Ibrahimovic: "Sarò milanista per sempre. L'ultimo scudetto con il Milan il più soddisfacente della mia carriera"

Nel corso della prima puntata di "This is me", programma in onda su Canale 5, è intervenuto il Senior Advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic, il quale ha parlato di famiglia, di Milan e dell'ultimo giorno da calciatore.
Che emozioni hai provato il giorno del tuo addio?
“È stato un giorno molto speciale perché il giorno prima mi spiegarono il programma, ma io dissi “Non voglio sapere niente”, mi devono uscire emozioni spontanee. Non era facile. Prima di decidere di smettere avevo paura, perché ho sempre giocato a calcio, ma ho accettato. Sono fortunato con i tifosi del Milan, perché mi hanno accolto la prima volta con felicità, poi con amore. L’ultimo scudetto vinto è stato il più soddisfacente della mia carriera. Poi mi hanno messo in difficoltà anche i miei ex compagni, perché quando ero in mezzo al campo per parlare speravo di trovare forza da loro ma iniziarono a piangere. Poi cercai di trovare forza da mia moglie, che anche lei piangeva. Allora ultima chance i tifosi che anche loro piangevano, e quindi è uscito tutto dal cuore”.
Sarai milanista per sempre
“Per sempre. Perché quello che il Milan mi ha dato non lo dimenticherò mai. Mi hanno dato felicità. La seconda volta solo amore, perché era in una situazione che non era avere ma dare. Giocavo con giocatori 20 anni più giovani di me. Mi manca l’adrenalina in campo, però dopo che hai accettato provi a trovare altra adrenalina ma non sarà mai uguale”.
I tuoi figli giocano a calcio?
"Si, ovvio non è facile per loro, ma hanno un po' questa mentaltià che sono più forti di me, di già. Può aiutare, per il mio ego dico impossibile, ma l'importante è che stanno bene, in salute lo fanno per se stessi, non per me".
Hai vissuto anche episodi di razzismo
"Mi ricordo quella giornata (Roma-Milan 2021, ndr). In 50mila urlavano "Sei uno zingaro" dopo il gol. Faccio finta di non sentire perché ne volevo ancora di più, perché così mi caricavano. Quando ero in campo e mi arrivava odio facevo ancora di più, perché mi serviva stimolo. Poi quando il pubblico ha cominciato a farlo pensavo in testa "Più forte, più forte, più forte". Poi l'arbitro ha ammonito me, cosa che non capisco. Attaccano me, però non era la prima volta che mi succedeva. Se devi guardare il razzismo devi guardare tutto il pacchetto, non solo a una parte perché fa più effetto rispetto a un'altra".
Cosa dici a chi hai un carattere duro?
“Se mi conosci ho un cuore davvero grande, ed è difficile entrarvi”.
Cosa insegni ai tuoi figli?
“Vivono una vita diversa dagli altri, perché papà è conosciuto. È stato un giocatore forte, se non il più forte (ride, ndr). Però sto provando di dividere l’Ibra professionista al papà. La vita è più facile, più semplice, perché possono fare più di quello che ho fatto io. Quello che insegno loro è disciplina, rispetto ed indipendenza. Se riescono in questo significa che ho fatto bene il lavoro di papà”.
Che cosa hai imparato dalla vita?
“Per arrivare devi lavorare. Niente è gratis nella vita, e se lavori arrivano le cose”.

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