Tare ha rimesso il Milan al centro del villaggio. Perché voto Allegri sì

Tare ha rimesso il Milan al centro del villaggio. Perché voto Allegri sìMilanNews.it
Ieri alle 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Mi sono piaciute due-tre espressioni di Igli Tare contenute nella sua prima (e unica) intervista concessa al canale tv del Milan che di fatto sostituisce la presentazione ufficiale in omaggio a una promessa del club che considero utilissima: parlare con i fatti più che con le parole. Per ora le parole più rassicuranti di Tare sono state le seguenti: “dobbiamo riportare al centro degli interessi il risultato sul campo”. Sembra una inversione di tendenza rispetto al format americano ed è probabilmente il nuovo paradigma introdotto dal ds che viene dal calcio e punta al successo nel calcio.

La seconda espressione meritevole di attenzione è quella dedicata al metodo di lavoro: “Ho parlato a lungo con Furlani, Ibra e Moncada e con grande umiltà voglio lavorare con tutti loro”. Terzo e ultimo, ma non ultimo accenno per importanza, è il riferimento al gruppo squadra che richiama, molto da vicino, le frasi pronunciate da Matteo Gabbia dopo la fine ingloriosa della stagione col Monza: “Il senso di appartenenza vale tanto, ripeto spesso ai calciatori che conta più quello che c’è scritto davanti alla maglia che quello che c’è scritto dietro”. Queste sono parole, poi serviranno i fatti. E i fatti per esempio raccontano che anche nel metodo di lavoro Tare ha cominciato, non a caso, incontrando il rappresentante della Roma per discutere di Saelemaekers che ritorna in rossonero in attesa di eventuale altra destinazione e di rinegoziare l’eventuale cessione definitiva alla Roma condivisa dallo stesso calciatore. Priorità alla costruzione della squadra, insomma.

Questo significa che prima saranno sciolti i nodi relativi alle posizioni in discussione come ad esempio i contratti in scadenza ravvicinata di Maignan e Theo Hernandez. La mia impressione (e di impressione si tratta, non di notizia) è che al portiere francese sarà rinnovato il contratto mentre per Theo bisognerà fare altre valutazioni che riguardano la sua testa, la sua voglia di restare a Milanello e soprattutto di tornare a fare il calciatore professionista di altissimo rango. Da questa impostazione “calcistica” discende il resto, a cominciare dall’allenatore. Tare è il tipo che non si fa incantare dai cacciatori di farfalle: appena ha capito che Vincenzo Italiano utilizzava la voce dell’interesse milanista per far alzare lo stipendio al Bologna (è arrivato così a 3 milioni netti l’anno che sono un lusso per un club come quello di Saputo), ha puntato su Max Allegri che nel frattempo era stato frettolosamente già spedito sulla panchina del Napoli quale sostituto di Antonio Conte e dell’Inter nell’ipotesi non proprio remota di un addio di Simone Inzaghi!

Allegri è la soluzione ideale? La mia risposta è articolata su più punti. Provo a sintetizzarli: 1) perché, nonostante tutte le voci, da persona esperta e matura, non aveva firmato nessun impegno con alcuno e quindi è nelle condizioni di dire subito sì e cominciare a lavorare al fianco di Furlani, Tare, Moncada e Ibra, sì anche lui, Zlatan che lo ha avuto come allenatore nel precedente ciclo; 2) perché conosce alla perfezione -oltre che il mondo Milan- anche pregi e difetti della rosa che ha appena concluso la stagione avendone seguito le partite con grande attenzione visto che il suo profilo era stato accostato al Milan già dopo i primi rovesci di Fonseca; 3) perché è un aziendalista e un convinto estimatore del patrimonio storico e tecnico del Milan e queste caratteristiche possono risultare gradite anche alla proprietà!