Debolmente positivi o falsi positivi? Cosa cambia tra i test dell'UEFA e quelli della Serie A

Perché i giocatori bloccati dalla UEFA per una positività debole rientrano dopo pochi giorni e sono disponibili per la Serie A? La risposta, secondo quanto riportato dal Corriere dello Sportè da ricercarsi nei parametri e nelle tempistiche utilizzate per accertare la presenza del virus. I casi di Hakimi e Immobile, fermati alla vigilia dei match di Champions per "debole positività" e di nuovo arruolabili per il successivo incontro di campionato ("falsa positività") si spiegano così: i controlli in Italia vengono effettuati 48 ore prima di ogni sfida. In caso di positività di un membro del gruppo-squadra, tutti gli altri si sottopongono a test antigenici (test rapidi). Se questo dà risultato "debolmente positivo", il giocatore può essere utilizzato qualora sia negativo al test molecolare, il cui risultato è disponibile circa 4 ore prima della partita. Non c'è un ente centralizzato che fa i tamponi, ogni società si affida a un laboratorio di fiducia.
Cosa succede in Europa - La UEFA, invece, ha stipulato un accordo con SynLab, che fa i tamponi a tutti i club impegnati nelle competizioni europee. Sono solo tamponi classici naso-faringei, che vengono effettuati tra 48 e 72 ore prima degli incontri per le squadre che giocano in trasferta, in modo tale da avere i i risultati il giorno della partenza e non far viaggiare i positivi. Chi gioca in casa effettua i test tra 48 e 24 ore prima dell sfida, cosa che non consente, in caso di positività, di ripetere il test per escludere il falso positivo. I parametri sono più bassi rispetto alla Serie A: basta un livello molto basso per risultare positivo.

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