ha costretto Leao ad abbandonare il campo anzitempo e il rigore sbagliato da Zlatan Ibrahimovic i rossoneri hanno dimostrato di averne ancora e ancora, fino ad arrivare all'agognato e meritato pareggio nei minuti di recupero con il solito, immenso Ibra.

SAGGEZZA - Ed è proprio sullo svedese che sarebbe giusto soffermarsi ancora una volta. Nel post partita, intervistato da Sky Sport, il numero 11 ha ammesso:  "Sono stanco, mi è mancata lucidità davanti la porta, però oggi non c'ero, sono contento che c'è la sosta e mi riposo". E non si nasconde sui calci di rigore: "Sono arrabbiato. Perché il pareggio oggi non va bene, abbiamo avuto tante occasioni e ho sbagliato un rigore. Il prossimo lo lascio a Kessié". E sdrammatizza a Milan TV: "Non tiro il rigore la prossima volta, mi manca la Curva e allora ho tirato il pallone lì (ride, ndr). Ho sbagliato tre rigori, il prossimo lo lascio a Kessie. Ho bisogno di riposo mentale, la sosta arriva al momento giusto”. Nelle ultime settimane, in seguito agli errori dagli undici metri contro Cagliari, Inter e Sparta Praga in molti hanno criticato lo svedese per la sua mancanza di umiltà. Ma ancora una volta Zlatan ha sorpreso tutti, mettendo a tacere sul nascere sterili polemiche. Un campione del suo calibro potrebbe nascondersi dietro gli incredibili numeri della sua carriera, ma proprio perché è un campione anche sbagliando riesce a portare serenità in squadra e fra i tifosi. Dopo 8 gol e 1 assist in 5 partite di Serie A sarebbe paradossale pensare che Ibra sia un problema, ma lo svedese ieri sera ha ammesso senza problemi i suoi sbagli: "Ho bisogno di riposo mentale, la sosta arriva al momento giusto”. A 39 anni Zlatan si è messo ancora una volta in gioco, dimostrandosi più forte, umano, decisivo e uomo squadra che mai.

GRUPPO - Il gruppo a disposizione di mister Pioli è sano, pieno di ragazzi volenterosi e dediti alla causa come più volte ribadito dal tecnico emiliano. Ed il pareggio di ieri è arrivato perché i giocatori, oltre ad avere un'ottima base tecnica e tattica, ci hanno creduto. Il Milan di Pioli sta tutto nel minuto 92. La grandissima galoppata di Theo, lo stop di Ibra in area, la parata di Silvestri che sembra spegnere ogni speranza, Brahim Diaz che si avventa sul pallone e lo pennella sulla testa di Ibrahimovic: Zlatan, ferito nell'orgoglio per il rigore sbagliato, sovrasta i difensori e di testa la piazza dove nessun portiere al mondo può arrivare. Stando ai numeri il Milan doveva vincere tanto a poco, ma il calcio è altro: il calcio è una leggenda che a 39 anni sta trascinando un gruppo giovane e talentuoso e che al termine di Milan-Hellas Verona ha l'umiltà di ammettere che anche lui è un essere umano. Chapeau, Ibra.