Il disastro di ieri. Le ammissioni (tardive) di Pioli. Fallire la Champions sarebbe un disastro. Mercato? Se necessario, anticipare Sportiello

Il disastro di ieri. Le ammissioni (tardive) di Pioli. Fallire la Champions sarebbe un disastro. Mercato? Se necessario, anticipare SportielloMilanNews.it
lunedì 30 gennaio 2023, 17:18Editoriale
di Pietro Mazzara

Era dai tempi della Banter Era che non si vedeva la gente lasciare anticipatamente San Siro durante una partita del Milan. Un gesto che non mi troverà mai d’accordo, perché si vince e si perde tutti insieme. Ma lo scoramento che è emerso in ogni singolo milanista sul globo durante lo scempio di ieri è assolutamente comprensibile. Ci si aspettava una reazione d’orgoglio, invece il Milan è andato a picco con quel poco che è rimasto delle sue certezze. Il gol annullato a Olivier Giroud per mezza spalla in fuorigioco è stato il segnale funesto di un lunch match andato storto a tutti, che ha assunto i contorni dell’umiliazione quando sul tabellone il parziale recitava Milan-Sassuolo 1-5. Siamo stati capaci di far resuscitare una squadra che nelle otto giornate precedenti aveva fatto appena due punti e che era in piena crisi. Evidentemente le fratture interne al Milan sono molto più ampie e hanno portato tutto il gruppo ad affondare dentro un buco nero che fa paura e che ricorda gli ultimi blackout gestionali di Pioli con Lazio, Inter e Fiorentina. Un amico mental coach mi ha scritto: “La cosa sbagliata in assoluto è pensare di cambiare le cose continuando a fare sempre le stesse cose”. Ha perfettamente ragione. Pioli ha perseverato nei suoi principi quando da oltre un mese chi sta fuori da Milanello e guarda le partite ha evidenziato, in maniera obiettiva, come certe cose non funzionassero più.

Ieri, per la prima volta e davanti a un’evidenza inconfutabile, anche il mister ha dovuto ammettere pubblicamente i suoi errori. Il 4-2-3-1 con questo format, ovvero senza un trequartista box-to-box puro non è sostenibile dalla squadra, ma questo lo diciamo da mesi. E questo tracollo verticale arriva all’inizio della settimana che porterà al derby di domenica sera. Una partita che, obiettivamente, mi mette molta paura perché già in Supercoppa Italiana l’Inter ha saputo penetrare nelle pieghe di un Milan scoperto specie sul lato destro e, in generale, sembra avere una gamba diversa rispetto a Tonali e compagni. Le soluzioni, a livello qualitativo, sono poche e l’unica che applicabile, visto il rientro di Bennacer, è quella di confermare Krunic come pendolo tra mediana e trequarti, per ridare peso alla prima linea di pressione. Inutile sbraitare su Vranckx e Adli: sono verità costruite nel cervello dei tifosi che vedono in chi non gioca la panacea a tutti i mali. Ciò che appare evidente, anche solo a livello esterno, è che la squadra non è più tale, almeno sul campo. Tonali lanciò l'allarme a inizio campionato parlando di atteggiamenti da migliorare, forse aveva ragione.

Nel colloquio tra Furlani, Maldini e Massara di fine partita si è analizzata la situzione e, al momento, se dovesse esserci un’urgenza da tappare immediatamente sul mercato è quella del portiere. Tatarusanu non è più presentabile e se Vasquez non è ritenuto pronto (ma allora cosa lo si è preso a fare a gennaio?), allora sarebbe il caso di provare a anticipare l’arrivo di Sportiello. Pagando il cartellino all’Atalanta, che fin dal principio non ha mai mollato sulla richiesta da 3-5 milioni per farlo partire adesso. Ma davanti all’evidenza dei fatti, dove ogni tiro verso la porta del Milan può essere un gol se c’è Tata tra i pali, è necessario fare qualcosa per ridare un briciolo di fiducia alla squadra. Una fiducia che anche i giocatori devono ritrovare, guardandosi in faccia e capendo che certe figure, se indossi la maglia del Milan, non te le puoi proprio permettere. La Sud è stata magnanima nell’esortare i giocatori a fine partita, ma lo stadio ha iniziato a rumoreggiare (a ragione) per il non spettacolo fornito sul rettangolo di gioco. C’è il derby domenica e affossarli sarebbe stato controproducente. Adesso è arrivato il punto in cui bisogna mettersi in trincea e fare meno gli architetti e più i muratori. Perché bucare la qualificazione in Champions League potrebbe avere delle ripercussioni inimmaginabili, a tutti i livelli.