La mela avvelenata di Milanello. Chi sarà il Principe? Puntuale come l’arrivo della primavera, il tormentone legato ai rinnovi. Il Presidente Scaroni come Ulisse e lo stadio “Itaca”

La mela avvelenata di Milanello. Chi sarà il Principe? Puntuale come l’arrivo della primavera, il tormentone legato ai rinnovi. Il Presidente Scaroni come Ulisse e lo stadio “Itaca”MilanNews.it
mercoledì 1 febbraio 2023, 00:00Editoriale
di Carlo Pellegatti

“Cahiers de doleances”. Erano registri dove, nel 1789, le assemblee francesi annotavano le critiche e le lamentele della popolazione. Non ho assolutamente intenzione aprire i quaderni,  appunto, delle lamentele e delle doglianze. I tifosi milanisti sono stanchi di leggere le tesi sulle mille ragioni che hanno portato a vivere questo tremendo periodo, che,nei miei lontani ricordi, mai rammento di aver vissuto. Soprattutto per il numero dei gol subiti in un numero di partite così ravvicinate. Un incubo, una voragine di sensazioni insopportabili. 

Io, di ragioni, ne elenco una. La più semplice, la meno razionale. A entrare in campo, con le maglie rossonere, non è il Milan di Stefano Pioli. Il Milan dalla chiara visione di gioco, dalla eccellente tecnica, dal pressing feroce, dalla voglia di stupire, di emozionare, di divertirsi. Un gruppo coeso e armonico. Implacabile in difesa, asfissiante e, nello stesso tempo, propositivo grazie agli interpreti del centrocampo. Devastante e prolifico nella sua azione d’attacco. Una squadra sorridente, leggera, fresca, vivace, della quale il meraviglioso popolo rossonero si è subito innamorato. Da quel gol di Abraham, tutte queste qualità sono svanite, evaporate, cancellate. Non è il Milan di Stefano Pioli quello che esce dagli spogliatoi. Non sono i magnifici interpreti di 20 giorni fa, quelli che hanno dominato la Roma, quelli che hanno disputato una delle partite più belle e possenti della gestione del tecnico parmigiano.

Continuo a ripeterlo fino alla ossessione, fino a farmi coprire di ridicolo. Si tratta di un fatto esoterico, di una verità occulta che nessuno riesce a spiegarsi. Non c’è un motivo razionale per le ultime prestazioni. Non può esistere. Come se una mela avvelenata portata a Milanello da una strega cattiva e regalata a tutti i giocatori, abbia addormentato tutti i giocatori. Sì, come in una fiaba dei fratelli Grimm. Chi sarà il Principe sul cavallo che, con un bacio, desterà dal lungo sonno il nostro Milan? Magari un centrocampista in più nello scacchiere milanista. Non credo. Forse un episodio fortunato che possa risvegliare l’antico spirito oggi sopito. Forse il ritorno di Maignan, non solo un portiere, ma anche un trascinatore, un punto di riferimento, l’ultimo splendido baluardo. Io il Principe sul cavallo, però  lo voglio immaginare così. Arriva con il suo ghigno feroce, con la sua infinita voglia di vincere, con l’infinito orgoglio. Voglio che sia solo la presenza di Zlatan "Ibra Supremacy” Ibrahimovic a aiutarci a uscire dai malefizi della strega cattiva. 

Tornando a fatti più terreni, alle 20 del 31 gennaio si è chiuso il calcio mercato. Mai i dirigenti del Milan avevano promesso acquisti, anche se io avevo sperato in qualche rinforzo. Magari per l’attacco, ma il ritorno di Origi e Rebic potrà aiutare Pioli a quelle alternanze fondamentali per schierare giocatori  sempre freschi e reattivi.  Soprattutto mi sono augurato l’arrivo di un portiere. Proprio il tecnico rossonero, in una lontana conferenza stampa, appena infortunatosi Maignan, aveva sostenuto che ci sarebbe stata l’alternanza dei portieri, per i troppi impegni ravvicinati che attendevano la squadra. Questo non è successo, forse perché Pioli non aveva sufficienti garanzie dai colleghi del rumeno. Avrei cercato una alternativa dunque a Tatarusanu, come primo investimento nel mercato di gennaio. 

Chiudo su un altro tema caldo di queste ultime ore. Il rinnovo di Leao è ormai uno scontato tormentone degli ultimi e dei prossimi mesi. E’ una tortura. Nei primi mese del 2021, i tifosi del Milan hanno vissuto ipotesi, rumors, mezze verità, molte bugie sui rinnovi di Donnarumma e Calhanoglu. Giusto un anno fa è toccato a Kessiè la parte  del protagonista della serie tv: “Il Presidente se ne va?”. Oggi siamo già rassegnati a passare San Valentino, Carnevale e Pasqua  e forse l’Ascensione leggendo di fantomatici incontri, di improvvise riunioni, di una sicura partenza o di una  prossima firma del talento portoghese. La verità è una sola. Ormai i contratti di cinque anni non valgono più. Al terzo anno cominciano le preoccupazioni. Quando soprattutto le aquile reali, cioè i club più ricchi, puntano la preda, senza pietà, senza scampo, senza via di uscita. Il Milan potrebbe arginare gli attacchi solo con un mezzo, straordinario, vincente, insuperabile. Si chiama “NUOVO STADIO “. Ci vorrebbe la penna di Omero per raccontare questa incredibile commedia , lui il poeta che ci ha affascinato narrandoci la storia della tela di Penelope. La cara sposa di Ulisse doveva cucire il lenzuolo funebre del suocero Laerte. Quando fosse finito ,avrebbe scelto un nuovo sposo, vista la lunga assenza del marito. Allora inventò uno stratagemma. Di giorno lo cuciva , di notte lo disfaceva . Decidete voi chi sia Penelope, chi siano i Proci, chi sia Ulisse. Io un nome di un nuovo eroe omerico ce l’ho. È il Presidente Paolo Scaroni. Che possa sconfiggere i Proci e  abbracciare finalmente  la sua fedele Penelope. Sì, la prima pietra del Nuovo impianto, che chiamerei “ STADIO  ITACA “. Una pietra che lo sta  attendendo  da troppo tempo!