Ibra tra Giroud e Benzema. Leao, nessun ricatto dal Mondiale. Theo e le scelte di Deschamps. I lunghi recuperi contro la truffa dei perditempo

Ibra tra Giroud e Benzema. Leao, nessun ricatto dal Mondiale. Theo e le scelte di Deschamps. I lunghi recuperi contro la truffa dei perditempoMilanNews.it
venerdì 25 novembre 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Olivier Giroud era finito un po' ai margini del progetto in Premier, mettendo insieme in 3 anni al Chelsea soltanto 75 presenze. Il che peraltro non gli ha impedito di vincere un Mondiale nel frattempo. Diversamente da Benzema, per lungo tempo quasi vessato da tifosi e critici merengues, non è mai stato asservito a una stella, in campo, ma funzionale al gioco: a Benzema contestavano, o non gradivano, la ridotta prolificità al servizio ora di Higuain, ora di Bale, ora di Cristiano Ronaldo. La "solitudine" stellare in attacco in queste ultime stagioni lo ha riqualificato per quello che è: un fenomeno da Pallone d'oro. Giroud invece è sempre stato un attaccante di peso e di classe, ma a sua volta non tutti gradivano il suo modo elegante e generoso di interpretare il pallone. Sono storture, contraddizioni di uno sport che vive spesso esclusivamente di numeri e di risultati, più che di passione. 

A gratificarlo per l'eccezionale partenza in Qatar, 2 gol all'Australia, sono arrivate anche le belle parole di Zlatan Ibrahimovic che lo ha già eletto come miglior giocatore della manifestazione. Confesso che il giorno dell'arrivo del francese, nonostante i problemi fisici pensavo che lo svedese si sarebbe un po' irretito. Invece ha vissuto questo rinforzo rossonero come tale, mai come un dualismo. Una maturità oltre il suo stesso ego. Forse anche perché dentro di sé ha sempre pensato che alla fine avrebbe comunque giocato lui, Ibra... Se la salute lo sorregge. Fatto sta che personalmente continuo a credere che professionisti di questa età e di questo valore, siano un esempio incommensurabile per la scuola di Milanello: il loro modo di vivere il pallone e il loro mestiere è esattamente l'obiettivo che devono prefiggersi tutti quelli che hanno ambizione.

Ho letto con fastidio di un Mondiale che potrebbe fare lievitare il valore e quindi le pretese di Leao. Lui è già stato eletto il miglior giocatore della serie A 2021-22, ha già dimostrato molto e - soprattutto - ancor di più deve dimostrare. Non penso proprio che né lui né il suo entourage pensino all'esperienza del Qatar come un'arma da usare nelle trattative con il Milan o interessati compratori. Il Mondiale è da sempre un'occasione di vetrina per tutti i migliori, e lui è tra questi. Lieviterà comunque la sua quotazione se riuscirà in qualche buona impresa in Nazionale, che peraltro in questo momento non gli riconosce la titolarità nonostante - finalmente - il primo gol con quella maglia, ieri al Ghana. 

Discorso lievemente diverso per Theo, pure lui poco considerato da Deschamps in questi anni e poi improvvisamente titolare nella Francia a causa dell'infortunio di suo fratello. Hernandez è una forza della natura e (secondo me ma non secondo il suo CT) tra i più forti nel suo ruolo, vero però che i galletti hanno lasciato a casa una rosa di campioni che potrebbe a sua volta giocarsi qualche chance in un Mondiale... E in una quantità così estesa di qualità, la vita è difficile per tutti.

Concludo con un tema che ci è caro: il tempo effettivo. Stiamo vedendo ai Mondiali dei recuperi record alla fine di ogni tempo, così che le partite durano 100 o addirittura 105 minuti, come se venisse aggiunto un tempo supplementare. A parte i soliti metodi arroganti della FIFA che ha aperto il pacco sorpresa senza minimamente accennarlo in alcun modo, mi sembra la naturale conseguenza delle perdite di tempo cui non si sottraggono né giocatori, né allenatori, né arbitri. Fino a quando non si arriverà a un cronometrista ufficiale, al tempo effettivo, a un atteggiamento in campo più serio da parte di tutti, il pubblico pagante va rispettato e non truffato. Quindi, benissimo i recuperi interminabili. Eccome.