Giugno, il mese dei tifosi non evoluti: ecco chi sono i candidati per placarli

Giugno, il mese dei tifosi non evoluti: ecco chi sono i candidati per placarliMilanNews.it
© foto di Pietro Mazzara
venerdì 25 maggio 2012, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
Giornalista sportivo a Mediaset, è stato caporedattore di Tele+ (oggi Sky). Opinionista per Telenova e Milan Channel. I suoi libri: "Soianito", "La vita è una" con Martina Colombari, "Sembra facile" con Ugo Conti.

Berlusconi e Galliani se ne facciano una ragione: giugno (scivolando a luglio e qualche volta in agosto) è il mese in cui alzano la voce i tifosi del Milan non evoluti, specialmente quando la loro squadra arriva da una stagione come quella che si è appena conclusa. Una deludente stagione.
Chi sono i tifosi non evoluti? Quelli che non capiscono e non si adeguano. Non capiscono come mai il presidente non fosse a San Siro nel giorno degli addii, non capiscono se questo certifichi un suo disinteresse verso la squadra, non capiscono se Barbara sia un incentivo o un deterrente rispetto a Piersilvio e Marina (nel senso che le aziende boccheggiano ed è papà a dover firmare gli assegni), non si adeguano al fatto che Inter e Juve in regime di fair-play abbiano comunque già incominciato a spendere. I tifosi non evoluti non vogliono che il Milan resista all'assedio per Thiago Silva: pretendono che il Milan lo tolga dal mercato.
Il tifoso non evoluto non è perfetto, una volta radunò un paio di centinaia di adepti sotto la sede di via Turati per contestare l'acquisto di Filippo Inzaghi dalla Juve in cambio della cessione di Zenoni ai bianconeri. Però esprime quello che il cuore e la pancia del tifoso rossonero trasmette al cervello. Il tifoso non evoluto congeda i senatori senza nemmeno versare troppe lacrime, perché pensa che a un certo punto sia giusto così e che Nocerino sia meglio di Gattuso, oggi, ma che Montolivo non sarà mai meglio di Pirlo. Del quale non piange il mancato rinnovo, ma la destinazione torinese. Il tifoso non evoluto vorrebbe che Nesta fosse sostituito con un campione, perché onestamente non sembra di scorgerlo nel Mexes che si perde Del Piero in Coppa Italia e regala a Messi e Jovetic i palloni che sanciscono l'addio rossonero a Champions e scudetto. Vorrebbe che a centrocampo Merkel avesse spazio e non capisce perché venga ceduto al Genoa, vorrebbe Tevez o Balotelli al fianco di Ibrahimovic oppure Tevez E Balotelli al posto dello svedese. Più o meno.
Insomma, il tifoso non evoluto ascolta i bla bla bla sugli stadi di proprietà, i bilanci delle spagnole, il marketing delle inglesi, l'avvento degli sceicchi, dei petrolieri, dei russi, degli americani, poi si interroga sul perché la crisi economica non sfiori i due Manchester, il Bayern, i due colossi spagnoli e soprattutto - occhio e croce, come abbiamo detto - Inter e Juve che hanno già cominciato o a spendere o a puntare obiettivi costosissimi. Considerazioni legittime, tutto sommato, per lo meno dubbi plausibili. La risposta della società rossonera è una sola: Adriano Galliani.

A lui affida da 5 lustri, col portafoglio gonfio o desolatamente vuoto, l'incarico di fare la squadra. Dal 2007 ad oggi (il periodo più lungo di mediocrità nell'era-Berlusconi) sono arrivati "soltanto" uno scudetto e una Supercoppa, ma è capitato anche al Real Madrid  - pur spendendo vagonate di euro - di restare tanto a lungo a secco. E l'effetto-Calciopoli è stato devastante sul morale del presidente del Milan, oltre che disarmante sul seguito dell'era-Ancelotti. Da quell'anno si sono passati il testimone Bronzetti, Raiola, Preziosi in quella che sembrava più una corsa al capezzale che un'alleanza di mercato. Eppure, ha portato a gente che compone la spina dorsale della squadra di oggi.
Oggi. Oggi, in un clima di rabbia, desolazione e protesta da parte del folto partito dei non evoluti di cui, non parlando di politica, facciamo parte anche noi ogni estate, proviamo a cercare segnali di ottimismo. Intanto, diteci se Palacio è meglio di Ibra, o di Cassano, o di un Pato risorto (le preghiere dei milanisti sono rivolte a lui...). Poi, prendiamo atto della lista dei candidati che Galliani prepara per soddisfare evoluti, non evoluti, ma soprattutto le esigenze di Allegri e le ristrettezze di Berlusconi: se Acerbi lo avesse preso chi ha appena vinto lo scudetto, sarebbe il colpo del secolo (ricordate come Ranocchia venisse considerato il  nuovo Baresi?), lo prende il Milan e sembra un comprimario alla Bonucci. Dopo di che si parla del gigantesco Strootman, una bestia mancina di 190 cm, Sahin che nel Real non trova spazio ma è un talento, Balzaretti (che con Montolivo sarebbe il secondo azzurro a raggiungere Milanello) per la fascia sinistra, una ipotesi Ogbonna il quale però è mancino come Acerbi (e appunto Strootman), un attaccante che sostituisca Inzaghi e/o Maxi Lopez, in sostanza una punta da una presenza, una panchina e una tribuna, una presenza, una panchina e una tribuna, eccetera. Basterà a placare i non evoluti? Se Thiago Silva non se ne andrà, potrebbe anche.
Quanto ai tifosi evoluti, a loro basta la salute: senza infortuni e con la rosa dell'anno scorso appena ritoccata, pensano che il 2012 non sarà bisestile. E a guardare il calendario, potrebbero avere ragione.