Gimenez: "Quando mi dissero che forse non avrei più potuto giocare, mi misi a piangere con mio padre. Lui mi disse: 'Solo Dio lo sa'. Mi sono inginocchiato sotto la doccia, al buio, e lì ho sentito la sua presenza"

Nelle scorse ore l'attaccante rossonero Santi Giménez si è raccontato in una lunga intervista concessa a GQ México, svelando aneddoti inediti e curiosità sul suo recente approdo al Milan. Tra emozioni, sogni realizzati e retroscena poco noti, il Bebote ha ripercorso le tappe del suo percorso, dalla crescita personale alla nuova avventura in rossonero, aprendo una finestra autentica sulla sua vita dentro e fuori dal campo.
Mentalità Milan e la trombosi a 17 anni
“Nel Milan mi hanno spiegato ogni singola regola. Vogliono che siamo professionisti dentro e fuori dal campo. Credo che il talento per giocare lo abbia sempre avuto, ma se non mi fosse successa la trombosi a 17 anni, oggi non sarei qui. Lì ho trovato Dio, e questo mi ha fatto apprezzare ancora di più il calcio. Dio ci usa in piattaforme diverse. A me ha messo nel calcio, e devo farne il miglior uso. È stato un miracolo poter tornare a giocare. Da quel momento ho deciso di camminare con lui. Quando mi dissero che forse non avrei più potuto giocare, mi misi a piangere con mio padre. Gli chiesi: ‘Perché proprio a me?’. E lui mi rispose: ‘Non lo so, ma solo Dio lo sa’. Quella frase mi ha cambiato la vita. Mi sono inginocchiato sotto la doccia, al buio, e lì ho sentito la sua presenza. Da quel giorno ho deciso di camminare con Dio. È la chiave della mia vita.”.
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