Il mantra di Cardinale: PIOLINONSITOCCA. Tanti buoni motivi per la sua conferma. Il modello del “mercato condiviso” da ripristinare

Il mantra di Cardinale: PIOLINONSITOCCA. Tanti buoni motivi per la sua conferma. Il modello del “mercato condiviso” da ripristinareMilanNews.it
giovedì 25 maggio 2023, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Continuo a leggere e a ricevere sui miei canali giudizi ingenerosi nei confronti di Stefano Pioli e del suo operato. Molti osservatori, abituati a discutere delle panchine con la logica italiana, ne mettono addirittura in forse l’immediato futuro sulla panchina del Milan. Sarà forse anche responsabilità diretta della stagione delle finali europee che si avvicina oppure di una latente insoddisfazione per l’attuale classifica del Milan. Di sicuro non corrisponde alla motivata volontà della proprietà del Milan. E provo a spiegare perché dalle parti di Gerry Cardinale continuano a ripetere come un mantra “PIOLINONSITOCCA”. I motivi sono più di uno. Provo a sintetizzarli: 1) perché nel giro di 3 anni e mezzo ha conseguito risultati prodigiosi in continua ascesa (6° posto, 2° posto, 1° posto, semifinale di Champions); 2) perché ha valorizzato calciatori arrivati quasi senza curriculum e dato una dimensione da top calciatore a Leao, Maignan, Theo Hernandez e Bennacer; 3) perché non si è mai lamentato, in pubblico, del mercato deludente dell’ultima stagione e ha sempre condiviso e sottoscritto ogni mossa della sua area tecnica.

Quindi mettiamo un altro punto fermo nella discussione odierna: PIOLINONSITOCCA non perché sia un fedele aziendalista ma perché ha fatto bene il suo lavoro e ha instaurato un rapporto umano eccellente con il suo gruppo. Questo non significa che sia stato esente da errori. Alcuni sono sotto gli occhi di tutti: aver subito il gioco interista durante i due derby di Champions league senza riuscire a trovare una efficace contro-misura; qualche infortunio di troppo che gli ha “azzoppato” la rosa nelle curve della stagione; qualche scelta isolata (Bakayoko, Adli, Vranckx, Dest) abbandonata dopo averne colto i limiti. Ma i meriti (specie in Champions) superano di gran lunga le responsabilità del cammino deludente in campionato.

Dicono: ma dovrebbe far presente a chi di dovere del contributo inesistente del mercato, estivo e invernale, dell’ultima stagione. In pubblico Pioli non l’ha mai fatto. Che non l’abbia fatto in privato, a 4 occhi con Maldini, non sono poi così sicuro conoscendo il rapporto che c’è tra i due.

Questo ragionamento significa quindi che qualunque sarà il piazzamento finale del Milan, Pioli resterà il prossimo allenatore del club. Cosa cambierà allora in caso di mancata Champions? Provo a indovinare: il metodo di gestione del calcio-mercato. In passato abbiamo avuto due modelli: 1) la gestione allargata a un nucleo ristretto rappresentato da Gazidis più Maldini e Massara più Moncada -ed è quello che ha dato grandi frutti-; 2) uno incardinato sull’autonomia completa di Maldini (per la quale è andata lunga la trattativa per il rinnovo nell’estate 2022) che ha portato agli arrivi di CDK & c i cui risultati non sono stati soddisfacenti per usare un eufemismo. Sull’argomento credo sia didascalico ricordare il precedente Tonali. Dopo il primo anno, il gruppo ristretto decise di non esercitare il riscatto alle condizioni fissate 12 mesi prima con Cellino; il calciatore rientrò al Brescia per fine prestito, venne rinegoziato l’affare che si concluse con il riscatto di Tonali, la riduzione del suo stipendio (ritoccato al rialzo dopo lo scudetto da protagonista e anche quest’anno ha fatto passi da gigante diventando leader del Milan in campo e fuori, ndr) e della cifra da versare a Cellino. Insomma con quel metodo, furono risparmiati soldi senza disperdere talenti.