Seedorf sbaglia quando non doveva sbagliare e il Milan dice addio all'Europa. Prandelli monitora El Shaarawy: c'è una piccola speranza mondiale. Kakà-Milan: sarà addio nel 2015. Tra un anno il nuovo DS effettivo

Spesso, quando si commettono degli errori, vengono concesse delle nuove possibilità per migliorare e per non ripeterli più. Purtroppo per il Milan, Clarence Seedorf, nella partita con l’Atalanta, è caduto nuovamente su scelte tecniche che non lo hanno premiato. In primis il ritorno dal primo minuto, in una partita vitale per la corsa europea del Milan, di Keisuke Honda. Il giapponese, finalmente schierato nel ruolo che lui stesso ha sempre detto di preferire, ha fallito totalmente la chance datagli dall’olandese. Nei 45 minuti nei quali è stato in campo, non ricordiamo una giocata giusta ed efficace del numero 10 milanista. Seedorf, una volta accortosi dell’errore fatto, per evitare l’umiliazione pubblica di Honda con una sostituzione anticipata già nel primo tempo, ha aspettato il ritorno negli spogliatoi per comunicargli che non sarebbe tornato in campo.
La titolarità di Honda ha estromesso dall’undici titolare Adel Taarabt. Il trequartista marocchino, che è di gran lunga il fantasista più in forma e con il maggior numero di colpi nel repertorio a disposizione di Seedorf, è stato fatto entrare solamente a 15 minuti dalla fine della partita quando nel derby aveva mandato al manicomio Cambiasso e compagni. Il secondo errore è stato quello di riproporre il 4-3-1-2 senza una prima punta. Non sono i giornalisti che vogliono vedere insieme Balotelli e Pazzini ma sono gli stessi giocatori che li vogliono in campo insieme. Il motivo? Molto semplice. Mario, per indole, non è un centravanti che sgomita e lotta con i peggio mestieranti del ruolo del difensore, è una seconda punta molto forte fisicamente e tecnicamente che ha bisogno di una spalla per rendere al meglio. Quando i compagni alzano la testa, per un’eventuale verticalizzazione o un lancio lungo, davanti a loro trovano solo maglie avversarie perché Balo si defila e non dà quel punto di riferimento che serve.
E’ stato bello, davvero bello, vedere tornare in campo Stephan El Shaarawy tirato a lucido. Il Faraone, entrato al posto di Honda, ha messo in mostra 3-4 discese palla al piede degne del suo repertorio oltre ad un recupero difensivo su un contropiede atalantino degno del miglior Baresi. Un ritorno importante quello di Stephan che ha sofferto tanto, forse anche troppo per avere appena 21 anni. Quella che si concluderà domenica doveva essere la stagione della sua consacrazione, è stata, invece, un calvario fatto di mille fermate dolorose che lo hanno temprato nello spirito ancor prima che nel fisico. A naso, la sensazione è che rientrerà nei 30 pre convocati di Prandelli ma che, al momento dei tagli, il suo nome potrebbe non essere tra quelli che voleranno in Brasile. Però, se fossimo in Prandelli, un pensierino a Ste lo faremmo e anche abbastanza approfondito visto che, paradossalmente, il Faraone rischia di essere il giocatore italiano più in forma in vista dei mondiali.
Qualche notizia qua e la per finire. Ricardo Kakà ha annunciato che rimarrà al Milan anche nella prossima stagione. Un’affermazione importante che però va letta bene. Gli Orlando City Soccer, franchigia americana interessata al suo ingaggio, approderà in MLS solamente nel 2015. E’ ipotizzabile che nella prossima sessione invernale di mercato, se Kakà non sarà un protagonista fisso, il brasiliano possa chiedere al club di risolvere il contratto per affrontare la pre season con i nuovi compagni. Rocco Maiorino sarà nominato DS ad interim. Si occuperà della cessione dei giocatori che usciranno dalla Primavera e di quelli di rientro dai prestiti oltre a svolgere il ruolo di capo scout. Il suo mandato come DS durerà circa un anno. Nei piani rossoneri c’è l’assunzione, a partire dall’estate 2015, di un direttore sportivo attualmente sotto contratto con un’altra società italiana. I nomi che ballano sono sempre quelli, da Pradé a Sogliano passando per Paratici.

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