Kjaer da Pallone d’Oro. Pioli con un Milan meno forte al raduno. Aspettando Ibra, Kessie, Tadic, Isco, Ziyech e una sorpresa

Kjaer da Pallone d’Oro. Pioli con un Milan meno forte al raduno. Aspettando Ibra, Kessie, Tadic, Isco, Ziyech e una sorpresaMilanNews.it
martedì 6 luglio 2021, 00:00Editoriale
di Alberto Cerruti

Partiamo dalle certezze. Perso Donnarumma, l’unico milanista rimasto agli europei è Kjaer, grande capitano di una sorprendente Danimarca. Salvo improvvise esplosioni di altri giocatori in semifinale e soprattutto in finale, visto che per motivi diversi sono già a casa Ronaldo, Mbappè, mentre Messi non ha vinto nulla con il Barcellona, perché non assegnare il prossimo Pallone d’Oro proprio a Simon Kjaer, per i suoi meriti tecnici e per avere salvato la vita al suo compagno di nazionale Eriksen? In fondo in un anno particolare che ricorderemo per gli stadi vuoti, il Pallone d’Oro al capitano della Danimarca avrebbe un significato simbolico che va oltre il calcio e lo sport in genere. Nell’attesa, il Milan fa bene a tenersi stretto Kjaer anche se la sua assenza, più che giustificata, al raduno di giovedì metterà in difficoltà Pioli, perché è giusto ricordare che il mercato chiuderà a fine agosto, ma intanto il tecnico rossonero incomincerà a lavorare con una squadra meno forte di quella arrivata al secondo posto. Kjaer, però, prima o poi tornerà, mentre Donnarumma e Calhanoglu sono ormai ex rossoneri, il primo sostituito da Maignan, il secondo invece ancora senza una nuova alternativa. In attesa di sapere chi arriverà, non va sottovalutata nemmeno l’assenza di Kessie, in partenza per le Olimpiadi di Tokyo e poi impegnato tra gennaio e febbraio in Coppa d’Africa.

Tutto ciò significa che il secondo posto di maggio rischia di far rima con “miraggio” nella prossima stagione in cui il Milan tornerà finalmente in Champions. Ecco perché è bene precisare subito che non sarà il caso di prendersela con Pioli, cavalcando il vecchio luogo comune secondo il quale “non ha mai vinto niente”, se il Milan faticherà a ripetersi in campionato o uscirà subito dalla Champions, come peraltro è successo all’Inter che poi ha vinto lo scudetto. Pioli, da gran signore qual è, non si aggrapperà ai facili alibi, perché si dedicherà come sempre a ricavare il meglio dai suoi giocatori, in attesa di tornare ad allenare un certo Ibrahimovic, l’assente più illustre (e più pagato) nella prima fase della preparazione, ancora in fase di recupero dopo l’operazione. E poi, naturalmente, dovrà arrivare qualche rinforzo, possibilmente sotto i 30 anni e non sotto i 20. Kjaer, infatti, che di anni ne ha 32, è una piacevolissima eccezione, perché i guai fisici di Ibrahimovic (39) e il flop di Mandzukic (35) avvertono che l’età non fa sconti a nessuno.

Mentre pescare nuovi talenti come il ventiduenne Leao non è una garanzia, in assenza di valori assoluti e non potenziali, come ricordano campioni veri che si chiamavano Van Basten, o per rimanere a casa Milan, Baresi e Maldini. Purtroppo, però, un po’ per la crisi generale e molto per la politica del fondo Elliott, che pensa più al bilancio economico che a quello tecnico, i nuovi acquisti saranno gentili omaggi altrui, prestati o ceduti a titolo definitivo da Real Madrid, Ajax o Chelsea. I nomi che si rincorrono, comunque benvenuti a Milanello, sono infatti quelli di Giroud (34 anni) e Ziyech (28) del Chelsea, Isco (29) del Real Madrid e soprattutto Tadic (32) dell’Ajax. Il centrocampo e l’attacco sono i primi reparti da rinforzare, senza sottovalutare le alternative per la difesa, in attesa di sapere se Romagnoli sarà ceduto, oppure se rimarrà con il rinnovo del contratto per evitare di perdere anche lui a parametro zero tra un anno. Ma soprattutto in attesa di sapere, tra i tanti nomi già fatti, quello ancora segretissimo del miglior acquisto per il nuovo Milan. Perché sarebbe un peccato interrompere nel momento più bello il lavoro di Pioli.