L'anticipo di Galli - L’artigiano Tare per aggiustare un Milan rotto

18 maggio, domenica sera. La sconfitta contro la Roma di Sir Claudio Ranieri, nello stadio che ci aveva già visti protagonisti dell’imbarazzante finale di Coppa Italia persa contro il Bologna, ha definitivamente soffocato ogni speranza di partecipare a una competizione europea nella prossima stagione acuendo il malessere in ogni componente della galassia Milan.
I tifosi, anche quelli che fino all’ultimo hanno in qualche modo sostenuto la squadra ed il progetto tecnico societario, i cosiddetti “aziendalisti” come direbbe l’amico Luca, hanno dato voce al loro dissenso attraverso i social e attraverso proteste di ogni genere. Proteste che proseguiranno, in forma partecipata, e troveranno il suo apice a ridosso e durante Milan-Monza, la partita che chiuderà la stagione fallimentare di entrambi i Club: ironia della sorte, il cosiddetto “derby di Villa San Martino”, dal nome della storica residenza dell’ex presidente Silvio Berlusconi, che tante gioie ha saputo regalare ai rossoneri milanisti e ai biancorossi brianzoli, sarà il teatro in cui, pare fino al 15’ del primo tempo, il popolo rossonero rovescerà tutto il dissenso nei confronti della dirigenza e della proprietà.
Per quanto riguarda la dirigenza, finalmente, qualcosa sembra muoversi riguardo alle scelte di almeno uno dei ruoli fondamentali per la rinascita del club: la società ha scelto Igli Tare: come prevedevano alcuni osservatori, ci hanno messo a scegliere il papa, ma finalmente possiamo annunciare, naturalmente Magno cum gaudio, che Habemus Diessem (scherziamoci un po’ su, per tenere a bada il pesante sconforto)!
Permettetemi una divagazione personale: sono contento del suo arrivo, perché è grazie a lui che sono riuscito a coronare, a fine carriera, il sogno di giocare in Inghilterra. Come? Nel gennaio del 2001, Tare arrivò al Brescia da giocatore, aiutandoci con i suoi goal a raggiungere una salvezza anticipata: al termine della stagione, ricevetti una chiamata da un collaboratore di Gianluca Vialli, che dal primo luglio avrebbe guidato il Watford nella Championship (la serie B inglese), per avere informazioni sull’attaccante albanese. Verso la fine della chiamata il discorso si spostò sulla necessità del club, che si trova alla periferia nord di Londra, di inserire un centrale difensivo nella rosa. Da insaziabile divoratore di calcio - e di calcio inglese in particolare, come forse sapete - mi proposi, ovviamente senza grandi aspettative (avevo 38 anni): e invece, quindici giorni dopo arrivò la chiamata di Gianluca… la mia maglietta degli Hornets mi aspettava!
È l’occasione per ringraziare Igli per avere propiziato un episodio breve ma importante della mia carriera. Ma in cuor mio spero di poterlo ringraziare presto per qualcosa di molto più difficile: la (ri)costruzione di una squadra e di un gruppo di lavoro all’altezza della nostra storia. Il terreno è minato, esplosivo, scivoloso, scegliete voi l’aggettivo. Ma le competenze, la personalità, il piglio e la fermezza riusciranno a guidare Igli Tare nel compito che gli è stato assegnato proprio oggi: un compito che passa in primis dalla scelta dell’allenatore adatto a questo club. Un allenatore che sappia dare finalmenteun’identità, una mentalità vincente, un gioco armonioso e piacevole alla squadra, facendo rinascere in tutti l’orgoglio di indossare e di tifare questi colori.
Sarà necessario riunire le varie anime in seno al club, dare a ciascuna obiettivi chiari che non siano in contrasto con quello comune: tornare ai vertici, in Italia, in Europa, nel mondo. Sarebbe importante (non che debba fare tutto Tare, sia chiaro) riportare in società anche un po’ di chiarezza, di comunicazione: l’empatia, la vicinanza fra società e squadra, negli ultimi tempi un po’ lasciate da parte, sono indispensabili per riunire una tifoseria disillusa e avvelenata, per tornare a far sentire tutti partecipi di un nuovo grande progetto. Oggi la diffidenza è forte, ma sappiamo anche quanto poco ci mettono i milanisti a innamorarsi di chi – dirigente, allenatore, giocatore, ragazzo del vivaio - fa il suo lavoro con passione e amore per la maglia.
E allora buon lavoro. Igli: forse non va più di moda ma… WE ARE ACMILAN.

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