Addii e poca voglia di Milan, acquista ancora più valore il lavoro di Pioli

Addii e poca voglia di Milan, acquista ancora più valore il lavoro di Pioli MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 25 giugno 2021, 18:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Con il senno del poi cambia tutto ed è facile, a volte anche troppo, parlare, ma alla luce di quanto venuto fuori in questo primo mese dopo la fine del campionato, campionato che ha visto il Milan qualificarsi in Champions League con un meritatissimo secondo posto, si può rivalutare ancora una volta (ovviamente ancora in meglio), il lavoro fatto da mister Pioli non solo per quanto riguarda quello fatto sul campo, ma anche quello fatto fuori dal rettangolo di gioco. 

ADDII - Parliamo ovviamente degli addii di Gigio Donnarumma e Hakan Calhanoglu; per il portiere manca solo l'ufficialità prima che diventi un nuovo giocatore del Paris Saint-Germain, mentre il secondo ha firmato un triennale con l'Inter una volta terminato anzitempo l'Europeo. Il giudizio dei tifosi su questi due giocatori, il primo amatissimo, il secondo che comunque ha diviso da sempre il mondo rossonero, ora è evidentemente offuscato da questo "tradimento", ma non ammettere che siano stati pedine fondamentali nel Milan di mister Pioli vorrebbe dire essere in malafede e poco obiettivi. Gigio è stato il miglior portiere del campionato senza ombra di dubbio, chiudendo a 14 clean sheet il torneo, mentre il turco, sebbene abbia avuto diversi alti e bassi, riusciva ad esprimersi bene nel ruolo di trequartista atipico nel 4-2-3-1 del mister. Il valore dei giocatori quindi è e rimane quello, nessuno lo mette in dubbio. Quello che si questiona è il loro comportamento.

MAI - È giusto ripartire dal finale della scorsa stagione, quando Maldini e Massara, ormai da mesi "separati in casa" e in attesa dell'arrivo di Rangnick, vengono confermati insieme a mister Pioli. Riacquisiti i "poteri" si mettono subito al lavoro per trattare il rinnovo dei due giocatori in scadenza, e le offerte recapitate ai diretti interessati sono state congrue e sostanziose: 8 milioni all'anno per il portiere e 4 milioni all'anno al centrocampista. Nonostante i diversi incontri con Raiola e Stipic i giocatori hanno sempre tentennato, nonostante sia dal club e sia da ambienti vicini ai calciatori arrivassero sensazioni positive. Ma evidentemente la realtà non era quella. Il Milan ha una politica ben precisa per quanto riguarda ingaggi e costo dei cartellini: si dà un valore al giocatore, tenendo conto di dati, statistiche ed altro, e quello rimane. Niente giochi al rialzo, niente ricatti, niente commissioni monstre. E mentre la squadra si giocava sul campo un posto in Champions man mano che passava il tempo si iniziava a capire che i due tesserati in scadenza avrebbero potuto non rinnovare. Si è provato anche a pensare che la loro permanenza potesse dipendere dalla qualificazione alla prossima Coppa dei Campioni, ma una volta terminato il campionato è decaduta anche questa scusa. Si è salutato subito Donnarumma e si è dato il benvenuto a Maignan, mentre il turco ha voluto inscenare una discutibile pantomima dichiarando che in quel momento la priorità fosse l'Europeo con la sua Turchia. Dopo tre partite da 3 in pagella Calhanoglu è volato in Italia e ha firmato con l'Inter, come se fosse la cosa più naturale del mondo dopo 4 anni in rossonero. Tutto questo preambolo per dire cosa? Che evidentemente nessuno dei due ha avuto mai intenzione di rinnovare. Il portiere non è riuscito a far valere la sua presunta volontà sull'agente, il secondo evidentemente non vedeva l'ora di andare via per qualche spicciolo in più. In tutto questo il lavoro di mister Pioli è stato gigantesco.

GIGANTESCO - Gigantesco perché in un gruppo così giovane è un attimo perdere il controllo della situazione, soprattutto dopo qualche risultato negativo di troppo. E infatti nel finale di stagione il Milan ha rischiato di veder sfumare in modo quasi tragico una qualificazione in Champions ampiamente meritata. Mister Pioli è stato fondamentale nel ricompattare il gruppo dopo le sconfitte contro Lazio e Sassuolo, arrivando a sbancare poi due volte Torino in pochi giorni con le roboanti vittorie contro Juventus e i granata. Col senno di poi ci possiamo chiedere se lo spostare Calhanoglu sulla fascia e dare spazio all'estro e alla brillantezza di Diaz, rendendolo IL punto di riferimento offensivo della squadra, non sia stato anche un modo per "difendersi": perché fare affidamento e rendere così importante un giocatore che evidentemente non aveva intenzione di continuare nella Milano rossonera? Ricordo bene quando prima della sfida contro i bianconeri la notizia della titolarità di Brahim aveva preso un po' tutti di sorpresa e aveva fatto storcere qualche naso, ma Pioli ha avuto ragione anche lì. Decentrando un giocatore che aveva poca voglia di Milan (i fatti questo dicono) e dando responsabilità a chi il Milan l'ha sposato in pieno i risultati si sono visti. E infatti Brahim, nonostante la possibilità di poter dire la sua in un grande club come il Real Madrid spinge per tornare in rossonero. Il diktat di Maldini e della società è chiaro: giocare nel Milan è un punto d'arrivo, non un trampolino di lancio. Bravissimo Pioli a tenere concentrato l'ambiente e la squadra solo sul campo in una situazione del genere.