Continua il percorso di Leao verso il 10, non solo di maglia ma anche di livello. Critiche sacrosante, ma senza sbarellare

Continua il percorso di Leao verso il 10, non solo di maglia ma anche di livello. Critiche sacrosante, ma senza sbarellareMilanNews.it
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mercoledì 20 settembre 2023, 20:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Il percorso di Rafa Leao e quello del Milan fino ad oggi è andato di pari passo. Una crescita costante e continua, con qualche stop fisiologico e qualche piccolo passettino indietro, salvo poi riprendere il cammino verso l'obiettivo.

Una squadra rimasta indietro nel tempo e inadeguata, finanziariamente e sportivamente, al calcio moderno ma con un potenziale inespresso incredibile. Un ragazzone ciondolante e sorridente che a sprazzi faceva vedere cose poco normali, nel senso più positivo del termine. Insieme dal 2019, per compiersi. Il Milan che torna competitivo permette a Leao di confrontarsi con i più forti, Leao che esprime il suo potenziale permette al Milan di tornare competitivo. Certo, non esiste solo Rafa: le componenti che hanno permesso al club di rimettersi in carreggiata e tornare a lottare per qualcosa di importante sono molte. Proprietà solide, dirigenti capaci (anche chi non è più attualmente al club), allenatore, squadra e tifosi. Rafa come fiore all’occhiello, come ciliegina sulla torta e simbolo.

Milan e Leao continuano ad andare di pari passo, nel bene e nel male: si è arrivati nuovamente in alto, probabilmente anche in un modo più veloce di quanto preventivato. Qualificazione Champions, Scudetto, Semifinale di Champions. 10 tra gol e assist, 10 gol e 10 assist, più di 15 gol e più di 10 assist. Crescendo continuo, verso vette che fino a qualche anno fa sembravano irraggiungibili.

Onori, ma anche oneri: si alza il livello, fisiologicamente si alzano anche le aspettative. È la natura dell’uomo e del tifoso. Sei lì, assapori vittorie e trionfi, pretendi vittorie e trionfi.

Che non sorprenda quindi che quando Rafa non riesca a incidere nella prima di Champions League della stagione, pur rimanendo in partita e creando pericoli, arrivino giudizi negativi. L’intelligenza sta però indirizzare queste critiche sulla prestazione, sulla situazione e al contesto. Così come hanno fatto in primis Pioli e Tomori, ad esempio. “Pensavo spaccasse la porta” ha detto il mister. “Specialmente in partite così, bisogna segnare. Lui sa bene che doveva segnare in quella azione. Ma guardiamo avanti: sono sicuro che alla prossima occasione Rafa segnerà" ha aggiunto Fik. Nessuna sculacciata mediatica o altro, ma parole frutto dell’enorme stima di cui gode il portoghese da parte di allenatore, compagni e tutto il club.

Ha la numero 10, è il più pagato in rosa ed è riconosciuto in modo unanime dai compagni come leader tecnico offensivo principale. Lecito aspettarsi che in situazioni come quella di ieri contro il Newcastle faccia gol. Non c’è dubbio. Però poi, come in tutte le cose, va trovato un senso della misura. Ha sbagliato, glielo hanno detto mister e compagni, lo sa benissimo anche lui. Fine. Nessun bisogno, almeno da parte di chi ha a cuore i colori rossoneri, di farne un caso e buttarlo a mare.

Se il numero 10 del Milan sbaglia in quel modo, tra gesto tecnico e scelta, è giusto criticarlo. Quello che non è giusto, in un momento delicato tra squadra nuova, modo nuovo di giocare e situazione post derby, sfogare frustrazioni e insoddisfazioni su Rafa. Non ha senso e sarebbe anche controproducente.

In Serie A, attualmente, giocatori del suo livello si contano sulle dita di una mano. Giusto aspettarsi tanto da chi ha dimostrato di poter dare tanto, ma senza giudizi pressapochisti e svogliati. "Leao ciondola". Ma Leao "ciondola" sia che faccia bene e sia che faccia male. Fa parte del suo modo di essere proprio come persona, prima ancora che come calciatore. Ciondola e sorride quando si mangia le difese avversarie, ciondola e sorride quando capita una prestazione negativa. Non deve essere quello il punto della critica, se c'è bisogno di farne una.

Poche volte l’anno, diverse volte l’anno, tante volte l’anno. Una volta a partita, un paio di volte a partita, in modo costante durante la partita. Questo il percorso di Rafa nel far brillare il suo enorme talento col Milan. Ora l’ultimo step, quello da dieci. Ma non si butta tutto all’aria se fino ad oggi siamo arrivati a nove.

E poi, se per puro caso quel tacco gli riesce…