Su Gattuso deve esporsi anche Leonardo. E Rino racconti la verità su Montolivo

Bisogna capire Rino Gattuso. È arrivato a guidare il Milan cinese e poi americano passando dalla primavera grazie alla telefonata di un sodale calabrese, Mirabelli. Si è presentato accompagnato da un diffuso scetticismo, ha dovuto rimettere in piedi un gruppo con le gomme sgonfie (per effetto della disastrosa preparazione dello staff di Montella) e poi dare gas a un girone di ritorno che l’ha premiato col sesto posto e con una classifica parziale (girone di ritorno) degna del terzo punteggio dopo Juve e Napoli. Appena ha ripreso il lavoro alle dipendenze di Elliott si è ritrovato a convivere con lo scomodo fantasma di Antonio Conte e ha fatto spallucce. Adesso gli hanno messo sull’uscio di casa la foto di Donadoni, il cui agente, oltre che amico, Giovanni Branchini, ha pubblicamente smentito d’aver organizzato una cena a tre con Leonardo e l’ex tecnico del Bologna.
Questa è la cornice. Adesso esaminiamo il quadro. Il Milan messo a disposizione di Gattuso è tale da meritare una classifica, e perciò risultati, clamorosamente migliori di quelli collezionati? La mia risposta, documentata, è no. Perché Rino sta giocando con la stessa squadra della precedente stagione, in più ha l’arma letale Higuain e in meno Bonucci, il cui sostituto, Caldara, è lontano ancora dalla migliore condizione fisica (pubalgia). Il resto del mercato quale contributo ha fornito? Bakayoko non è ancora inserito, Castillejo deve farsi, Laxaalt è l’unico già pronto per la serie A, ha gamba e forse per giocare l’ultimo tratto di derby sarebbe stato più utile di Cutronesmarrito da ala sinistra come un bimbo di 5 anni nella metropolitana di Mosca.
Gattuso è un semi-esordiente sulla panchina prestigiosa del Milan. Se sbaglia qualche cambio, ci sta. Non formazione perché di meglio non ha in panchina. Madeve avere il sostegno pieno e completo da parte dell’area tecnica milanista. Paolo Maldini, che sta studiando da dirigente, gli è vicino fisicamente e penso anche con affetto. Di Leonardo invece non conosciamo, perché non è intervenuto pubblicamente, il pensiero dopo il derby. è vero: la società ha smentito interesse e incontri con Donadoni ma in talune curve del torneo non possono bastare la velina dell’ufficio stampa, ci vogliono le virgolette del responsabile numero uno. Che tra Leonardo e Gattuso, ci sia stato, per amore del Milan naturalmente da parte di Rino, in passato, qualche tempestoso conflitto non è un mistero: tale precedente pesa sulle tastiere dei cronisti i quali non hanno una dichiarazione completa di Leonardo sulla questione allenatore. Se poi Mirabelli, in privato, non perde occasione per far sapere a Rino che Leonardo non vede l’ora di mandarlo via, allora si capisce tutto.
Anche Gattuso però deve una spiegazione pubblica e completa. Una spiegazione sul caso Montolivo. Il giocatore, diventato di recente papà per la seconda volta, è stato escluso –per scelta tecnica- dalla tournèenegli Usa, adesso non viene mai preso in considerazione eppure ci sarebbe bisogno, per far respirare Biglia, di uno come lui. Cosa è accaduto di irreparabile tra i due per cancellare Montolivo dalla lista degli utilizzabili? Non possono bastare le mezze frasi, le allusioni. Occorre la chiarezza visto che Rino ne ha fatto una bandiera

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