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Riva su San Siro: "Passo storico per Milano. Delibera caotica? No, complessa. Ecco le prossime fasi"

ESCLUSIVA MN - Riva su San Siro: "Passo storico per Milano. Delibera caotica? No, complessa. Ecco le prossime fasi"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo
Oggi alle 18:00Primo Piano
di Federico Calabrese

Giornate storiche per Milano dopo il voto sul futuro di San Siro. Abbiamo ripercorso gli ultimi giorni, proiettandoci su quelli che saranno i prossimi passi, con Martina RivaAssessora allo Sport, al Turismo e alle Politiche Giovanili del Comune di Milano, che è intervenuto in esclusiva ai microfoni di MilanNews.it.

A due giorni dalla delibera, quali sono le sensazioni su quanto accaduto? 
"La sensazione è quella di aver compiuto un passo storico per Milano, e penso che tra qualche anno, quando ci sarà uno stadio nuovo e il quartiere di San Siro avrà cambiato volto, ci renderemo conto del valore di questo voto".

Un Consiglio comunale "fiume". Con quale prospettiva si è arrivati al voto del 29 settembre? 
"E' da inizio mandato che si parla di stadio, anche in campagna elettorale. E alla fine dello scorso mandato se ne era parlato molto. Il Consiglio del 29 settembre è stato solo l'ultimo passo di un lungo percorso, che ha visto tra le altre cose anche un articolato dibattito sulle singole parti di una delibera inevitabilmente molto complessa, che ha approvato gli elementi essenziali del contratto che poi si andrà a stupilare a inizio novembre. Su questa vicenda il dibattito e il confronto non sono mai mancati, quello che conta è che alla fine si sia trovata una sintesi che ha ottenuto il via libera della maggioranza dei consiglieri comunali, e il risultato dei 24 favorevoli e 20 contrari ci consegna il dato di una maggioranza molto forte e di un centro-sinistra che si è rivelato altamente riformista e interessato al futuro della nostra città".

Su chi parla di una delibera caotica, cosa risponde?
"E' una delibera complessa che è stata costruita con l'aiuto di professionisti. Noi ci siamo avvalsi di un avvocato che è stato individuato tramite evidenza pubblica. Spesso si è entrato in Consiglio comunale parlando di dettagli in maniera superficiale, la cosa importante è che la maggioranza dei consiglieri abbia colto il senso profondo della delibera che si occupa di stadi ma anche di un'area della città che ha profondo bisogno di investimenti".

Torniamo al Consiglio comunale. Come giudica chi è uscito dall'aula? 
"Uscire dall'aula, in una votazione come quella sulle delibera dello stadio, significava astenersi. Astenersi è meglio di provare a fermare il cambiamento, anche se è peggio di assumersi la responsabilità di sostenerlo. Da assessore che ha fortemente sostenuto il progetto del nuovo stadio, ringrazio chi ha optato per una scelta responsabile, ma segnalo che se la delibera è passata è merito di chi ha votato a favore. Se si fossero astenuti tutti, la delibera non sarebbe passata. Ieri ho detto che non si può essere contro l'immobilismo a giorni alterni, non si può parlare ogni giorno dell'importanza del ponte sullo stretto o delle infrastrutture, e poi astenersi a Milano sul progetto dello stadio, solo perché tale progetto è portato avanti dal centro-sinistra. Il voto del 29 settembre è stata un'opportunità persa da parte del centrodestra, per dimostrare che la politica è valorizzare le buone idee a prescindere da chi le porta avanti e dal colore della giunta o del Governo".

Sei anni per arrivare alla decisione, secondo lei di chi sono le maggiori responsabilità? 
"Quello del nuovo stadio è stato un percorso lungo, non semplice. Le condizioni sono cambiate tante volte ma non è cambiato l'obiettivo di dotare Milano di un nuovo stadio. E' stata dapprima valutata la strada della ristrutturazione del Meazza, ma i club hanno escluso quasi subito questa ipotesi perché per una serie di problemi strutturali dell'impianto la ristrutturazione non avrebbe garamtito la realizzazione di un impianto moderno. Nel 2022-23 c'è stato il dibattito pubblico, pensato per garantire il massimo coinvolgimento della cittadinanza. Poi è stato il momento del vincolo annunciato dalla sovraintendenza sul secondo anello, non si trattava di un vero e proprio vincolo ma dell'indicazione che un vincolo sarebbe potuto scattare. Questa vicenda ha imposto un lungo stop alla procedura, l'allora Ministro alla Cultura spingeva molto sulla questione del vincolo. Il comune e le squadre sono state obbligate ad aspettare chiarimenti definitivi da Roma. Nel frattempo sono cambiati i vertici delle società, le nuove proprietà hanno iniziato a immaginare due piani B - uno a San Donato e l'altro a Rozzano - comunicandoci che qualore non si fosse trovata una quadra nella zona di San Siro si sarebbero diretti altrove. Sarebbe stato un vero e proprio disastro per la città, che si sarebbe trovata con uno stadio inutilizzato e una manutenzione da tanti milioni di euro l'anno a carico dei cittadini. Il voto del 29 settembre apre una nuova pagina, supera la criticità e ci consente di candidare il nuovo impianto a Euro 2032. Ci abbiamo messo un po', ma il ritardo non ha come responsabile la volontà di qualcuno. E per fortuna non ha avuto grandi conseguenze. Le squadre oggi hanno una casa, ne avranno una più moderna e si salva anche tutta l'infrastruttura intorno allo stadio. Che poi è la zona da salvare perché San Siro è stato infrastrutturato da Milano, per essere il San Siro di oggi. La Metro è stata pagata dai cittadini di Milano, e averla lì senza lo stadio sarebbe uno spreco di soldi pubblici".

Adesso i prossimi passi quali saranno? 
"Probabilmente, e questo dipenderà dalle squadre, l'avvio dei lavori sarà all'inizio del 2027. Poi ci saranno tre fasi distinte".

Quali? 
"Innanzitutto verrà demolito il tunnel Patroclo, che verrà ricostruito più lontanto dalle case di Via Tesio, come richiesto dal Consiglio comunale. L'apertura al pubblico è prevista per il 2031, ma la cosa importante è che fino all'apertura del nuovo stadio, il Meazza rimarrà operativo e non sarà intaccato dagli interventi. Due stadi accanto all'altro, con la terza fase che si aprirà nel 2032. Dop aver ottenuto i titoli edilizi per realizzare il comparto plurivalente, i club potranno iniziare l'operazione di trasformazione di quell'area in un polo di attrazione capace di offrire servizi per residenti e visitatori. I lavori di questo comparto dovrebbero terminare nel 2035".

L’obiettivo rimane consegnare uno stadio per Euro 2032. Le previsioni?
"Siamo ottimisti, sempre".

Tutta l’area intorno San Siro come potrebbe essere valorizzata?
"Nell'area polivalente ci saranno 140.000 metri/quadri di verde, di questi 80mila saranno un parco di cui 50mila saranno verde profondo. Nell'area non si potrà fare sviluppo residenziale, ci potranno essere solo servizi accessori all'attività stadio".

Quali?
"Hotel, ristoranti, servizi".

La Russa ha dichiarato: "Una volta costruito il nuovo stadio, sarà davvero necessario abbattere San Siro?" 
"Noi questa città dobbiamo amministrarla. Dobbiamo prendere delle decisioni basate sul principio di realtà. Non si può sempre pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Non è immaginabile avere due stadi da più di 70.000 posti uno di fianco all'altro, che uso ne faremmo? Tra l’altro c’è un tema di sicurezza e anche un tema di costi di manutenzione. Noi ci diamo come obiettivo quello di avere uno stadio moderno, in un'area che sia a metà destinata al verde, verde che tra l'altro manterranno le squadre per trent'anni. Siamo grati al Meazza per tutto quello che ha rappresentato, ma dobbiamo guardare avanti e pensare alla Milano delle nuove generazioni".