Evviva il sorriso, la moda e la musica di Rafael Leao

Evviva il sorriso, la moda e la musica di Rafael LeaoMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO
giovedì 23 marzo 2023, 19:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Fa riflettere su come il discorso che si sta facendo sull'MVP della scorsa Serie A, uno dei pochissimi giocatori di caratura mondiale del nostro incerottato campionato, stia deragliando sempre più da temi tecnico-tattici per andare sempre più a solleticare la pruriginosa pancia di chi vive il calcio con livore.

Leao gioca male? "Ci credo, cammina in campo". Sembra essere meno sul pezzo e poco efficace in campo? Ma non può essere altrimenti, visto che addirittura si permette di avere altri interessi e stimoli oltre (non insieme, oltre) al calcio. "Che torni in Portogallo a fare musica, noi abbiamo Hauge, lui sì che corre". Quante volte è stata scritta e letta, prevalentemente dai tifosi, in passato questa frase? Un po' come il Milan prima che vincesse e diventasse una nuova realtà del calcio italiano, Rafael Leao non era capito, anche dagli stessi tifosi rossoneri. E quando non si capisce un qualcosa il passo successivo è quello dello sminuire, del criticare per partito preso, e di inquadrarlo in canoni e modelli superati e/o che non c'entrano nulla con il "nuovo". Perché Leao è un ragazzo "semplice", nel senso più puro e positivo del termine. Sembra una vita fa da quando per la prima volta si è aperto al pubblico italiano, facendolo entrare letteralmente a casa sua (il video è disponibile sul canale YouTube ufficiale dell'AC Milan). Lì il popolo milanista ha scoperto un ragazzo innamorato del pallone e della famiglia, legato in modo indissolubile alla sua terra e che prova a raccontare questo legame attraverso la musica; nel corso del tempo e delle interviste l'ex Lille si è aperto ancora di più su questi aspetti.

Cosa ci può essere di male in un ragazzo giovane che esprime i propri sentimenti, magari anche solo come "gioco", attraverso le canzoni? Cosa ci può essere di sbagliato? Sarebbe come criticare Ibra per la sua passione per il taekwondo e via discorrendo. Il fatto che i calciatori mediamente in carriera guadagnino milioni su milioni di euro non li declassa automaticamente a macchine, a robot programmati per svegliarsi al mattino, allenarsi, mangiare, riposare e ripetere. Certo ci si aspetta, soprattutto in club di levatura mondiale come il Milan, una certa professionalità e passione in quello che si fa, ma di sicuro a Leao, come racconta spesso chi i campi di Milanello li calca ogni giorno, quelle non sono mai mancate.

Così come non è mai mancato il sorriso e la leggerezza. Scoprendolo e conoscendolo pian piano, con le sue prestazioni che catturavano sempre più l'attenzione generale, si è visto come Rafa dribblasse, corresse e tirasse sempre con un sorriso stampato in faccia. Torna il discorso di prima: la gioia e la leggerezza di un ragazzo insieme ad una palla, compagna di vita.

Giocatori del genere sono ormai una rarità nel nostro campionato (anche se quest'anno con i due gioielli del Napoli sembra che ci possa essere qualche segnale positivo in tal senso) e andrebbero apprezzati e ammirati, a prescindere dai colori che indossano. Il che non vuol dire che sono esentati da ogni tipo di critica o discorso, ma che è importante riservare attenzioni e analisi alle prestazioni e alle partite, non al loro modo di essere. Perché altrimenti si banalizza il racconto, si esacerbano gli animi e si perde di vista il concetto di bello. E Rafael Leao che fa musica, è appassionato di moda, che alza lo scudetto col Milan, che ride e si dimostra spensierato è bello. Lo è quando gioca bene e lo è anche quando gioca meno bene, come ora. Se è un modo per essere felici ed esprimere le proprie emozioni allora altri 100 di questi album, Rafa. I tifosi, in un momento così delicato della stagione, continuino a supportare Leao come hanno sempre fatto. Per giudizi e analisi ci sarà tutto il tempo del mondo a fine anno. Ora è il momento della lotta e dell'orgoglio.