Paquetá, che involuzione: oggetto misterioso o talento incompreso?

Per un Calhanoglu ritrovato con Stefano Pioli c’è un Paquetá che non riesce proprio a destarsi dal torpore. Dopo il cambio sulla panchina rossonera sono stati diversi i giocatori del Diavolo a migliorare drasticamente il proprio rendimento mentre il brasialiano, a causa del mercato e probabilmente di una personalità poco forte, non è riuscito ancora ad emergere.
DALLA TITOLARITÀ ALLA PANCHINA – Quando l’anno scorso Paquetá arrivò dal Flamengo entrò subito nell’undici titolare di Rino Gattuso e non ne uscì più. Lucas Tolentino aveva dato freschezza e quel tocco di imprevedibilità in più al centrocampo rossonero, integrandosi bene e alla svelta nei meccanismi dell’allenatore calabrese. Numeri alla mano i suoi primi 6 mesi italiani non sono stati niente di eclatante, ma in campo era evidente che si trattasse di un giocatore interessante e con qualità uniche nella rosa rossonera. Ci si augurava che la stagione attuale sarebbe potuta essere quella della riconferma e dei miglioramenti, ma è palese come tutto sia andato storto. Il numero 39 è stato quasi subito bocciato da Giampaolo, che lo ha definito “troppo brasiliano”. Il nazionale verdeoro si è limitato a rispondere sui social, mentre sul campo il suo rendimento è andato sempre più calando. Con l’arrivo di Pioli tutti si auspicavano un netto cambio di rotta, ma così non è stato. Anche a causa del cambio di modulo, il 4-4-2, il brasiliano non è riuscito a ritagliarsi spazi importanti, uscendo piano piano anche dalle rotazioni del nuovo. Neanche quando è stato schierato, nel 4-2-3-1, in quella che in teoria dovrebbe essere la posizione che predilige: trequartista alle spalle della punta. Nella partita contro il Torino del 17 febbraio era tornato fra i titolari (l’ultima volta risaliva al 23 novembre 2019 in Milan-Napoli) ma è stata un’occasione che Paquetá non è riuscito a sfruttare: 69 minuti di giocate banali e decisioni spesso e volentieri sbagliate, prima di essere sostituito
IL MERCATO – Il momento difficile del rossonero può essere imputato anche al mercato di gennaio, in cui Lucas sarebbe potuto essere uno dei protagonisti. È stato cercato prima dal PSG tramite Leonardo, che un anno prima l’aveva portato in Italia, ma l’offerta del dirigente carioca è stata ritenuta quasi ridicola dal Milan: i rossoneri volevano almeno 30 milioni, i francesi ne offrivano 20. Tramontata l’ipotesi PSG si è provato ad imbastire, come confermato anche dal suo agente, uno scambio con Bernardeschi della Juventus: la differenza fra gli ingaggi dei giocatori non ha fatto decollare l’affare nonostante le due squadre ci abbiano lavorato fino all’ultimo.
IL FUTURO – Ad oggi è abbastanza chiaro che questo Paquetá non è utile alla causa rossonera, ma è anche vero che il Milan non vuole e non può bruciare un investimento che solo un anno fa gli è costato ben 35 milioni di euro. All’inizio del mese Pioli ha parlato così del centrocampista: “Paquetá è un giocatore del Milan e deve lavorare bene, tanto e dare disponibilità totale. È un buonissimo giocatore come lo sono i suoi compagni, deve lavorare per farsi trovare pronto". Il messaggio è chiaro, ora sta a lui decidere se recepirlo o meno: è anche in questi momenti che si vede la differenza fra un giocatore determinato e dal sicuro avvenire e uno dei tanti giovani talenti che si perdono per strada. Paquetá, a te la scelta.

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