Si entra nell'era Fonseca, nonostante la protesta dei tifosi. Ma nella storia rossonera non c'è (quasi) mai spazio per i big in panchina

Si entra nell'era Fonseca, nonostante la protesta dei tifosi. Ma nella storia rossonera non c'è (quasi) mai spazio per i big in panchinaMilanNews.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 27 maggio 2024, 14:00Primo Piano
di Gaetano Mocciaro

Manca solamente l'ufficialità per l'arrivo di Paulo Fonseca al Milan. Il portoghese è il prescelto, non ci saranno ripensamenti. Con buona pace dei (tanti) tifosi che ne contestano la scelta. È un nome che non scalda la piazza, come poteva scaldarla Antonio Conte (destinato al Napoli), Thiago Motta che andrà alla Juventus o Roberto De Zerbi, tecnico in ascesa e, cosa che non guasta, pure milanista. Il Barcellona, che a differenza dei rossoneri è in condizioni economiche disastrose, ha scelto un tecnico che in poco meno di due stagioni al Bayern Monaco ha vinto sette titoli, compresa la Champions League.

Fonseca non è di quegli allenatori che fa sognare e nemmeno in parabola ascendente, come lo è Motta per fare un esempio concreto. L'ultimo titolo vinto nel 2019 col campionato ucraino. A Roma ha fatto bene senza entusiasmare, a Lille ha fatto bene con poco budget a disposizione ma nel concreto ha mancato la Champions diretta all'ultima giornata. In un certo senso la scelta dirigenziale ricaduta sul portoghese rimanda a quella del 2019 quando venne chiamato Stefano Pioli. Era però un altro Milan, che non faceva le coppe e non aveva nemmeno l'appeal che ha riconquistato oggi, peraltro grazie al tecnico di Parma.

Nella sua storia il Milan, anche quello dell'era d'oro di Berlusconi, ha fatto scelte alternative per la panchina senza mai puntare al tecnico del momento. Qualcuno è stato costruito in casa, come Capello, Leonardo, Seedorf, Inzaghi, Brocchi e qualcun altro aveva fatto dei buoni campionati in A ma senza portare trofei, sebbene Zaccheroni si distinse per aver portato l'Udinese in Coppa UEFA. Persino Carlo Ancelotti, che arrivò nel 2001 con un curriculum di tutto rispetto, era ad ogni modo accompagnato dalla fama di perdente.

La differenza la fece una rosa di livello ed è questa la speranza: che arrivino acquisti all'altezza e che possano essere sapientemente gestiti. In questo, assicurano in Francia, Fonseca si è dimostrato molto bravo sapendo peraltro mescolare bene giocatori d'esperienza con giovani da lanciare. Non resta che auguragli "in bocca al lupo".