Abbiati, ieri e oggi: una parata che vale platino

Una rete dopo 44 secondi, nonostante faciliti ovviamente le cose in chiave partita, non può di certo significare vittoria automatica. La reazione dell'Inter, per quanto a lunghi tratti i nerazzurri siano spariti dal terreno di gioco, non si sarebbe fatta attendere e così è stato. Nella seconda parte del primo tempo, infatti, l'undici di Leonardo ha avuto le occasioni per rimediare alla bruciante rete di Alexandre Pato, con la possibilità di deviare il corso degli eventi. Se al 19' Abbiati è stato bravo a chiudere lo specchio ad un tiro non certo irresistibile di Pazzini, al 38' si è superato, compiendo un autentico miracolo sul colpo di testa di Thiago Motta. Il portiere di Abbiategrasso ha respinto il pallone proprio sulla riga di porta, scatenando anche le ire interiste per un presunto gol fantasma: una parata che è valsa come e più di un gol e, in tal senso, va letta l'esultanza rabbiosa del numero uno lombardo, voltatosi ad esultare di fronte alla Curva Sud dopo il brillante gesto tecnico effettuato.

L'ultima chance interista è arrivata al 43', quando Eto'o si è ripetuto in un errore molto simile a quello di Torino, sbagliando una delle occasioni più semplici che gli potessero capitare. Tre rischi che potevano costare caro ma, considerando quanto profuso, costruito e finalizzato dal Diavolo, la contesa non si è giustamente mai colorata di nerazzurro. Bravo, decisivissimo, Abbiati che, in una fase di rientro avversario, è salito fortemente in cattedra. Se il Milan può gioire, oltre alle prodezze dei suoi campioni e guerrieri, in parte lo deve anche al suo estremo difensore: lo stesso uomo che, nell'unico derby forse più importante rispetto a quello di ieri (2003, Semifinale di ritorno di Champions League), compì parimenti un miracoloso intervento su Kallon, regalando ai suoi l'accesso alla Finale di Manchester contro la Juventus e la gloria al suo eterno compagno e rivale Nelson Dida.