Niccolò Zanellato, come ging seng in una calda notte d’estate

Niccolò Zanellato, come ging seng in una calda notte d’estateMilanNews.it
giovedì 21 luglio 2016, 00:00Editoriale
di Carlo Pellegatti

Eureka! Non  mi voglio però metter nudo a correre per le vie di Siracusa come Archimede quando ,dopo aver intuito che un corpo immerso nell’acqua riceve una spinta verso l’alto pari al volume del liquido spostato, urlò “Eureka”, aoristo del verbo greco” Eurisco”. Traduzione, “Ho Trovato!” per ora lo sussurro anch’io senza correre nudo per i viali di Milanello, ma credo di aver scoperto l’erede del mio idolo assoluto, Manuel Rui Costa .

E’ un ragazzo nato il 28 giugno 1998, si chiama Niccolò Zanellato, milanese, dall’età di 8 o 9 anni nel settore giovanile del Milan. Sono sdraiato, nella fresca notte milanese di sabato scorsa, davanti a Retequattro che trasmette Bordeaux-Milan. Mi sono ben guardato dal conoscere prima il risultato e, nel primo tempo, sorrido alla doppia prodezza di “Cardellino” Suso, che cinguetta felice per i suoi due gol molto, molto belli. I rossoneri sembrano aver ben assimilato i primi dettami di Vincenzo Montella. Giocano con ordine, semplicità, da alunni ai primi giorni di scuola. Nel secondo tempo, l’allenatore rossonero effettua qualche cambio.

Entra in campo anche questo ragazzo del ’98, alto, con una  inconfondibile cascata di capelli in testa. Non sembra avere problemi perché il gioco di Montella ha la qualità e le caratteristiche di schemi, da sempre applicati nel settore giovanile rossonero. Palla a terra, mai un calcio lungo, tentativo continuo di dominare il gioco.  Conosco, anche se  superficialmente , Zanellato. Ha segnato gol importanti nella formazione Primavera, ma mi ha tenuto bloccato davanti al televisore qualche giorno fa. Casualmente, guardando su MilanTv un  allenamento dei rossoneri a Milanello,  avevo infatti  ammirato una rete in splendida rovesciata, eseguita con naturalezza proprio dal diciottenne prodotto del vivaio milanista.

La notte avanza, ma le giocate del centrocampista  hanno l’effetto di qualche tonica ,elettrizzante  goccia di ginseng. Il ragazzo si muove con  nitore nei movimenti, elegante ,felpato, ma ,quando decide una incursione dal centrocampo, sembra Gulliver nel Paese dei Lillipuzziani .In poche falcate, raggiunge il limite dell’area, dove ,con un tocco delizioso, appoggia a Luiz Adriano. Poi un colpo di tacco, non fine a se stesso, poi ancora una apertura al volo, sempre a testa alta. Immagino che qualcuno già tema che qualche apprezzamento troppo lusinghiero possa turbare qualsiasi giovane giocatore e dunque anche Niccolò,  ai primi passi della carriera. Beh, a questo proposito ,ho le idee chiare.

Se un ragazzo perde la testa dopo qualche complimento ,significa che non ha le qualità di diventare un campione ,perché il campione passa anche attraverso questi ostacoli e li supera senza distrazioni, concentrato sul suo lavoro  , serio ,puntuale , applicato in campo e  sui banchi di scuola, con la testa che mai diventa come la Crema Chantilly. Ora attendo con curiosità le prossime prove, con la speranza che ripeta la prestazione di Bordeaux. In Francia, terra di Champagne, ho sentito qualche bollicina pizzicarmi il naso.  Il tempo dirà se il Milan può gustarsi la classe dell’erede di Manuel, l’indimenticabile Musagete, sì, l’ispiratore delle Muse. Niccolò, provaci.