I 18 allenatori di Silvio Berlusconi: da Liedholm a Palladino, con in mezzo la triade Sacchi-Capello-Ancelotti

I 18 allenatori di Silvio Berlusconi: da Liedholm a Palladino, con in mezzo la triade Sacchi-Capello-Ancelotti
lunedì 12 giugno 2023, 13:18News
di Antonello Gioia

31 anni di vittorie con il Milan, quasi cinque di cavalcata con il Monza, fino all'undicesimo posto di settimana scorsa. Prima stagione in A per i brianzoli conclusa da Silvio Berlusconi prima dell'addio al Mondo, quasi un ultimo compito. Nel frattempo diciannove allenatori, solamente quindici nella sua avventura in rossonero, quattro - in confronto uno stillicidio - in Brianza.

Nils Liedholm. Il primo tecnico dell'epopea Berlusconi, ereditato da Farina e che arriva fino all'aprile del 1987, quando viene esonerato nonostante un discreto andamento, il repulisti era di lì a venire.

Fabio Capello. Sostituisce Liedholm nel 1987 e rimane sulla panchina solamente fino alla fine della stagione, arrivando in Coppa UEFA. Diventa dirigente della Mediolanum, per poi fare ritorno al Milan nel 1991, quando Arrigo Sacchi viene chiamato dalla Nazionale. Vince quattro campionati italiani, quattro Supercoppe italiane, una Champions League e una Supercoppa europea. Torna nel 1997-98 dopo una stagione al Real Madrid, senza però brillare come negli anni precedenti.

Arrigo Sacchi. L'idea era quella di comandare il gioco, con il Profeta di Fusignano che diventa allenatore da Milan quando il suo Parma, in Serie B, elimina i rossoneri in Coppa Italia. Porta otto titoli, in particolare due Coppe Campioni.

Oscar Tabarez. Dopo Fabio Capello, nel 1996 arriva l'uruguagio che tanto bene aveva fatto a Cagliari. Peccato che perda subito la Supercoppa italiana contro la Fiorentina - famosa per l'esultanza di Batistuta di "Irina ti amo" - e non incida molto: il primo dicembre si dimette dopo una sconfitta per 3-2 contro il Piacenza firmato da una rovesciata di Luiso. Un amore mai sbocciato.

Alberto Zaccheroni. Doveva essere una fanfaluca. Parlò così il Presidente quando i giornali davano Capello al Real Madrid e Zac al Milan. Forse lo Scudetto più particolare e inaspettato, perché nel 1999 c'erano sì ottimi giocatori in rossonero, ma il Carneade Guglielminpietro e l'incredibile vicenda di Abbiati, da terzo a intoccabile, diventarono quasi storia.

Cesare Maldini. Rimane pochissimo sulla panchina con Silvio Berlusconi, subentrando a Zaccheroni in una stagione non straordinaria. Ha il grande merito del 6-0 storico nel derby all'Inter.

Fatih Terim. Situazione molto simile a quella di Oscar Tabarez. L'idea era quella di divertire, di comandare il gioco come per Sacchi. Magari vincendo qualcosa. Ecco, non arrivano grandi risultati e rimane solo una stagione.

Carlo Ancelotti. L'altro grande allenatore del Milan di Berlusconi. Famosa la querelle per l'Albero di Natale e, qualche volta, delle due punte che Silvio voleva sempre in campo. Uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, due Champions League. Otto stagioni, solamente una volta oltre il quarto posto nel 2007-08.

Leonardo. Il suo Milan non giocava benissimo ed era giudicato "testardo" dal presidente. Vince contro il Real Madrid al Bernabeu, lui vorrebbe fare il dirigente e non l'allenatore. A fine stagione saluta, senza grossi rimpianti.

Massimiliano Allegri. L'ultimo vincente, con uno Scudetto e una Supercoppa Italiana. Era però un Milan in calando, che vendeva - per la prima volta - i suoi gioielli come Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic, in coppia, al Paris Saint Germain. Viene esonerato.

Clarence Seedorf. Allenatore da tre mesi, rimane tutt'ora la sua più grande parentesi, con Montella che allungava la sua ombra sin da subito. Come per Allegri, Berlusconi ha poca pazienza quando non si vince. Esonerato alla fine dell'anno.

Filippo Inzaghi. Non è mai stato un allenatore troppo offensivo, contrariamente alla sua grande storia di attaccante. Arriva dagli Allievi Nazionali e dalla Primavera, Inzaghi: decimo posto ed esonero alla fine della stagione.

Sinisa Mihajlovic. Anche qui il confronto è duro, perché il tecnico è un duro. E questo porta a una sola strada, secondo Berlusconi, cioè viene esonerato dopo essere arrivato alla finale di Coppa Italia.

Cristian Brocchi. Assunto perché vive il Milan sin da quando giocava nei Pulcini, rimane però con la finale della Coppa Italia contro la Juventus, persa. Viene poi chiamato al Monza, dove arriva fino al playoff contro il Cittadella, in B, perdendo e venendo esonerato. Sostituito da Stroppa.

Vincenzo Montella. L'ultimo allenatore del suo Milan, di oltre 30 anni di storia. Arriva in Europa alla fine della stagione, ma la cessione ai cinesi è già stata ufficializzata.

Marco Zaffaroni - Una delle facce del miracolo Hellas Verona è la sua, ma è l'allenatore del Monza al momento del subentro di Berlusconi e Galliani. Viene esonerato dopo poco.

Giovanni Stroppa. Prende il posto di Cristian Brocchi per la seconda stagione di Serie B. Riesce a coronare la promozione grazie ai playoff contro il Pisa, salvo poi lasciare dopo cinque sconfitte nelle prime cinque.

Raffaele Palladino. L'ultimo tecnico di Silvio Berlusconi, con un prolungamento appena prima di salutare questo mondo. Undicesimo posto in campionato, appunto, una delle migliori stagioni per una neopromossa.