Milan, il 4-2-3-1 di Pioli mette gli uomini giusti al posto giusto

Milan, il 4-2-3-1 di Pioli mette gli uomini giusti al posto giustoMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 19 febbraio 2020, 18:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

In seguito alla piccola rivoluzione andata in scena nel mercato di gennaio, con diverse partenze importanti e innesti mirati, quello di Zlatan Ibrahimovic in primis, Stefano Pioli ha creato un Milan con una nuova identità tattica: dapprima si è affidato al più classico dei 4-4-2 che ha ridato solidità in difesa e pericolosità in attacco ed infine è passato ad un più equilibrato 4-2-3-1.

GLI UOMINI GIUSTI – Negli ultimi tempi una delle criticità dei rossoneri era lo schierare diversi giocatori nella loro posizione non naturale. Con i cambiamenti di Pioli la squadra ha trovato velocemente equilibrio soprattutto grazie ai nuovi ruoli utilizzati e la conseguente familiarità con le rinnovate indicazioni dell’allenatore. Bennacer e Kessie hanno dichiarato più volte di trovarsi a proprio agio in un centrocampo a due, mentre Castillejo e Rebic hanno dato grandissima disponibilità e corsa una volta schierati sugli esterni. Calhanoglu, che cercherà di tornare a disposizione già nel match di sabato sera contro la Fiorentina, è utilizzato finalmente nella posizione per cui è stato preso nell’estate del 2017 e che gli aveva permesso di mettersi in mostra nel Bayer Leverkusen. Infine ibrahimovic, che non ha più il dinamismo di un tempo, rimane comunque un punto di riferimento importante e difficile da contrastare lì avanti.

DISPONIBILITÀ E SACRIFICIO – Leggendo la formazione titolare del Milan in queste ultime partite si potrebbe pensare che sia uno schieramento totalmente sbilanciato in avanti: Rebic, Calhanoglu, Castillejo e Ibrahimovic effettivamente sono 4 giocatori estremamente offensivi sulla carta. Ma spesso e volentieri i numeri e i moduli sono un esercizio puramente formale, quello che conta in campo è l’atteggiamento e il modo in cui si interpreta un determinato ruolo. Uno dei segreti per mantenere l’equilibrio è la grandissima disponibilità che danno i due esterni in ogni partita. Rebic e Castillejo arano la fascia per 90 minuti e rincorrono generosamente l’avversario, fornendo una mano fondamentale anche in fase di ripiegamento. Il plauso è da fare sia all’allenatore, che ha tirato fuori dallo spagnolo e dal croato delle caratteristiche che nessuno credeva potessero avere e mettere in campo con così tanta costanza, e sia alle due ali: stanno offrendo un grandissimo lavoro fisico che permette alla squadra di essere imprevedibile in attacco e non essere troppo scoperta in difesa. Se Castillejo non riesce ancora ad arrivare lucido al momento della conclusione, Rebic invece sta attraversando un momento d’oro che gli ha permesso di segnare ben 6 gol nelle ultime 7 gare. Numeri incredibili che testimoniano lo strepitoso stato di forma dell’ex Eintracht.

IL 10 E IL 21 – Calhanoglu finalmente trova la posizione che di rado ha ricoperto in rossonero, quella del trequartista alle spalle della punta. Il numero 10, in gol contro Verona e Torino, è parso più determinante in fase offensiva grazie anche al maggior numero di palloni toccati a ridosso dell’area avversaria. Anche lui a volte pecca in lucidità, ma va sottolineato anche il suo enorme e fondamentale lavoro in copertura. Grazie al sacrificio dei suoi compagni Ibra quindi può rimanere in avanti ed essere il fulcro del gioco offensivo di Pioli, un punto di riferimento totale che catalizza l’attenzione degli avversari e dei suoi compagni. Nelle ultime settimane sta lottando contro qualche fastidio fisico di troppo, ma anche a mezzo servizio Zlatan è assolutamente imprescindibile per questo Milan. Gli uomini a disposizione di Pioli iniziano ad essere contati a causa di qualche infortunio di troppo, ma è innegabile che la mano dell'allenatore sullo scacchiere tattico rossonero sia ben visibile e, per il momento, efficace.