La Champions habitat naturale. Due anni di Milan

La Champions habitat naturale. Due anni di MilanMilanNews.it
sabato 6 novembre 2021, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Da quando Stefano Pioli ha vinto la sua prima partita in trasferta sulla panchina del Milan, era il 1' dicembre 2019 Parma-Milan 0-1 gol di Theo Hernandez, la sua squadra ha giocato 74 partite di campionato conquistando 162 punti. Non ci sono titoli vinti, ma una qualificazione Europa League conquistata partendo dalla zona di destra della classifica, una qualificazione Champions League che mancava da 7 anni e un primo posto attuale in coabitazione con il Napoli. Ma ci sono soprattutto 2.18 punti a partita. Una media tenuta non in un mese o in due mesi, ma per l'appunto sulla stima di 74 partite di campionato, due anni di calcio italiano. Eppure c'è ancora chi fa negazionismo, chi sottovaluta, chi sminuisce e minimizza. Atalanta-Milan? Favorita l'Atalanta. Juventus-Milan? Favorita la Juve of course. Roma-Milan? Favorita la Roma, certo. Il derby? E che diamine, chi vuoi che sia il favorito? E il Milan? Ma il Milan non esiste, vedrai quando tornerà il pubblico, vedrai quando smetteranno di dargli i rigori (il Napoli ne ha avuti 7 ma fa niente, contro il Milan 2 inesistenti contro Atalanta e Verona), vedrai quando non ci sarà Ibra. Le hanno dette e tentate tutte e adesso traccheggiando pensando ancora a cosa possono inventarsi. Domenica è durissima e può finire in tutti e tre i modi. Ma i portatori illuminati di malafede contro il Milan, lo sappiano: il cammino non si fermerà in nessun caso. Dopo il 4-2 contro l'Inter del febbraio 2020, il Milan dominava a San Siro in coppa Italia contro la Juventus fermato solo dal "rigore" di Calabria su CR7, dopo la sconfitta di Spezia il Milan ha vinto a Roma, dopo l'eliminazione con il Manchester United il Milan ha vinto a Firenze, dopo la sconfitta con il Liverpool il Milan ha sfiorato la vittoria allo Stadium, dopo la sconfitta con l'Atletico Cakir il Milan ha vinto a Bergamo. Avanti sempre, avanti comunque, avanti in qualsiasi caso. A restare fermi a produrre parole al vento, ci pensino gli altri.

A proposito di restare fermi, Adriano Galliani pronunciò la frase sulla Champions League habitat naturale del Milan nel settembre 2009, prima di imbarcarsi sull'aereo per Marsiglia alla vigilia di un Olympique-Milan. Che peraltro il Milan allenato da Leonardo vinse 2-1. Dal 2009 al 2021, sono cambiate epoche storiche, proprietà, presidenze, rapporti di forza, ma chi ha patito quella frase è rimasto lì, fermo, al 2009. Senza muoversi. E fa quello che sfotticchia...allora l'habitat? Solo un punto, guarda i nostri 12...solo con il Chelsea ne abbiamo fatti più di voi in quattro partite...Bene, applausi, complimenti, mancherebbe. In attesa di capire che cosa centri con un dna la partita tutti abbottonati e contropiede fatta con il Chelsea, varrebbe la pena capire che un dna in quanto tale, una tradizione, la costruisci non dall'oggi al domani ma nel ventre della Storia: dal 1958 al 2007 il Milan ha fatto 11 finali di Coppa dei Campioni/Champions League e ne ha vinte 7. Poi la Storia si è fermata ad aspettare, ma è sempre lì ed è sempre quella. Per quest'anno se al Milan tocca di riprendere le misure alla competizione contro Liverpool, Atletico e Porto e non contro Malmoe e Sheriff, pazienza. Lo aveva detto Paolo Maldini dubito dopo la vittoria di Bergamo del 23 maggio: crescere e stare in Champions League non significa starci un anno, ma almeno tre di fila per passare di categoria. Siamo solo all'inizio. Come accadrà domenica sera. E agli analisti più attenti delle righe e delle virgole, non sarà sfuggito di certo il cenno a Leonardo. Ecco...appunto...a domenica sera...