Il condottiero Gattuso tiene in piedi il Milan, ora serve l'aiuto di tutti, Bakayoko compreso. E in futuro la società dovrà trarre insegnamento

Il condottiero Gattuso tiene in piedi il Milan, ora serve l'aiuto di tutti, Bakayoko compreso. E in futuro la società dovrà trarre insegnamentoMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 8 maggio 2019, 16:30Primo Piano
di Matteo Calcagni

Il derby del 17 marzo, se vinto dal Milan, avrebbe dato una sorta di "colpo di grazia" all'Inter di Spalletti, in crisi profonda da settimane, segnando una quasi scontata qualificazione alla Champions per i rossoneri. La formazione milanista, giovane ed evidentemente inesperta, non ha retto alle pressioni ed è stata fagocitata dall'aggressività rivale, perdendo la stracittadina e anche la testa. Da lì il caso Kessie-Biglia, l'esposizione della maglia di Acerbi, le polemiche, i ritardi, il ritiro e infine l'episodio Bakayoko-Gattuso, con un battibecco che ha portato il tecnico ad inserire Mauri invece del francese, in una gara decisiva per la corsa dei rossoneri. Un nervosismo palpabile che ha investito tutti, anche giocatori dal carattere meno focoso, come Romagnoli e Paquetà, espulsi per delle sciocchezze nelle ultime due gare. Eppure il Milan è lì, lontano tre punti dal traguardo tanto ambito, la Champions League.

LA SQUADRA - L'allenatore calabrese è stato perfetto durante la conferenza stampa di lunedì, invitando a parlare di campo, concentrandosi sul Milan squadra, sull'impegno e sul collettivo: l'ego deve passare in secondo piano, ora servono tre vittorie per sperare di riacciuffare quella competizione che fino a qualche settimana fa sembrava in pugno. Per farlo, dopo la squalifica di Paquetà e l'infortunio di Biglia, servirà l'aiuto di tutti, anche di Bakayoko. Il francese avrà anche compromesso la sua permanenza al Milan per il futuro, ma è ancora uno stipendiato rossonero e la squadra ne ha bisogno.

L'INSEGNAMENTO - Che sia Champions o meno, in queste settimane la dirigenza rossonera ha capito che la squadra, che non è tutta da buttare, ha necessità di uomini di carattere che possano serrare le fila nei momenti di difficoltà. Gattuso è un condottiero, ma non può essere l'unico ad indicare la via, soprattutto se i giocatori di esperienza, come Biglia, si lasciano andare ad episodi come quelli del derby. La gioventù e la freschezza sono armi importanti, ma in una piazza con pressioni elevate serve anche altro. La stessa Atalanta, che gioca con responsabilità infinitamente più basse rispetto al Milan, dispone di giocatori esperti in tutti i reparti. Giusto investire sui giovani e dedicare la maggior parte delle risorse ad acquisti di prospettiva, come i vari Paquetà e Piatek, ma c'è bisogno anche di leader. E se i leader non si riescono a costruire in casa bisogna andarli a prendere altrove, almeno in questi anni di transizione.