La Uefa di una volta...Occhio a Inter e Juve...I fatti e i "chiacchieroni"

La Uefa di una volta...Occhio a Inter e Juve...I fatti e i "chiacchieroni"MilanNews.it
sabato 29 ottobre 2022, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Che il tifo ci renda tutti fanciullini e ci faccia dimenticare tutto il resto, è confermato dall'intervista rilasciata da Zvone Boban in settimana alla Gazzetta dello Sport. "Bisogna investire, bisogna pensare in grande", beh certo, chiaro, chi non lo pensa e chi non lo vorrebbe...Poi però arriva il signor Settlement, ci picchietta sulla spalla e ci riporta con i piedi per terra. E' il calcio delle norme, della dura e cruda realtà, ma anche delle regole. Che quando si sogna a occhi aperti da tifosi, ci si lascia alle spalle. Eppure una volta rivestiti i panni del grande dirigente calcistico e lasciati quelli dell'uomo di calcio, chiunque, Boban compreso ma non solo, potrà facilmente riscontrare che l'ambizione non è l'unica cosa che conta nel calcio di oggi, per gli slot finanziari che sono stati creati e per come il "gioco" è stato formattato. Ce ne sono molte altre di cose che contano di più, il Fair Play Finanziario, su tutte,  cosa che ad esempio ai tempi in cui il campione croato giocava e vinceva nel Milan non c'erano.

E per fortuna, visto che altrimenti il suo stesso grande Milan europeo e mondiale non avrebbe potuto esistere. E non ci sarebbe quindi nemmeno stata una ambizione rispetto alla quale confrontarsi e misurarsi. E a pensarci bene è proprio questo l'aspetto più pruriginoso che si coglie nel volgere delle epoche calcistiche. Quando il prorompente Milan di Silvio Berlusconi aveva fatto irruzione sulla scena, il monolite Uefa era stato circospetto, prudente, vagamente ostile. Come confermano non solo i gol annullati a Rijkaard a Brema e a Gullit a Madrid, ma anche i sospiri gonfi di inquietudine che riempivano gli uffici Uefa, ogni qual volta si incontravano lo stesso Berlusconi e Ramon Mendoza, gran patron del Real Madrid di quei tempi, le due menti dell'epoca più aperte al nuovo. Oggi, invece, il nuovo che avanza è rappresentato a Parigi e a Manchester da altri club, rispetto ai quali c'è stata una immediata ed entusiastica prostrazione. Come cambiano i tempi. E come hanno ragione il presidente Scaroni e Ivan Gazidis quando ricordano al globo terracqueo calcistico che ok va bene anche basta con la Superlega, ma che i problemi ci sono ancora e restano ancora sul tappeto. E bisognerà che qualcuno prima o poi li affronti. Anche se i tempi sono cambiati...

E già che ci siamo, mettiamoci il cuore in pace. A gennaio inizierà un altro campionato. Già le cose di una stagione cambiano, si aggiustano o peggiorano, nel corso dell'intervallo di una normale sosta di campionato di due settimane o di una pausa natalizia di fine anno. Figurarsi, dopo quasi due mesi. Il 13 novembre finisce una stagione e il 4 gennaio ne comincia un'altra. Come l'anno del lockdown, quando la sosta era stata di poco più lunga e quando, a fine giugno, iniziò tutt'altra stagione rispetto alla precedente fase interrotta bruscamente da quello che allora chiamavamo "Coronavirus". E' una cosa sia ben chiaro che vale per tutti in parti uguali, totalmente multipartisan e "politicamente" non orientata. Ma c'è e bisogna farci i conti. E senza mancare di rispetto a splendide realtà come Atalanta e Udinese, come Roma e Lazio, i tifosi milanisti che qui vengono a leggere sappiano che bisognerà farci i conti ancora, pericolosamente e duramente, con Inter e Juventus. Che certe partite fanno meno fatica di noi a vincerle. Calma, gesso, guardia alta e avanti.

In settimana ci è stato detto che "chiacchieriamo", che pertanto siamo sostanzialmente dei "chiacchieroni". Può essere, chi non lo è nel calcio...In ogni caso, morso dal sospetto, ho consultato, compulsato, controllato e ricontrollato. Ma ebbene no, proprio no, confermo. La frase "Sono venuto qui per vincere lo Scudetto, quello della seconda stella", non l'aveva a suo tempo pronunciata un milanista "chiacchierone". No, decisamente no...Visto che si parla di "fatti", meglio ricordarseli bene, "I fatti...."