Boban non dimentica la vergogna di Bergamo. Ibra non cancella problemi e responsabilità

Zlatan Ibrahimovic, com'era lecito, ha monopolizzato e totalizzato le attenzioni durante la conferenza di presentazione a Casa Milan. Una breve, ma significativa, dichiarazione è comunque arrivata dalla dirigenza, nella persona di Zvonimir Boban. Paolo Maldini è invece rimasto in silenzio. Il croato ha tenuto a sottolineare come l'arrivo dello svedese non possa cancellare la vergogna di Bergamo: "Siamo contenti di poter riabbracciare un personaggio e un giocatore unico. Siamo super positivi per l'effetto di Zlatan sulla squadra e sull'ambiente, poi bisogna fare risultati. Non vorrei che ci scordassimo Bergamo, quella orrenda ed inaccettabile sconfitta, non dobbiamo nasconderci dietro le spalle larghissime di Zlatan".
NON UN PARAFULMINE - In molti hanno sottolineato come Ibrahimovic potesse rappresentare il classico parafulmine nella tempesta. E parzialmente lo è stato, facendo rinvigorire un ambiente ed una tifoseria che digeriva filo spinato da ormai troppo tempo. Ma come ha ricordato Boban il solo Zlatan non può bastare a dimenticare il tonfo rossonero a Bergamo e, aggiungiamo noi, i tanti problemi che ha vissuto questa squadra negli ultimi mesi. Essere devastati da un club con un budget ed un monte ingaggi nettamente inferiore deve fare riflettere e la polvere non può finire sotto il tappeto. Ibra non dovrà far sparire soltanto la polvere ma anche il tappeto stesso, perché il tempo dell scuse è finito per davvero.
LE RESPONSABILITA' - Giocatori, società e dirigenza sono responsabili per quanto accaduto finora. I calciatori, con Ibrahimovic, non potranno più nascondersi: ci sarà da sudare, tutti, e dare il massimo. Alcuni di loro lo hanno fatto anche prima, altri no. Dirigenza e società hanno fatto benissimo a riprendere Zlatan, dando un segnale importante, ma è chiaro che il nuovo numero 21, da solo, non potrà fungere da divinità ultraterrena. Proprio per questa ragione serviranno altre risorse dal mercato, in modo da sistemare le lacune che non sono state risolte (o sono state create) durante l'estate.

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