Gigio, Calha, Franck, Ibra, è arrivato il momento del rinnovo
Lo ripetiamo da qualche settimana, mai come in questo momento storico, con la squadra falcidiata da infortuni a raffica, l’uscita dall’Europa e qualche débâcle di troppo in campionato, sarebbe indispensabile una bella notizia. Qualcosa di forte, decisivo, deflagrante, un evento capace di scuotere provvidenzialmente la truppa rossonera e trasformarsi in uno switch positivo per concludere il campionato così come l’abbiamo iniziato, vincendo. Vincendo sempre.
La bella notizia in questione potrebbe essere solo una: il rinnovo attesissimo di uno dei tanti big, al momento in bilico precario tra il restare al Milan e andar via lasciando un vuoto pneumatico devastante da fronteggiare.
Donnarumma in testa, poi Calhanoglu, Ibrahimovic (giugno 2021, quindi fra tre mesi) e a seguire Kessiè, Kjaer, Calabria, Romagnoli (2022), sono tanti i rossoneri con il contratto in scadenza tra poco, pochissimo tempo. Le situazioni naturalmente sono diverse una dall’altra e appare difficile al momento fare previsioni sullo sviluppo delle varie trattative. Con Mino Raiola, ad esempio, sono aperti più fronti: quello impellente e più delicato da gestire è relativo a Donnarumma, ma sul piatto della bilancia ci sono anche i rinnovi di Ibrahimovic e di Romagnoli. In pratica i tre capitani del Milan.
Per quanto riguarda Gigio, più che sulla questione pecunia (Maldini si è già spinto molto in là con la cifra offerta), la discussione verte soprattutto sulla durata del nuovo accordo. SuperMino spinge per un mini-rinnovo di 1/2 anni, naturalmente con clausola rescissoria risibile, mentre il Milan pretende almeno 4 o 5 anni di contratto. La mia idea è che quello di Gigio, anche se il più difficile da gestire, sia il prolungamento più scontato, nel senso che il portierone di Castellammare alla fine firmerà. Troppo grande - e già ampiamente dimostrata in passato - la sua passione rossonera per poter andar via a scadenza. C’è da capire quando apporrà il suo prezioso autografo in calce al nuovo contratto e a quali condizioni.
A proposito di clausola, su questo spero Maldini non voglia transigere: se clausola deve essere (e mi auguro francamente di no), che sia proporzionata al valore e allo stipendio del giocare. Per un giocatore che pretende 10 milioni di stipendio annuo, la clausola non può essere inferiore ai 100 milioni. E se davvero Raiola la vuole fissare a 30, per agevolare un eventuale futuro trasferimento altrove, si accontenti di 3 milioni di stipendio, con buona pace di tutti.
Sistemata la pratica Donnarumma, gli altri prolungamenti di contratto potrebbero arrivare a cascata, uno dopo l’altro, con Gigio leader in campo e nuovo capitano di questa squadra a fare da traino anche sulla delicata faccenda dei rinnovi. Però occorre sbrigarsi, cambiare velocità, mettere le marce alte ed iniziare a correre - un po’ come dovrebbe accadere in campo vaccini anti-Covid, ma questa è un’altra storia - per non rischiare di trovarsi a breve con il cerino in mano. Nei mesi scorsi abbiamo percepito forse un’eccessiva calma da parte di Maldini e Massara sulla questione rinnovi. C’era sempre qualcosa di più impellente e immediato da gestire: in estate il mercato, poi l’inizio della stagione, poi l’Europa League, quindi la nuova sessione del mercato invernale, e poi Covid, infortuni etc. etc.
Ora che le emergenze sono finalmente finite, a maggior ragione in questi 15 giorni di campionato fermo, occorre stringere i tempi, lavorare 24 ore al giorno e attaccare al muro (metaforicamente) i vari Raiola, Stipic, Atangana, Beck per strappare i rinnovi tanto attesi. Perdere a parametro 0 anche uno solo di questi giocatori rappresenterebbe una macchia indelebile sulla carriera fin qui inappuntabile del direttore tecnico di Ac Milan, Paolo “Leggenda” Maldini.
Un’eventualità che i tifosi rossoneri non vogliono neppure prendere in considerazione.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
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