Romanzo "nuovo stadio": spunta una nuova area, il club rossonero deciderà a brevissimo. Elliott-Cardinale, il giallo mediatico del secolo. Con il Napoli per un finale diverso. La grande lezione scozzese

Romanzo "nuovo stadio": spunta una nuova area, il club rossonero deciderà a brevissimo. Elliott-Cardinale, il giallo mediatico del secolo. Con il Napoli per un finale diverso. La grande lezione scozzese MilanNews.it
venerdì 31 marzo 2023, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

La sosta del campionato è stata riempita dalle pallettate di Sinner, dai motori, dalle luce fioca della Nazionale di Mancini, da varie ed eventuali, ma anche dalle prodezze di Maignan e - purtroppo - dall'infortunio di Kalulu. Evento che ha consentito anche a celebrati quotidiani nazionali di accorgersi che sì, forse si gioca troppo, forse quasi 70 partite all'anno sono un tantino troppe e vanno "a scapito della salute e dello spettacolo". Ma va'? Quanto al Milan, quanto a Milano, abbiamo potuto invece leggere in santa pace altre pagine del romanzo surreale "Nuovo stadio" che si arricchisce, capitolo dopo capitolo, pagina dopo pagina, di colpi di scena, ipocrisie, miserie politichesi e burocratichesi, retoriche ideologie di partito, anzi di fazioni, che per il resto di ideologie non ne hanno più neanche mezza in croce. Così il vocabolo più ricorrente è "stallo". C'è l'anziana signora che vive nei pressi della Maura, la zona indicata per il nuovo impianto rossonero, che si lamenta del casino che faranno per parcheggiare. C'è quel tizio che porta fuori il cane il quale ha paura che gli vengano inghiottiti alberi, prati e il cane stesso. C'è il consigliere comunale di turno (lista Sala, manco a dirlo) che ha presentato addirittura una denuncia al Commissario Europeo dell'Ambiente affinché attivi "tutte le misure necessarie per prevenire ed evitare la realizzazione di una trasformazione irreversibile dell'area tutelata". Quell'area "tutelata" in realtà fino ad oggi altro non era che una landa brulla e semideserta: La Maura, sconosciuta dal 99,9% dei politici e dai cittadini milanese, ora è però improvvisamente riqualificata come il polmone della metropoli, il gioiello ecologico, la ciambella di salvataggio per il pianeta meneghino. Giù le mani da questa nobile, ignota area che pochissimi sanno esattamente dove si trovi. 

Non è un romanzo, è una farsa, e benissimo fa il Milan a non incapponirsi su questa Maura che tra qualche settimana - se non si imporranno diversamente Fontana e la Regione - tornerà malinconicamente nel più dimenticato dei limbi, seppellita dalle carte topografiche e sotto le scartoffie come lo è stata fino adesso. Ci sarà modo quindi per rilanciare l'ipotesi di Sesto San Giovanni, dove sembrerebbe - se Dio vuole - che le autorità si stiano disinteressando delle schermaglie speculative e siano pronte a stendere tappeti rossi (e neri) al nuovo stadio del Milan. In queste ultime ore è stata presentata al club, il quale si riserva di esaminarla, una nuova proposta da parte della società Draba srl: in una Pec inviata ai piani alti di Casa Milan, il presidente manifesta interesse per ospitare lo stadio "nell'area posta a sud di Milano, ubicata tra via De Finetti e via Barona. La consistenza è di circa 50 ettari (...)". Il PCU (Piano di Cintura Urbana) prevede espressamente la realizzazione di interventi legati alla fruizione del parco (...), impianti sportivi e di interesse generale". L'area, in prossimità dell'imbocco della A7 (autostrada per Genova), è già ampiamente servita da mezzi pubblici e dalla linea 2 della Metropolitana.

Le certezze che abbiamo sono un paio, solo un paio, non più di un paio. La prima, è che in Italia la corsa agli stadi e agli impianti sportivi la si fa esclusivamente quando c'è da abbuffarsi in vista di Olimpiadi, Europei, Mondiali, salvo poi sperperare milioni, miliardi dei contribuenti per cattedrali nel deserto e per strutture che in parte non vengono nemmeno concluse, oppure lasciate marcire, crollare subito dopo la conclusione dell'evento. La seconda certezza è che il club rossonero ha sul tavolo ben più di una opportunità e, come riferito da un altissimo dirigente, "la decisione di dove costruire il nostro stadio arriverà presto, prestissimo". Punto.

A proposito di commedie. Quella relativa al passaggio o non passaggio di quote tra Elliot e Redbird continua a suscitare un famelico interesse della stampa, in particolare quella politica e finanziaria. Fanno il loro mestiere, ci mancherebbe altro. Non hanno nemmeno il sospetto che tra due furbe figure di secondo piano e due colossi (i quali, se una cosa sanno fare bene, anzi meglio di tutti al mondo, sono i conti e i contratti), qualcosa è andato storto ai primi. Forse mi sbaglio, certo è singolare che non suscitò tutto questo interesse, tutta questa attenzione, nemmeno il closing tra Berlusconi e il cinese in infradito. Decine, centinaia di milioni che vagavano da Bankgkok a Bruxelles, tra le Kaiman e le Vergini transitando sui conti del Milan (non è un segreto: lo rivelò Fassone al Corsera). Misteri dell'alta finanza e delle basse inchieste.

Meglio tornare alle cose formali, meglio tornare a parlare di calcio giocato. Concordo con il ritorno alle origini con la difesa a 4: per qualche partita ha consentito una buona difesa e a risultati positivi, ma i gol all'attivo con il contagocce e l'emorragia ripresa di quelli subiti, inducono Pioli a cambiare di nuovo. Quel che importa è che dal Napoli inizi un finale di stagione diverso, che ricordi i mesi da agosto a novembre: quel Milan, al di là dei moduli, deve tornare in campo. Con orgoglio, ferocia, convinzione. Sono queste le vere armi da disseppellire per vincere la corsa alla Champions, per avere chance di giocarsela col Napoli. 

Tra le grandi sorprese della pausa internazionale, la vittoria della Scozia sulla Spagna (2-o) valevole per Euro 2024. Il capitano iberico Rodri è sbottato a fine partita: "Quello scozzese è il loro modo, va rispettato, ma per me non è calcio. Troppe perdite di tempo, provocazioni continue, ostruzionismo, sempre per terra al minimo contatto". Mi sembra abbastanza scontato che Rodri a giocare in serie A non ci verrà mai: gli è bastata la lezione all'Hampden Park di Glasgow.