Ordine: "Questa partenza falsa pesa come un macigno anche sulle spalle di Zlatan"

Nel corso del consueto appuntamento con la sua rubrica "Il commento" per Il Corriere dello Sport, Franco Ordine ha parlato di Milan soffermandosi in modo particolare sul ruolo e sulle parole di Zlatan Ibrahimovic nell'ultima conferenza stampa di presentazione di Youssouf Fofana, titolando il tutto: "C'è solo Zlatan al comando". Questo il suo pensiero:
"Cosa fa Ibra nel Milan? Che ruolo ha Ibra nel Milan? Non ha un ruolo nel management del Milan… Sono i quesiti e i giudizi ascoltati fino all’altro giorno in giro per il calcio italiano e ripetuto, come un motivetto che piace tanto, anche da molti addetti ai lavori. In particolare gli agenti dei calciatori ai quali Ibra non dedica molta attenzione preferendo avere rapporti direttamente con i calciatori, quando decide di contattarli e di raccontare loro l’interesse dei rossoneri. Forse da ieri tutta questa narrazione può tornare nel cassetto dei ricordi di una estate molto chiacchierata e colma di qualche grossolano pregiudizio. Basta ascoltare la frase, netta e chiara, sul mercato dichiarato chiuso qualche ora prima dal tecnico Fonseca, per capire chi comanda da quelle parti. «Decido io se il mercato è chiuso o aperto, siamo solo al sesto giorno, per il settino c’è ancora tempo» la dichiarazione che può sembrare una sorta di smentita di Fonseca ma è invece un avviso a tutti i naviganti, presenti e futuri, su chi guida in materia calcistica il club.
Ed è anche un atto di coraggio perché a questo modo Ibra si assume la responsabilità del mercato e delle scelte effettuate, decise -come lui stesso spiega- anche prima della scelta dell’allenatore. Specie dopo quel debutto di ieri sera a San Siro, con una squadra spenta nelle gambe oltre che nelle idee e salvata nel finale.
D’accordo è il primato della società che viene sancito in maniera solenne ma poi contano anche i risultati e questa partenza falsa pesa come un macigno anche sulle spalle di Zlatan. I tecnici e i calciatori passano, il club resta. E il club deve avere una visione. La stessa visione che ha consentito al Milan di far arrivare, tra la stagione passata e quella appena cominciata, ben 14 nuovi giocatori, una sorta di rifondazione rispetto a quella precedente che portò la firma di Boban prima e poi di Maldini.
Non solo. Anche dal punto di vista finanziario c’è da prendere atto della realtà milanista che è esattamente il contrario della narrazione precedente. La presenza di Theo e Maignan è un fatto, i due rinnovi sono in corso di trattativa, e le spese sopportate fin qui al netto delle entrate superano i 90 milioni. Tutti argomenti che non contano più da ieri notte perché restano le due sberle sul viso del Toro e la sconfitta evitata, come l’anno scorso, da una stoccata di Okafor".

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