Fabregas ammette che "Como è la priorità", ma anche che "è normale che qualcuno si sia fatto vivo"

Fabregas ammette che "Como è la priorità", ma anche che "è normale che qualcuno si sia fatto vivo"MilanNews.it
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 11:50News
di Lorenzo De Angelis

Inseguito da Roma, Milan, squadre tedesche e spagnole in vista della prossima stagione, Cesc Fabregas ha parlato ai taccuini del Corriere dello Sport ribadendo quanto Como sia ad oggi la sua priorità. Di seguito alcuni degli estrati più interessanti del suo intervento. 

Sei già ambitissimo
"Sono giovane e credo di sapere come gira. Quando José (Mourinho, ndr) scherzava con noi ripeteva "non mi frega niente dei momenti brutti, visto che mi mancano trent'anni da allenatore", ci faceva capire che è un lavoro molto usurante. Guardiola si è fermato un anno, e Mourinho una volta sei mesi". 

Del tuo Como ha sorpreso l’originalità della proposta, si dice così ormai, la personalità del gioco.
"Beh, sì, questo dipende un po’ dallo stile. Ci sono tanti modi di fare calcio e non se ne può escludere uno. Simeone vince alla sua maniera, Guardiola alla sua, così come José e Conte. Sono tutti stili differenti, però è calcio vero. È importante credere in quello che si fa. Potrei tranquillamente dire ai miei dài, andiamo a giocare palla lunga e conquistiamo la seconda palla. Ma non saprei come allenare la squadra, nel senso che non credo in quel calcio, non potrei mandare il messaggio giusto al giocatore. Il giocatore intelligente ti guarda in faccia, ti analizza. Se non è sicuro di quello che sta facendo tocca a me dargli gli input giusti e convincerlo. Io mi adatto a quello che abbiamo e poi provo a trovare tutte le soluzioni per andare a vincere. Però è vero che stiamo giocando praticamente il 70% della stagione con Da Cunha, Perrone e adesso Caqueret a centrocampo che sono esterni, numeri 10, numeri 8, non c’è un play tipo Rodri del Manchester City, o Paredes, uno che è più fisico e posizionale. Questa te la racconto". 

Vai.
"Dopo aver vinto la B mi ritrovai a cena a Trento con Pecchia e Capello. Fabio mi disse: “Cesc, adesso non puoi più giocare così eh, adesso ti devi difendere di più”. Insistette sulla difesa, difesa, difesa. Quella sera andai a dormire più convinto che mai". 

Di cosa?
"Che avrei seguito la mia strada e la mia filosofia".

Quando si conoscerà il futuro di Fabregas?
"Non lo so, niente è ancora deciso. Ho bisogno di una breve sosta a fi ne campionato, di un attimo di respiro prima di sedermi al tavolo con il Como... Mi ritengo molto fortunato perché qui la gestione del quotidiano è uguale tanto che si vinca quanto che si perda. Il confronto è costante. Pretendo molto, è vero, perché una cosa che Conte mi ha insegnato e ha ripetuto giorni fa è l’essenza del nostro lavoro. Il fondoschiena sempre a rischio è solo quello dell’allenatore, è una questione di aspettative interne e esterne". 

Confermi? Como la priorità?
"Devo capire dove vogliamo andare. E in che modo. Sì, la priorità è il Como". 

È evidente che non hai preso impegni con latri. Del resto non me lo diresti
"È normale che qualcuno si sia fatto vivo. Ci sono squadre che stanno cercando l'allenatore o il giocatore. Chiamano e ci sta. È così, non dobbiamo dire bugie alla gente. Capita ovunque. Pensi che Simeone in tutti questi anni non l'abbia chiamato nessuno? Eppure è ancora all'Atletico. Esiste un timing per tutte le cose".