Higuain-Milan, ecco perché viene scelta la formula del prestito con diritto. Il Pipita gradisce i rossoneri, decisivo l'incontro con Leonardo. Bonucci, le domande che celano le risposte sulla sua volontà di andar via

Milan e Juventus vogliono chiudere la tripla operazione che vede coinvolti Leonardo Bonucci, Mattia Caldara e Gonzalo Higuain. Il punto di vista delle società è chiaro ed evidente, perché il triangolo economico-tecnico è già stato disegnato nei giorni scorsi. La valutazione identica dei cartellini di Bonucci e Caldara consentirà ad entrambe le società di non creare minusvalenze a bilancio e riporterebbe il capitano del Milan a Torino mentre in rossonero (ad un ingaggio raddoppiato) l’ex atalantino che con Romagnoli andrebbe a comporre la coppia di centrali del futuro, anche della nazionale. Il discorso adesso ruota attorno a Higuian. Il Pipita, ieri, è arrivato in Italia accompagnato dal fratello-agente Nicolas e nelle prossime ore è atteso il vertice con Leonardo. Si parte da un’idea chiara e da un gradimento da parte di Gonzalo alla destinazione Milan, visto che a Milano ha anche degli affari che cura in prima persona. I temi di discussione sono due: la formula del trasferimento e l’ingaggio.
Per quanto riguarda l’accordo tra i club, l’intesa di massima è stata trovata sul prestito oneroso con diritto di riscatto. Detto così potrebbe sembrare un’operazione senza senso ed è anche il dubbio che vuole togliersi la famiglia Higuain. In pratica, per avere un carico a bilancio più favorevole, il Milan pagherà una cifra importante alla Juventus che sarà una sorta di anticipazione del riscatto che avverrebbe nell’estate 2019. Questo perché i parametri Uefa legati al Fair Play Finanziario equiparano le operazioni in prestito con obbligo di riscatto a quelle a titolo definitivo e vanno caricate per intero. Con l’obbligo camuffato da diritto, ci sarebbe un doppio vantaggio: il Milan caricherebbe l’esborso nel prossimo anno fiscale e la Juventus – che nel mentre andrebbe ad ammortizzare il cartellino di Higuain per un altro anno – si troverebbe ad andare come minimo a pari, se non addirittura a produrre una piccola plusvalenza.
Il secondo punto riguarda l’ingaggio del giocatore. Il Pipita è un top player, tra i 10 centravanti più forti del mondo a mia opinione, e vuole essere retribuito come tale. Si parte da 7,5 milioni di euro all’anno per almeno quattro anni di contratto. Difficile che si possa trovare un’intesa a cifre inferiori a meno che la Juventus non gli riconosca una buonuscita. L’uscita di Bonucci dal monte ingaggi libererebbe uno slot importante che verrebbe occupato da Higuain (che vestirebbe la maglia numero 9). Tutto ruota attorno a questi due punti cruciali e se il Chelsea non dovesse affondare il colpo, allora le cose andrebbero più veloci.
Capitolo Bonucci. Un anno fa arrivò a Casa Milan accolto come il Papa. Nel corso dei mesi è successo qualcosa che il buon Leo, prima di lasciare il Milan, dovrebbe spiegare a tutti. Non è normale che un capitano chieda di andare via per tornare – questo è capibile – nella squadra dalla quale proviene. Che cosa sia successo lo sa solo Bonucci. Si è sentito preso in giro dalla precedente proprietà? Pensava di vincere subito al Milan e siccome non c’è riuscito, vuole tornare dove è tutto più facile? Si è rotto qualcosa nello spogliatoio? Insomma, che è successo Leo? Va bene che di Franco Baresi e di Paolo Maldini ne nascono uno ogni secolo calcistico, ma questo non è un atteggiamento accettabile. Probabilmente, quando le trattative andranno in porto, Bonucci risponderà a una di queste domande in conferenza stampa e ci dirà la sua verità.

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