Perché non credo al Milan da scudetto. Un difensore a gennaio: se fosse tardi? Le due anime in società, virus velenoso

Adesso che il mercato è finalmente chiuso (tranne la finestra per la Turchia) si può riflettere sulle operazioni del Milan senza se e senza ma. Il mio voto è un 6 stiracchiato e provo a spiegare il motivo. A centrocampo sono stati fatti gli affari più interessanti dopo la partenza di Rejinders rimpiazzato dagli arrivi di Ricci, Modric, Jashari e Rabiot. Al netto dell’infortunio toccato allo svizzero, c’è da aggiungere il tentativo di rilanciare Loftus Cheek che fin qui è stato premiato con la convocazione in Nazionale dopo la bellezza di sette anni. Hanno occhi attenti dalle parti di Londra. In attacco, all’indomani della scelta di passare dal 4-3-3 iniziale al 3-5-2 -scelta determinata dalla mancanza di due terzini (Athekame e Estupinan) non esattamente i più affidabili della compagnia- le due coppie formate da Pulisic-Leao e da Gimenez-Nkunku sono molto interessanti a una condizione però: e cioè che la trasformazione di Leao da punta esterna a centravanti possa procurare il numero indispensabile di gol per una prima punta.
In difesa invece c’è stato il peggioramento della cifra tecnica. E non solo perché all’ultimo giro del mercato è arrivato un ragazzo promettente dalla Bundesliga ma perché serviva un regista-leader della difesa a tre, capace di guidare gli altri difensori, Akanji per capirci al volo e invece Akanji è finito all’Inter che ha sfruttato la scia e concluso l’operazione grazie anche al trasferimento di Pavard al Marsiglia. Mi dicono dalla regia: per il difensore non c’è stato molto tempo, si provvederà attraverso il mercato di gennaio. Mia risposta: sempre che a gennaio il Milan sia nella scia dei primi quattro posti altrimenti potrebbe essere molto tardi. In conclusione: vedo non scontato il piazzamento in Champions league e se dovesse verificarsi sarebbe un risultato da ascrivere alla perfetta guida di Allegri e del suo staff.
Il voto da dare alle cessioni è molto alto, diciamo un rotondo 9, mentre per gli acquisti si abbassa di gran lunga a 5 perché è partita in ritardo la caccia al “9 alla Giroud” anche se sul tema, come sapete, sono in completo disaccordo con la comunità di tifosi ed esperti perché ritengo Gimenez -se recuperato nell’umore oltre che nel fisico- superiore a Dovbyk. Altro effetto che non ho condiviso è il numero esagerato dei cambiamenti tra cessioni e nuovi arrivi (27 e 10), questo significa che farai fatica a trasformare un tale via vai in una squadra nel breve volgere di qualche settimana.
Nel frattempo la vulgata collettiva continua a segnalare la “confusione” a livello societario perché il Milan continua ad accreditare il format operativo della responsabilità condivisa che non depone a favore del blocco unico, anzi rilancia la critica della divisione in più anime. Basta rileggere le parole del papà di Gimenez polemico con Tare per l’annuncio di un possibile scambio a pochi minuti da Lecce-Milan e sicuro nel riferire “lunedì è intervenuto Ibra…”. Sono convinto che far passare questo scenario oltre che un errore interno è sicuramente un errore esterno e che nei tempi della divisione in due fazioni del Milan berlusconiano sono avvenuti i risultati più negativi. Tare e Allegri hanno provato a negare questa realtà con zero effetto. Segno che c’è bisogno di altro oltre che di un paio di dichiarazioni.
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