Compagni impressionati e media realizzativa altissima: Piatek sbalordisce tutti ed è già intoccabile

L’impatto che ha avuto Krzysztof Piatek nel Milan è di quelli che lasciano poco spazio alle parole. Sono i fatti che parlano per lui, quei sei gol in cinque partite che nessuno prima di lui, nel secondo dopoguerra, era riuscito a mettere a segno. Il pistolero polacco è un’arma letale, un prodotto unico nel suo genere perché anche con un grande sforzo mentale, non si riesce a trovare un giocatore del passato che abbia le sue caratteristiche. Ha un qualcosa di tutti e in base a come segna, si scatena il toto paragone. C’è chi ha detto Shevchenko, chi Batistuta, chi Ibrahimovic ma la realtà è che, probabilmente, quello che ci ha visto meglio di tutti è stato Cesare Prandelli, che ha affermato che Piatek somiglia a sé stesso. Come dargli torto.
LA BUTTA SEMPRE DENTRO - La sua capacità realizzativa ha impressionato tutti. In allenamento, già al Genoa, era una macchina da gol capace di tramutare in rete una percentuale altissima dei palloni che gli venivano recapitati in area di rigore. A Milanello la percentuale è rimasta e i risultati si vedono in campo, visto che la sua media realizzativa - tra Milan e Genoa - è del 46%. Lui, nel post Atalanta-Milan, lo ha detto senza mezzi termini: “Sono sicuro che continuerò a segnare” e Gattuso ha aggiunto: “Dice sempre gol, gol, gol, gol”. Aggiungiamo noi: è una sorta di automa programmato per spaccare le porte avversarie. Dopo il gol del 3-1, diversi compagni di squadra in panchina si sono fatti scappare il seguente commento: “Ogni pallone che tocca, lo butta dentro”. Una delle verità è che Piatek mette paura ai difensori avversari e ha già dimostrato di avere un campionario di colpi tale da non poter essere decifrato in anticipo.
E LA CONCORRENZA? - L’impatto scintillante di Piatek ha messo in ombra Patrick Cutrone, che dopo aver messo a cuccia Kalinic e André Silva e aver dimostrato di poter rendere di più di Higuain, si ritrova a dover scalare una montagna molto alta. Forse la più impervia che ha trovato in carriera. Perché Krzysztof dà la sensazione, da fuori, di poter migliorare ancora tanto e di essersi preso di prepotenza, ma in maniera più che giustificata dai numeri, la maglia da titolare e oggi, nessun allenatore al mondo, lo toglierebbe dal centro dell’attacco milanista. Il suo profilo basso piace ai tifosi, nonostante potesse montarsi la testa, la moda non lo attira e social posta poco, se non qualche foto del Mate delle 15. Pitaek è già intoccabile e su di lui il Milan punta dritto per il presente e per il futuro. Con buona pace di tutti.

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