Tuttosport - Maignan, chi l'avrebbe detto? Come Magic Mike ha conquistato il Milan

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© foto di DANIELE MASCOLO
venerdì 29 aprile 2022, 10:00Primo Piano
di Francesco Finulli

La stagione del Milan ha avuto tanti volti protagonisti: leader come Ibra e Kjaer assenti in campo ma presenti con il loro carisma; Leao e la sua esplosione; Giroud e i suoi gol decisivi... Sicuramente non si deve dimenticare quanto sta facendo Mike Maignan, arrivato con un'eredità pesantissima da gestire e tra lo scetticismo di molti tifosi. Magic Mike, come ben presto è stato ribattezzato, è stato determinante per i rossoneri e si è subito conquistato San Siro a suon di parate ma soprattutto grazie al suo atteggiamento.

I numeri parlano chiaro

Tuttosport, oggi in edicola, riporta alcuni numeri significativi fatti registrare nel corso di questa stagione dall'estremo difensore francese. Si sa, in questi casi i numeri non mentono mai e possono davvero raccontare qualcosa. Nonostante abbia subito solo 20 gol la sua percentuale di parate è la più alta di tutta la Serie A: l'80,2%, più di Handanovic, Ospina e Szczesny. La vera rivoluzione, però, è stata quella del suo apporto con i piedi. La bravura di Mike nel gestire il pallone ha permesso al Milan delle soluzioni tattiche imprevedibili, messe in mostra già alla prima di campionato contro la Samp, quando da un lancio lungo del 16 si sviluppa il gol di Brahim Diaz che apre le danze del campionato rossonero. O, ancora contro la Sampdoria nella gara di ritorno, quando ha trovato addirittura l'assist per il gol di Leao. Nel corso di questa stagione, in campionato ha effettuato la bellezza di 840 passaggi, corti o lunghi non fa differenza. Infine, ultimo dato rilevante riportato dal quotidiano, è quello dei 14 clean sheets.

Leader

L'apporto di Maignan garantito alla formazione rossonera, però, non è stato solo di carattere tecnico. Il carisma, lo spirito e la personalità che ha da subito fatto intravedere in allenamento con Dida e nelle prime uscite con la maglia rossonera (già dalle amichevoli) hanno fatto subito intuire che ci si trovava davanti a un giocatore di spessore. Non è un caso che il reparto difensivo rossonero quest'anno abbia subito 11 gol in meno dell'anno scorso, pur con assenze pesanti durante la stagione (Kjaer su tutte). La gestualità, la mimica e la sicurezza che infonde ai suoi compagni di difesa è palpabile e si riscontra anche da come i compagni si rapportano con lui: l'abbraccio a fine partita a Cagliari con Tomori ne è un esempio. Insomma, un'operazione di mercato che - a nemmeno un anno di distanza - pare essere già stata più che promossa.