Processo a fine stagione, ma il dibattito è già infuocato. Lazio, Inter, Juventus: una scalata verticale

Processo a fine stagione, ma il dibattito è già infuocato.  Lazio, Inter, Juventus: una scalata verticaleMilanNews.it
venerdì 5 maggio 2023, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Ho smarrito più certezze e convinzioni - a proposito del Milan - in questi ultimi 4 mesi, che in tutta la mia vita sui grandi temi esistenziali. Persino enigmi della religione e contraddizioni dell’umanità mi sembrano più chiare, più decifrabili. Comunque, combatto strenuamente chi parla di miracolo e colpo di fortuna dopo lo scudetto di un anno fa. 

Il percorso era stato limpido e chiaro: liberato il campo dalle macerie di 7 anni, società e allenatore avevano rimesso in pista un’auto competitiva capace di tornare in Champions, disputare trequarti di campionato in testa alla classifica e arrivare seconda, vincere il titolo, stare da sola appiccicata al Napoli per tutto il girone di andata, approdare agli ottavi (e poi ai quarti, e poi in semifinale), nonostante infortuni e carenze sotto gli occhi di tutti. 

Lo scempio di punti da gennaio a oggi mi disorienta, mi piega, mi frulla: ancora non mi spezza però. È evidente che vi siano stati errori nel 2022 rinnovando alle 18 del 30 giugno i contratti di Maldini e Massara. È evidente che le scelte di mercato siano ampiamente deficitarie. È evidente che qualche formazione mandata in campo da Pioli, intesi i nomi e contro la Cremonese anche come disposizioni, risultino poco comprensibili, così come del resto, però - e qui tra un passaggio e l’altro ci vuole la virgola, non il punto - è evidente che se in 2 partite contro i grigiorossi (con tutto il rispetto) fai 2 punti risicati, anche qualche giocatore dimostra di non essere all’altezza. E non parlo solo dei nuovi arrivati. E non solo contro la Cremonese. 

Non accetto la tesi della mente distratta dalla Champions, non sta in piedi e non è reale perché questa pesante, grave involuzione è iniziata a metà gennaio, liberata solo sporadicamente da qualche sussulto orgoglioso. È evidente che qualcosa - a livello mentale oltre che fisico - in quella maledetta sosta lunga da novembre, non abbia funzionato e anzi abbia avuto effetti deleteri. Sin da subito. 

Più che prendermela con gli sbarbati freschi di approdo, non nascondo la profonda delusione per la assoluta mancanza di alternative che il rendimento di Rebic e Origi (oltre all’assenza di Ibra, ma questa più prevedibile) hanno dato a Pioli, unitamente al flop di CDK che l’altra sera, dopo una partenza incoraggiante, è scomparso di nuovo proprio mentre tutto San Siro lo sosteneva e lo incoraggiava, tutti trascinati dalla Curva. Il gol è diventato una chimera, sia che giochi bene sia che giochi male. È evidente, infine, che il solo Pobega in alternativa a Bennacer, Tonali e Krunic sia insufficiente, in attesa futura (mi pare a lungo termine) di Vranckx. 

Per i processi ci sarà tempo (per qualcuno ne servirà molto…), ma il dibattito già infuria perché la salita, dopo aver scavallato faticosamente la leggera collina, si fa irta, quasi verticale. Le ambizioni della Champions presente e futura passano per 10 giorni di fuoco: Lazio, Inter, Juventus e ancora Inter. 

Servirà il vero Milan moltiplicato per 4: tanto per cominciare, bisogna capire alla svelta dove sia finito. Ripete un caro amico e collega che “la grande abilità del diavolo è quella di far credere di non esistere” (dal film: “I soliti sospetti”). Se davvero è così, nel calcio ci sta riuscendo benissimo…