La sfida del disamore. Caro Carlo... Il nostro mercato

La sfida del disamore. Caro Carlo... Il nostro mercatoMilanNews.it
sabato 10 giugno 2023, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Ho un mio personalissimo polso della situazione. Quando a Luca Serafini, per le cui giornate e per il cui travaglio interiore provo molto rispetto e tanto affetto. sarà andata via quell'ombra negli occhi, allora inizierà la nostra prossima stagione. Alla quale chiediamo molto. Moltissimo. Proprio ed esattamente quel salto di qualità di cui ha scritto la Curva nel suo ultimo striscione e nel suo ultimo comunicato. La prima sfida sarà riavere i nostri 70mila a San Siro. Quando venne ceduto Kakà ne perdemmo secchi 15mila. Oggi, dopo la settimana di Paolo, che ringrazio perchè mi ha insegnato molto nei suoi anni al Milan, senza bisogno di troppe parole ma con il tono, con lo stile e con l'esempio, saranno sì e no la metà. A caldo è così, senza nascondersi i problemi, perchè i problemi si affrontano, con coraggio ma senza negazionismi. Ha ragione Leonardo, c'è disamore in questo momento. Dopo di che si accetta la sfida, si lavora duro, zitti, senza proclami e senza propaganda, come a Casa Milan si sta già facendo, e si vede se si riesce a tornare tutti insieme, tutti nessuno escluso, nello stadio più bello del mondo, il nostro quando ha i colori rossoneri indosso e i cuori rossoneri rivolti al cielo. 

Carlo Ancelotti, verso il quale nutro un sentimento smisurato quasi da figlioccio, ha parlato di storia del club da rispettare. Mancherebbe, Carlo ha ragione. Non c'è stata una sillaba fuori posto nei confronti dell'intensità e della linearità di Paolo, del suo simbolismo storico, da parte del presidente Scaroni, da parte di Giorgio Furlani e da parte di Franco Baresi, che si è rivolto direttamente ai tifosi, lui Rossonero del secolo e Vicepresidente onorario. I valori esclusivi della memoria del passato, per quanto riguarda il Milan, saranno sempre incardinati in Paolo Maldini e non verranno toccati di un capello. Esattamente come accade a Madrid nei confronti di Di Stefano, Amancio, Gento e Puskas. Solo che qui stiamo parlando d'altro. Paolo Maldini è stato il primo, dal 2018 in poi, a chiedere a tutto il club di non essere vissuto come leggenda, come capitano, come fuoriclasse del passato sul campo, ma solo ed esclusivamente come dirigente. E' di questo che stiamo parlando, di dirigenza e di caratteristiche, di visioni, di metodologia dirigenziali. Su cui nessuno toglie nulla, assolutamente, a Paolo per gli anni in cui è stato qui, ma su cui il club ha il diritto e il dovere di fare le proprie scelte. 

Il mio pensiero oggi è rivolto a chi resta, e che sostiene un grande peso e vive una grande responsabilità. Coniugare la sensazione che circola fra i tifosi di una mancanza di rispetto nei confronti della bandiera con la spinta forte all'innovazione su cui l'azionista investe il senso della sua traiettoria, è una grande sfida. Tosta, altrimenti non sarebbe una sfida.. Dura. Difficile. Ma da affrontare. Con tanta fiducia e con tanto silenzio, con tanti ritmi di lavoro, e con tanto significato da attribuire ad ogni singolo passo che muoveremo da oggi in poi. Ad ogni scelta che ci vedrà  coinvolti e protagonisti. Ad ogni ora che aggiungeremo alle nostre giornate di lavoro. Ad ogni sussulto del nostro mercato. Nel quale riponiamo tante, tantissime speranze.