Galliani: "Gattuso mi ha smentito. Piatek? In certi movimenti mi ricorda Shevchenko"

Galliani: "Gattuso mi ha smentito. Piatek? In certi movimenti mi ricorda Shevchenko"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 4 marzo 2019, 11:36Gli ex
di Enrico Ferrazzi
fonte tuttomercatoweb.com

Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, ai microfoni di Radio Anch'io Sport parla dei brianzoli, del Milan e del calcio italiano in generale: "Per me è un ritorno a casa. Sono entrato come azionista nel 1975, resto al Monza fino al 1985. Conosco Berlusconi che mi porta al Milan e diciamo che sono rimasto trent'anni in prestito al Milan per poi rientrare al Monza".

Monza quarto. Si può andare in B?: "Credo che si possa fare attraverso i playoff. Impossibile arrivare primi, ma cercheremo di arrivare più in alto possibile per avere un vantaggio attraverso i playoff".

Come vivi questo calcio?: "È uno dei settori maggiormente in crescita dell'economia globale, uno dei pochi settori non in crisi in Italia".

Più facile vincere la Coppa col Monza o il Milan: "Mi auguro che vincano entrambe. Sono tifosissimo del Milan, prima ero anche amministratore delegato, ora sono solo ultrà".

Monza mai stato in A. Quando la prima volta?: "Il programma è di Silvio Berlusconi. Ero presente allo spareggio nel 1979 di Bologna perso contro il Pescara. Nel mio primo anno di Monza vincemmo la Coppa Italia di categoria, spero che succeda anche quest'anno. Pensiamo intanto ad andare in Serie B".

Su Gattuso: "Pensavo che con quel carattere non potesse fare l'allenatore. Sono felice di essere stato smentito, tutti i giocatori sono felici di lui. I risultati stanno arrivando, il gioco è un po' calato ma succede. Sono sicuro che il Milan ritroverà la via del gioco. Merito di Gattuso e di questa proprietà che ha riportato il Milan ai milanisti".

Le piace Paquetá?: "Molto. Devo fare i complimenti al mio amico Leonardo che ho voluto fortemente prima come giocatore, poi nell'area tenica, infine come allenatore, per gli acquisti di Paquetá e Piatek che hanno rinforzato la squadra. Nessuno in Europa si è rinforzato tanto a gennaio".

Ancora su Leonardo: "Ho cominciato ad amarlo quando prendendolo a Parigi, lui aveva una clausola rescissoria che avrebbe esercitato solo se non fosse stato felice. Clausola che lui ha stracciato. Quando era ritornato al Milan sempre come calciatore ha avuto dei problemi ed è durato poco, ha i soldi incassati nei mesi di permanenza. Ha iniziato un percorso nell'area tecnica, contribuendo molto sul mercato brasiliano. E poi ha competenza, è poliglotta".

Lo stadio è il grande gap italiano?: "In Italia c'è una situazione tale che Infantino ci ha definito peggio del Gabon. Lo stadio di Milano è molto bello, ma è stato costruito nel 1926. Non tutti sanno che San Siro era originariamente era del Milan. Ora le società devono decidere se rimanere lì, soluzione che per me è la migliore; oppure fare uno stadio nella zona del Trotto. A Milano ci sono grandi opportunità per fare uno stadio, che deve essere in comune fra Milan e Inter. I rapporti fra i tifosi, abituati a convivere, fanno sì che si possa continuare con uno stadio comune".

Andrà al derby?: "Ci andrò. Sarà un derby che finalmente dopo tanti anni vede le due milanesi davanti alle romane. Una partita fondamentale per la Champions, il mio augurio è che vadano entrambe".

Come avrebbe gestito il caso Icardi?: "Beppe Marotta faceva il direttore sportivo a Monza, lo conosco da quando ero ragazzino e non mi permetto di giudicare in casa altrui"

Playoff anche in Serie A?: "Il problema delle Serie A sono le Nazionali. Il calendario è compresso. In B e in C si può fare perché non ci sono di mezzo le coppe europee e le Nazionali che portano via i giocatori. È una questione di spazi, bisognerebbe in questo caso ridurre il numero delle squadre".

In Spagna aboliranno il posticipo del lunedì. Crede si possa fare anche in Italia?"Monday night ce ne sono pochissimi. Si potrebbe fare quando finiscono i contratti televisivi, che finché ci sono vanno rispettati"

Chi le ricorda Piatek?: "Nessun giocatore è uguale a un altro, ma in certi movimenti mi ricorda Shevchenko. Anche se per arrivare ai suoi livelli ne ha di strada da fare".

Si sta dando sempre più spazio ai giovani, come Chiesa, Zaniolo, Barella. Cosa ne pensa?: "Mi sembra di vedere un'inversione di tendenza. Le annate dei calciatori sono come quelle del vino. Adesso stanno uscendo 3-4 giocatori di livello europeo. Anche nel mio Milan mi ricordo che ci erano a livello di giovani annate straordinarie, altre un po' meno. Chiesa? Me lo ricordo da ragazzino quando giocava nei tornei giovanili a Forte dei Marmi. Non era così forte come adesso".

Le manca vedere il Milan in Champions?: "Mi manca moltissimo, era la nostra vita e lo abbiamo dimostrato. Che il DNA nostro fosse la Champions è risaputo".