Donnarumma meglio di Ibra e Buffon. Il suo rinnovo è più urgente di Calhanoglu. L’abbraccio di Pioli a Tonali è da scudetto

Donnarumma meglio di Ibra e Buffon. Il suo rinnovo è più urgente di Calhanoglu. L’abbraccio di Pioli a Tonali è da scudettoMilanNews.it
martedì 5 gennaio 2021, 00:00Editoriale
di Alberto Cerruti

Ibrahimovic sembrava pericolosamente insostituibile: la forza del Milan con lui, il limite senza. Invece, anche se l’attaccante svedese ha giocato meno della metà delle partite di campionato (9 su 15), il Milan ha continuato a segnare almeno due gol per volta senza di lui. E allora la verità, tanto sorprendente quanto piacevole per i tifosi rossoneri, è questa: grazie anche all’esempio in campo e alla carica fuori di Ibrahimovic, il Milan è diventato una squadra completa, in cui tutti segnano e tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile. Basta pensare a Theo Hernandez, decisivo contro la Lazio ma assente per squalifica a Benevento, dove il Milan ha vinto grazie al perfetto rigorista Kessie e al gol capolavoro di Leao. Nel tabellino dei marcatori ci sono i loro nomi, ma ancora una volta tra i migliori, se non il migliore in assoluto, è stato Donnarumma, capace di salvare il risultato in più di una occasione. Sulla schiena porta il numero 99 nel ricordo del suo anno di nascita, ma sarebbe meglio se dal prossimo anno giocasse con la maglia numero uno, quella dei grandi portieri, perché è lui il vero numero uno del Milan, che para bene in campo e ora parla bene fuori, come non aveva mai fatto in precedenza. Più leader di Romagnoli, unico capace di mantenere un rendimento sempre elevato, senza gli alti e bassi di Leao che segna gol spettacolari ma poi scompare, Donnarumma ha già fatto sapere di voler rimanere al Milan e quindi sarebbe meglio accelerare i tempi e rinnovare il suo contratto, per evitare spiacevoli sorprese. Deve essere questa l’assoluta priorità pensando al futuro, perché Calhanoglu può attendere ed eventualmente partire, visto che pretende un aumento di ingaggio spropositato, pensando alle difficoltà provocate dalla pandemia, prima che ai suoi tardivi progressi. Un centrocampista come lui e persino un grande attaccante come Ibrahimovic, prossimo agli “anta”, si potranno sostituire mentre un altro portiere come Donnarumma non si trova da nessuna parte. Per questo, per il presente e il futuro, Gigio è più importante di tutti i suoi compagni, migliore anche di Ibrahimovic per continuità di rendimento e presenze. Nemmeno Buffon alla sua età aveva giocato così tanto ed era titolare in Nazionale e siccome a 42 anni non ha ancora smesso, Donnarumma ne ha altri venti da trascorrere nella porta del Milan.

In attesa della fumata bianca, o meglio rossonera per il suo rinnovo, bisognerebbe rinforzare l’organico perché gli infortuni e le squalifiche aumentano, come le partite che il Milan dovrà giocare tra campionato, Europa League e coppa Italia. Scelga Maldini dove e come, ma sarebbe un grave errore di presunzione tecnica e di strategia economica non allargare l’organico, anche se Pioli non è Conte e non si lamenterà mai. Questa è la sua forza, figlia di una serenità e di uno stile che ci ricorda sempre più quello del suo vecchio compagno bianconero Scirea. Soltanto Pioli, infatti, poteva accogliere Tonali con un abbraccio dopo la sua espulsione a Benevento che ha lasciato il Milan in dieci per un’ora. Un altro, al suo posto, avrebbe fatto come Conte che per molto meno ha rimproverato pubblicamente Vidal dopo il 6-2 al Crotone. Pioli, invece, si è limitato a dire che questo errore servirà a Tonali, senza aggiungere punizioni verbali alla giornata di squalifica che gli impedirà di affrontare la Juventus. E così l’abbraccio di Pioli a Tonali è già da scudetto, a prescindere da come finirà la stagione. Perché se il Milan è solo in testa alla classifica dopo quindici giornate il merito non è soltanto dei primi dieci gol di Ibrahimovic, dei rigori perfetti di Kessie, delle volate di Hernandez, dei colpi da campioncino di Leao e delle paratissime di Donnarumma. Il merito è anche di Pioli che urla di gioia e non di rabbia, preferendo un abbraccio a una sgridata.