E' l'ora di Barbara

Ora che Ariedo Braida se n'e' ufficialmente andato con il solito scarno comunicato ufficiale, meritando una standing ovation come i grandi che hanno lasciato in questi anni; ora che Adriano Galliani ha cominciato con lo spartirsi la carica dividendola in due e sta per accettare la spalmatura della liquidazione, oltre a un importante incarico in politica; ora che Massimiliano Allegri ha ufficialmente salutato la truppa, da cui si congedera' al piu' tardi a finr maggio; ecco, ora davvero tocca a Barbara Berlusconi.
I milanisti sono idealmente aggrappati a lei, al suo entusiasmo, alla sua voglia di fare e di cambiare, perche' l'oblio e il declino in cui questa societa' e' stata lasciata arenare nelle ultime stagioni non e' propria della mentalita' del padre. Al di la' dei nomi e del mercato, cosa ci sia da ricostruire e' molto chiaro e molto urgente. Anzitutto, la figura una e trina di Galliani va sostituita adeguatamente: e' stato l'amministratore, l'uomo del mercato e l'uomo del marketing. E' stato per 27 anni l'unico referente della proprieta', responsabile agli occhi del Presidente, dei media e dei tifosi delle mille conquiste e di qualche clamoroso fiasco. Ma uno come Galliani che conosce questioni fiscali, regolamentari, federali, internazionali, uomini e caporali, Leghe e sette di vario genere, va rimpiazzato con un uomo di grande passione, personalita', affidabilita', esperienza fatta e da fare. Non ci viene in mente altro nome che non sia quello di Demetrio Albertini.
Va ridata importanza e credibilta' a quella rete di osservatori e collaboratori gia' relegata ai margini ai tempi di Cesare Maldini: nomi e relazioni arrivano puntuali ed esaurienti sui tavoli che contano, bisogna dare un seguito pero', avere e dare fiducia, crederci.
Sul mercato nessuno pretende che si torni a scalare la classifica dei Palloni d'oro, i tempi sono assai diversi. Basta semplicemente alzare il tiro rispetto ai bidoni rifilati nelle ultime sessioni, cercare uomini di personalita' ai quali venga insegnato subito cosa significa vivere a Milanello e indossare la maglia rossonera, perche' chi c'e' adesso non lo fa a sufficienza. E quando si parla di giovani, bisogna concordare bene i piani con l'allenatore: se si dice che si possono liberare a cuor leggero Ambrosini e Flamini perche' Cristante "ce l'abbiamo in casa", fatecelo vedere almeno un minuto.
Se il mercato e' "incominciato a gennaio con Saponara", fatecelo vedere almeno un minuto (magari prima di spomparlo dopo un'ora di derby...). Se si e' avuta pazienza all'inverosimile con Pato perche' e' brasiliano, la sia abbia come e piu' con El Shaarawy e De Sciglio che sono patrimonio autarchico inestimabile. Se avete un minimo di rispetto ancora nei confronti dei tifosi, non diteci mai piu' che Zapata, Constant, Muntari, Birsa e l'ultima biennale edizione di Robinho (per il rinnovo del quale qualcuno aveva persino fatto festa) sono all'altezza di giocare in questa squadra. Per favore.
Il nuovo allenatore Clarence Seedorf abbia l'appoggio incondizionato della societa' perche' la societa' e' convinta della scelta e non perche' voglia risparmiare su esonero e nuovo ingaggio come negli ultimi 2 anni. Le scelte vengano concertate insieme, come e' sempre stato, e si ridipinga la facciata del Milan come il mondo la conosce. Non da 27, ma da 114 anni.
Un'ultima cosa, Barbara, con molto affetto: si sara' gia' accorta che nel calcio qualche decisione andra' presa per passione, con la pancia o con il cuore, purche' il sangue sia caldo nelle vene. Qualunque decisione prenda da oggi in poi, se e' presa per amore del Milan, abbia mai paura che sia sbagliata. Buon lavoro.

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