Balotellate o presunte tali: salviamo SuperMario

Balotellate o presunte tali: salviamo SuperMarioMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 7 febbraio 2013, 20:00Primo Piano
di Emiliano Cuppone

Come ampiamente preventivabile arrivano i primi titoloni su Mario Balotelli e sulle sue “prestazioni” fuori dal campo. Ci avevano già provato con il miniritardo al raduno della Nazionale, di fatto minimizzato dall’atteggiamento di Prandelli e della squadra, il presunto diverbio con i vigili a Linate, però, era troppo ghiotto per non coglierlo, ed allora via con le “Balotellate”.
Eravamo pronti a questo, attendevamo solo il momento in cui si sarebbero palesati gli avvoltoi che costantemente aleggiano sul testone con cresta di SuperMario, lui che non è quello che si definirebbe propriamente uno stinco di santo, ma che non è neanche la versione calcistica di belzebù.

Mario Balotelli, uomo in carne ed ossa, esattamente come tutti noi, ha discusso con i vigili urbani (non ce ne vogliano, ma notoriamente figura non adorata dalla popolazione italiana) per una multa, nulla più che un comportamento che si vede ad ogni angolo di strada nel belpaese. Chi di noi non ha mai preso una multa? Chi di noi non ha mai imprecato dopo aver trovato il temuto foglio di carta sul parabrezza? Chi di noi non ha provato a far cambiare idea al vigile pronto con taccuino e penna? Non demonizziamo Mario Balotelli, guardiamoci allo specchio e smettiamola di dare la caccia alle streghe con macchina mimetica, cresta e collane in bella vista.

Oggi in tanti si dimenticano di Samuel Eto’o e di quegli scatti che lo ritraevano intento a discutere in maniera animata con i vigili che lo multavano per aver parcheggiato sul marciapiede in pieno centro a Milano, simpatica scenetta, ci abbiamo riso su, ma nessuno ha parlato di testa calda o altro. Questo però è Mario Balotelli, il bad boy, il cattivo di turno, il pazzo e viziato che ne combina una al giorno, quello dei petardi in casa, quello delle freccette lanciate ai ragazzini che passavano sotto al balcone.
Ne ha fatte tante Mario, è vero, è innegabile che abbia un carattere un po’ così, una vita piuttosto turbolenta, ma questo non autorizza a scavare senza ritegno nella sua intimità, non autorizza a ricamare storie sul nulla, non serve a lui, non serve al calcio italiano, non serve neanche al diritto di cronaca, sacrosanto per carità, ma da non svendere a paventati scoop di poco conto, alla visione “coroniana” del giornalismo.

Balotelli ha lasciato l’Inghilterra perché non riusciva più a vivere in un paese interessato molto più alla sua vita privata che alle sue imprese sul campo, è sfuggito ai paparazzi che gli camminavano accanto 24 ore su 24, sempre appostati sotto casa, perennemente sulle tracce della sua vistosissima fuoriserie. Non cadiamo nello stesso tranello, non abbassiamoci al mero gossip, lasciamolo a chi di questo vive da sempre, lasciamo vivere il ragazzo Mario Balotelli, osserviamolo sul campo e critichiamolo eventualmente per gli errori commessi nel rettangolo verde.

Di errori ne ha commessi SuperMario e ne commetterà ancora, questione legata all’età ed a quel modo di vivere decisamente sopra le righe, ma il ragazzo è lo stesso che metta all’asta la pluricriticata Bentley mimetica, devolvendo il ricavato in beneficienza, è quello che regala ad un clochard la sua lauta vincita al casinò (esempio perfetto dell’eterna contraddizione che vive in questo ragazzo, diviso fra la vida loca e lo spirito caritatevole del chirichetto). Mario Balotelli è questo, prendere o lasciare, siamo convinti che il ragazzo proverà a limare gli spigoli del suo carattere, siamo certi che vi sarà una maturazione decisa in lui, convinto com’è a dimostrare tutto il suo valore in campo ed a trovare finalmente la ribalta (quella positiva) che merita in questo calcio sempre più “gossipparo”, sempre meno interessato ai numeri veri, quelli mostrati nel rettangolo verde.