Forza Florenzi! Sempre in svantaggio: c'è un problema. Da Reggio a Salisburgo lezioni universitarie. Il turnover logora chi non lo fa
Il primo pensiero è certamente per Alessandro Florenzi, al di là dei rituali auguri di buona guarigione. Si è inserito e calato nell'ambiente Milan da capitano, da professionista e da uomo. E' una persona apprezzata nel Senato di Milanello e benvoluta dai giovani: mancherà, sono certo che lo rivedremo perché la tempra è forte e lo spirito anche di più.
Non avesse parato Maignan il rigore di Berardi contro il Sassuolo, i rossoneri sarebbero andati sotto in 5 delle 6 partite di questo inizio stagione tra campionato e Champions. Non ci siamo. Alcuni meccanismi tattici devono essere rodati: via Kessie e con un trequartista offensivo, non ancora perfettamente integrato, si aprono falle e buchi che condizionano scelte e interventi dei singoli. Ci vuole tempo, ma non ne resta molto. Non si possono chiedere né a Tonali né a Bennacer, che già fanno una fase difensiva corposa, ulteriori sforzi mentali e fisici: è necessario che sia la squadra a ritrovare la sua solidità e compattezza, perché non si può scendere in campo ad ogni gara sullo 0-1. In questo senso le lezioni da Reggio Emilia a Salisburgo via derby, devono far capire al Mila che il diploma di scuola media superiore è in bacheca, ma che all'università è un'altra musica. Oggi sei atteso da bidelli e professori come il primo dell'aula e non ti puoi permettere distrazioni, rodaggi di concentrazione e orpelli simili. Per tutta la durata dell'anno accademico. Se vuoi la laurea, devi sudare come e più di prima. Tutte le grandi squadre europee stanno lavorando in cantiere, solo il Real Madrid e in parte il PSG appaiono già avanti nel programma. I punti fermi del Milan acquisiti in questi ultimi 2 anni devono tornare ad essere certezze da cui ripartire e non difetti da correggere.
Quando si entra in questi discorsi, è fatale sbattere la testa contro il muro del turnover, quella medicina che funziona benissimo se sei sano ma che non è nemmeno un viatico se stai appena indisposto. Il turnover non ha controprove e quindi è azzeccato se vinci, è azzardato se non funziona qualcosa. Trattasi comunque di una terapia necessaria in una stagione in cui siamo entrati a tutta velocità, dovendo giocare ogni 72-96 ore. Rebic, Krunic, Florenzi, Ibra sono ai box, Origi è appena tornato: Pioli ha coraggio, sono certo che piano piano arriverà il turno di Adli, Vranckx, Thiaw e tutti gli altri. Abbassate i fucili, però: si tratta spesso di scelte necessarie, non di bizze o di capricci. I nuovi vanno attesi con fiducia, Tonali insegnava ieri e DeKetelaere insegna oggi: calma e sangue freddo.
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