MN - Taveggia: "L'illuminazione del pilone a Marsiglia fu spenta volutamente"

Intervenuto ai microfoni di Milannews.it Paolo Taveggia, ex direttore organizzativo del Milan dal 1986 al 1993, ha parlato di un aneddoto legato alla gara di Champions tra Milan e Marsiglia. Questa la domanda e la risposta:
Dopo aver parlato dei momenti più felici al Milan, una piccola parentesi la vogliamo dedicare anche al momento che vorrebbe cancellare dalla sua memoria di ex dirigente rossonero.
"Quello che ricordo con meno piacere risale al 1991, Marsiglia-Milan, quando il Milan uscì dal campo e si spensero le luci. E' un po' lungo come racconto, ma ne vale la pena, perchè nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontare come andò realmente. Fu un errore generale, generato anche da qualche furbizia da parte del Marsiglia, in cui tutti abbiamo avuto delle responsabilità. Noi dovevamo giocare il ritorno al Velodrome dopo aver fatto 1-1 a Milano. Il Marsiglia aveva un'organizzazione importante ai tempi, perchè il presidente Tapie era anche presidente dell'Adidas, uno dei grandi sponsor della UEFA. Si può dire che, prima che venissero alle luce tutte le sue magagne, Tapie era un po' il Berlusconi di Francia. Qualche giorno prima della partita mi chiamò Uli Hoeness (ai tempi dg del Bayern Monaco, ndr), con i quali avevo dei rapporti meravigliosi, specificando che fosse una telefonata riservata e mi disse: 'Ti faccio questa confidenza solo perchè siamo amici, mi ha chiamato Beckenbauer (dt del Marsiglia, ndr) avvisandomi che stanno preparando delle cose poco simpatiche per il Milan in Francia, con anche il pericolo che ci possa essere qualche contaminazione del cibo in albergo destinato ai giocatori'. Io mi occupavo anche dell'organizzazione logistica e così decisi, senza dire veramente nulla a nessuno tranne a Galliani, di cambiare hotel ad una settimana dalla partita. Nemmeno i giocatori e l'autista sapevano di questo cambio. Pensa che Maldini, dopo un quarto d'ora dall'arrivo in albergo, mi disse che Adriana (attuale moglie dell'ex capitano, ndr) stava provando a chiamare l'albergo, ma che non riusciva a trovarlo, perchè lei in realtà aveva il numero di quello che doveva essere l'hotel originario. La sera andammo al campo per l'allenamento alla vigilia della partita e trovammo i cancelli del Velodrome chiusi. Dopo un po' riuscimmo a farci aprire, ma i palloni sembravano scomparsi - non erano nemmeno stati mandati a Milanello una settimana prima della gara come da prassi - e vidi che c'erano un po' di persone che stavano lavorando nel fossato interno attorno al campo. Al momento non ci feci troppo caso, ma il giorno dopo questo particolare si rivelerà fondamentale per capire cosa successe realmente. Alla fine saltarono fuori i palloni e facemmo una breve rifinitura. Il giorno della partita, nel momento in cui il Marsiglia era avanti 1-0 e mancavano tre minuti alla fine della gara, Waddle si trascinò il pallone sul fondo, l'arbitro Bo Karlsson fischiò e fece un gesto con le braccia che si poteva interpretare come la fine della gara. I giocatori del Marsiglia cominciarono a festeggiare, noi pensammo che la partita fosse finita. Io, francamente, che non stavo guardando l'orologio, vidi che nel frattempo stavano iniziando ad entrare in campo i vari soggetti che sono attorno al campo, dai poliziotti marsigliesi che festeggiavano ai fotografi. Ramaccioni mi guardò e mi disse che non era ancora finita la partita e di andare ad avvisare l'arbitro che mancavano ancora tre minuti. Karlsson mi disse che ne era consapevole e io gli feci notare la confusione che c'era in campo in quel momento e che non si poteva continuare in quelle condizioni. Nel frattempo i giocatori del Milan si stavano scambiando le maglie con quelli del Marsiglia, con il pubblico del Velodrome che era in festa. Mentre stavamo facendo questi ragionamenti, si spense completamente uno dei quattro piloni con i riflettori. Karlsson a quel punto mi disse che le squadre dovessero rientrare negli spogliatoi, che avrebbero liberato il campo e poi si sarebbe finita la partita. Ci avviammo per andare negli spogliatoi - a cui si accedeva tramite una botola dietro la porta del Marsiglia - ma la botola non si aprì perchè probabilmente era chiusa dall'interno o per la troppa confusione che c'era sul campo. A quel punto rimanemmo tutti lì attorno nel mezzo di un casino generale in cui Papin - che sarebbe poi venuto da noi l'anno successivo - ci stava sputando addosso e con il Velodrome che ci urlava di tutto. I fari a quel punto cominciarono a riaccendersi piano e piano e l'arbitro disse di ricominciare la partita. Tanto è vero che chi guarda il filmato, vede che io e Beckenbauer stiamo tornando verso la panchina, parlottando tra di noi - io non gli ho mai detto che sapevo tutta la storia che mi aveva rivelato Hoeness al telefono - e Gullit si sta rimettendo la maglia per poter rigiocare. In quel momento entrò Galliani in campo - che non era riuscito ad arrivare sul terreno di gioco attraverso gli spogliatoi, ma passando tra il pubblico di casa inferocito - e quello fu stato un errore. Chi era in campo aveva la facoltà di decidere - giusto o sbagliato che fosse - non c'era bisogno che scendesse lui dalla tribuna. Una volta entrato in campo disse che non c'era sicurezza e di uscire dal campo immediatamente. Improvvisamente si aprì la botola degli spogliatoi e la maggior parte della squadra scese giù. Nel frattempo dagli spalti arrivò in campo l'avvocato Cantamessa che mi disse di dire alla squadra e a Galliani di non andar via, ma ormai era tardi. Karlsson rimise il pallone nel punto per battere il calcio di rinvio dal fondo, ma in campo a quel punto c'era solo il Marsiglia e fischiò la fine della partita. Negli spogliatoi c'era un'atmosfera pessima con Galliani che diceva: 'era l'unico modo per poterci salvare, non c'era sicurezza'. Io e Cantamessa dicemmo a Galliani che sarebbe stato un problema, perchè la UEFA ci avrebbe squalificato e lui, nervosissimo, ci guardò e rispose: 'Se avete cambiato casacca e lavorate per il Marsiglia andate nell'altro spogliatoio'. A quel punto io andai dal delegato UEFA, Senes Erzik, e gli chiesi cosa si potesse fare. Lui non potè far altro che farmi capire che la partita era andata in diretta in tv in tutto il mondo e che non avrebbe potuto fare nulla. Ne ho lette di ogni su quella sera, l'unica cosa che posso dire con estrema certezza è che Berlusconi non abbia mai telefonato per ordinare di abbandonare il campo e che non abbia mai digerito quella serata. Nessuno si oppose a Galliani nel momento in cui disse di uscire dal campo, me compreso. Perdemmo la partita 0-3 a tavolino e il Milan fu squalificato per un anno dalle coppe europee. Io all UEFA poi dissi: 'Voi ci state squalificando, e probabilmente avete ragione, ma sappiate che l'arbitro - non a caso connazionale del presidente svedese della UEFA Johansson - non lo ammetterà mai, ma mi disse che saremmo dovuti rientrare negli spogliatoi e non è riuscito ad ottenere quello che mi aveva detto'. Sono in debito della spiegazione degli uomini che armeggiavano il giorno prima nel fossato attorno al campo, che in realtà stavano preparando i fuochi d'artificio da sparare in caso di vittoria dell'OM. L'illuminazione di quel pilone fu spenta volutamente dal responsabile delle luci dello stadio, perchè credette anche lui che la partita fosse finita ed aveva avuto l'ordine di spegnere i riflettori per far partire i fuochi d'artificio".

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati

Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso ad A.C. Milan